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giovedì 27 ottobre 2022

Scrivere questa sera è un'esigenza, un'urgenza, devo farlo per me, per sfuggire alla realtà, una realtà che non mi piace, mi soffoca. 

Ho avuto la consegna del silenzio. Bene, sto zitta, ma scrivo. 

Quante storie ho in mente, quante ne vorrei vergare, non riuscirò, lo so già. 

Presa dagli impegni della vita quotidiana, la spesa, l'udienza, il corso SSM, il corso di scrittura, mamma, i ragazzi, Claudio, le unghie, la fisioterapia, il pranzo e la cena (ora devo scappare), dimentico di me e della cosa essenziale. Voglio star sola e scrivere, nulla di più.

Bologna 3

... Ho cercato via del Castiglione, sono arrivata fino al numero 7 ma anche palazzo Pepoli i era chiuso quindi ho bighellonato per le strade senza meta, piacevolmente, tutte quante punteggiate di locali, di tavolini all'aperto e gente a spasso finché sono arrivata in piazza Maggiore. Ho trovato un trenino turistico, ho fatto il biglietto e mi ci sono fiondata dentro senza sapere la meta. Il treno ha percorso tutta via Saragozza fin al santuario di San Luca appollaiato sui famosi colli bolognesi. Ho goduto della guida via cuffiette e di una veduta meravigliosa; non sono scesa a visitare l'interno del santuario, sono ripartita per ritrovarmi con Claudietto mio che mi aspettava, finite le lezioni. Bellissimo il panorama e il portico di San Luca


che ho costeggiato a lungo per oltre tre chilometri. Pare sia il più lungo del mondo. I portici sono una particolarità di questa Bologna così magica che pur senza essere una città tra quelle che preferisco in assoluto, trovo tra le più belle al mondo (sarà perchè c'è Claudio mio?!). Ogni volta che vengo, di recente spesso, mi cinge con un abbraccio caldo di mattoncini o intonaci vecchi colorati di rosso e ambra, di  pavimentazioni di marmo, di calore umano.

Alla fine della corsa, Claudio era già in piazza Maggiore ad aspettarmi; siamo andati in un negozio per fare un po' di shopping per lui; timidamente ha chiesto qualcosa e ha voluto il minimo. Siamo tornati contenti a casa, in via del Pratello 21 dove c'è una sede della questura, fatto che mi fa stare più tranquilla. Siamo saliti su a piedi fino al terzo piano, io stanca, lui più tonico, ci siamo riposati un attimo; poi ho tentato di sistemare al vetro delle finestra della cameretta delle tende leggere; ho dato una pulita al soggiorno  e ho pensato che avesse trovato una sistemazione davvero modesta ma che lui sta bene, per divenire a se stesso, per diventare grande. Poi  ci siamo preparati per la cena, abbiamo cominciato a fare telefonate, molti ristoranti erano chiusi, molti già al completo (a Bologna non c'è crisi), finché ne abbiamo trovato uno in centro; siamo arrivati fin lì a piedi, di nuovo, ci siamo immersi nel centro della città che pullula in ogni ora di stranieri, di studenti, di  ricchi bolognesi, di uomini d'affari. 

Lui ha preso una lasagne alla mortadella


e al pistacchio, ricchissima, abbondantissima,  degna della città grassa per antonomasia; poi ha voluto un filetto al fondo bruno. Io invece ho preso una cotoletta alla bolognese, mai assaggiata, avevo voglia di provarla, e abbiamo bevuto fino alla fine la bottiglia di Sangiovese. Riconciliati con tutto siamo rientrati a casa, a piedi; ho contato i passi dalla sua vecchia casa a quella nuova, cento, solo cento. 

Durante il tragitto abbiamo incontrato una coppia di buoni conoscenti venafrani, Angelina Boggia, figlioccia di mamma, e il marito, Nicandro Capocci. E' stato bello salutarli, sentirsi parte di un tutto senza confini.

Poi di nuovo a casa, io a letto con le mie preoccupazioni e lui di là con gli amici a vedere una partita. 

Sono grata...

giovedì 20 ottobre 2022

Bologna 2

...Lui è andato all'università, io invece ho preso un biglietto e sono andata in pinacoteca su via delle Belle Arti,


una pitagorica abbastanza ricca che accoglie un numero considerevole di dipinti del trecento, del quattrocento, del cinquecento e così via, soprattutto di artisti locali, che al momento ospita una mostra con alcune opere di Raffaello. 
Le opere che mi hanno colpito di più però sono state quelle di Guido Reni. 

