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martedì 14 maggio 2013

Hitler come Berlu?

Venerdì, sul volo mattutino Napoli-Londra, ho letto un interessante articolo di Marco Cicala, pubblicato su Venerdì di La Repubblica. Cicala rileggeva e commentava la biografia del Führer, redatta dallo storico Ludolf Herbert e cercava di comprendere ed indagare le ragioni del magnetismo del dittatore, che si macchiò di ineguagliate efferatezze, ma che riuscì al travolgere, coinvolgere e convincere grandi folle. Pare che il suo carisma fosse stato coltivato con i meccanismi della politica spettacolo, che avesse studiato teatro e pubblicità, favole e miti, riuscendo a cogliere le arti della messa in scena, a vendersi nel mercato politico, a romanzare se stesso, ad organizzare la propria ars oratoria su una compatta immagine del nemico, di aver usato la propaganda politica con le tecniche della pubblicità americana. Letto ciò, mi è venuto subito a mente, ovviamente solo in ordine alla capacita di propaganda e convinzione delle masse, un parallelo col nostro super B.. Anche lui ha studiato teatro, pare che abbia fatto, in età giovanile, spettacoli di intrattenimento sulle navi da crociera, conosce le tecniche del vendere, del propinare alla gente, di fare pubblicità, parla con immagini suggestive, addita al nemico, fa sembrare vivo e presente il pericolo del comunismo, della ideologia di sinistra da sconfiggere votando e rivotando lui. L'idea di queste affinità può apparire peregrina, ma a me è venuta. Certo è che attirare folle, attrarre consensi, parlare bene, persuadere, convincere è dote naturale, ma anche frutto di studi e tattiche che i leaders politici vincenti cercano di attuare.

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