Al termine della visita ho girovagato un po' per le strade dintorno e ho cercato un ristorantino tipico dove Claudio mi ha raggiunto. Infatti gli ho mandato su WhatsApp la mia posizione in tempo reale, espedienti tecnologici dei giorni nostri, di cui non conoscerei l'esistenza se non fosse per i miei figli. 

Claudio ha preso un piatto di tagliatelle alla bolognese, io dei passatelli in brodo e delle verdure arrostite; quando abbiamo finito, dopo aver sorseggiato un caffè al sole d'autunno, lui è andato di nuovo all'università per ripassare degli appunti e seguire altre lezioni, io ho vagato alla ricerca dei cinesi che mi facessero un bel massaggio. Li ho trovati abbastanza presto e ho approfittato. Stava per venirmi il solito mal di testa perchè non dormo bene, ma dopo 45 minuti sotto le mani esperte di una ragazza garbata e preparata la tensione si è sciolta. 

Sono subito tornata in centro perché avevo tutta l'intenzione di andare a visitare la mostra su Pier Paolo Pasolini,


allestita in occasione del centenario dalla nascita.  In effetti quando sono stata qui a febbraio ho visto che era in programma a partire dal 5 marzo in poi. Resterà fino al 2 novembre, giorno della morte all'idroscalo di Ostia nel 1975. Bene, il martedì era giorno di chiusura. 

Mi sono spostata su via Castiglione per visitare un palazzo storico ma era chiuso anche quello allora ho bighellonato per le strade arrivando fino all'elegantissima Galleria Cavour... 




lunedì 17 ottobre 2022

Bologna

Sono a Bologna.


Sono partita ieri dopo aver fatto udienza col mio tailleur, divisa del tribunale, in treno. Il regionale Cassino - Roma è stato puntuale, la Freccia

invece ha accumulato oltre un'ora e venti di ritardo. Penso che chiederò il rimborso che mi spetta. All'arrivo è venuto Claudio Maria a prendermi. Sono venuta qui a trovare lui. Sono scesa dal treno con un enorme valigia rossa, scomodissima da portare, nella quale avevo stipato tante cose per lui: un piomone sottovuoto, un coprimaterasso, un lenzuolo color rubino, un giubbino per il mezzo tempo, uno più pesante, una busta di taralli venafrani e anche un barattolino di sugo alla bolognese fatto però a Venafro da me. Quando l'ho visto mi sono illuminata ma lui subito si è innervosito perché la valigia era troppo grande e mi ha detto che avrei dovuto spedire tutto con un pacco o comprare su Amazon e in effetti aveva ragione. Il ritardo che avevo accumulato non ha consentito di andare prima a casa e andare poi al ristorante; abbiamo pensato di prendere un taxi e di andare direttamente a mangiare. Le  file per prendere i taxi erano lunghissime e lui si è arrabiato di nuovo ma per fortuna molto scorrevoli quindi siamo arrivati ben presto in via Saragozza 67 dove abbiamo mangiato in un bistrot. Niente di eccezionale. Claudio ha preso dei tortellini

e io, mi sembra, una scamorza nel tegamino con funghi porcini e patate. Quando abbiamo finito  siamo andati a casa sua.
via del Pratello

Sono rimasta sconcertata nel vedere l'appartamento dove abita quest'anno: mi è sembrato peggiore di quello dell'anno scorso. Ad ogni modo contento lui, contenti tutti. Abbiamo dormito stipati nel suo letto ad una piazza e mezzo e quando la mattina mi sono svegliata avrei voluto accoccolarmi vicino a lui e fargli delle moine, ma mi ha detto di lasciar stare. Del resto lui è sempre stato così schivo. Il tempo di prepararci e ho cominciato a fare un po' di pulizie; la casa era davvero sporca. Poi abbiamo lasciato stare e siamo andati a fare colazione in un bel bar in via San Felice; abbiamo preso due cornetti anche per i coinquilini...

segue

Santuario di San Luca

il mio uomo

il mio uomo

ha fiori e aculei

il mio uomo sorride 

e sbraita

il mio uomo 

ama ed esplode

il mio uomo

profuma e punge

gioca e lavora

esce e parla

e riposa

e fa i capricci

e non digerisce

a volte aggredisce

e risolve

è naif

affamato di esistenza 

con me 

vive 



                                                                                    Venafro, 8 marzo 2020


 Il clima, di nuovo, improvvisamente freddo, ci dà una pausa, gradita. Mi fa piacere. È ancora un po' inverno, l'estate, la vita, pu...