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venerdì 27 novembre 2020

Questa mattina...

 ...sono serenamente a casa a scrivere. E' una bellissima giornata di sole. Sono andata, in pigiama e vestaglia, a prendere mamma per farle passare qualche ora in dolce compagnia e ho pensato di fare un dolcetto per la merenda dei ragazzi utilizzando quello che ho in casa.


Innanzitutto ho voluto "riciclare" il Nesquik che i miei figli non gradiscono più. Quindi ho cercato una ricetta per una torta al cioccolato che ho riadattato a modo mio. Ho battuto nel robot tre uova intere con circa 200 grammi di zucchero, ho aggiunto 300 grammi di farina e una bustina di lievito, un po' di burro, un po' di margarina Vallè, un mezzo bicchiere di latte, un po' di Bombardino per aromatizzare e arricchire e ho battuto ancora per qualche minuto. Ho unto e infarinato uno stampo da ciambella e acceso il forno a 175 gradi. Poi ho versato un po' dell'impasto chiaro nel fondo della teglia, ho aggiunto nel boccale il Nesquik,  ho mescolato e ho versato ancora nella teglia, ho aggiunto cacao amaro Perugina, mescolato e versato ancora, infine ho aggiunto gocce di cioccolato bianco Perugina, ho mescolato e ho svuotato l'impasto cremoso nel contenitore che ho messo a cuocere per 50 minuti. Vedremo... Dovrebbe venirne fuori un dolce che affettato sarà multicolor. Così! 



giovedì 26 novembre 2020

EI FU


Maradona si è spento, è morto il campione assoluto del calcio, un uomo e un atleta genio e sregolatezza. Se n'è andato a sessant'anni, ancora "giovane", ma ormai svuotato di ogni significato esistenziale, oserei dire, annullato dalle malattie e dalle dipendenze, dalle abitudini di vita eslege, completato il suo naturale ciclo vitale. Forse è stato tanto virtuoso nel calcio quanto viziato nella vita di tutti i giorni. Donne, spese folli, cocaina, alcol hanno fatto da contrappasso terreno ai virtuosismi esibiti in campo da gioco. 
Non ho mai seguito granché il calcio in genere e Maradona in particolare, ma ne ho sentito parlare sempre in maniera entusiastica da mio marito, sincero tifoso del Napoli, e dai miei figli, ne ho letto e ieri sera ho seguito vari servizi in tv e il film documentario di Kusturica, davvero interessante, che lo restituisce al pubblico per quello che era, un artista del calcio, un ragazzino povero e sfortunato, nato in una famiglia numerosa, che riesce a tenere il pallone incollato al piede e a fare meraviglie per la gioia propria e dei tifosi. 
Diego Armando iniziò a giocare nella squadra di calcio del padre ma fu notato per la sua eccezionale bravura e presto passò alle squadre Juniores degli Argentinos e del Boca. Poi solcò l'Oceano e approdò al Barcellona e finalmente al Napoli, ove coniugò le qualità del fuori classe col tifo, il calore e l'affetto della città che condivideva col campione una natura singolare e prodiga e che gli dedicherà lo Stadio. E divenne leggenda, acclamato, osannato, strapagato, discusso. Nel corso della carriera si è prestato a polemiche, ad amicizie discutibili, a licenze non comuni per un atleta, ma in fondo el pibe de oro non aveva nulla di comune. La consacrazione assoluta l'ebbe nel Mondiale Messicano del 1986 con i due gol segnati  contro l'invisa Gran Bretagna, quello di mano chiamato "la mano de Dios" e "il gol del secolo". Quella partita, di per sè calcisticamente memorabile,  si tinse dei colori della rivalsa  politica contro gli inglesi della Thatcher che avevano prevalso sugli argentini che nel 1982 avevano tentato di riprendersi le Isole Malvine. Maradona vi fece espresso riferimento e non esitò a dire, qualche tempo dopo, che "Carlo, sì, quello d'Inghilterra" avrebbe voluto conoscerlo ma lui aveva detto di no: non avrebbe potuto stringere una mano insanguinata, sporca del sangue dei suoi connazionali. 
Tutt'altro provava per Fidel e per il mito del connazionale Che Guevara, i rivoluzionari che si erano opposti con forza al capitalismo e alle mire espansionistiche degli Stati Uniti verso l'America Latina. Ma  se Maradona giudicava in maniera negativa il capitalismo, in qualche modo ne era asservito con cachet milionari, spese folli, evasione fiscale. Eppure un fuori classe  va giudicato con altro metro, anzi  visto con altro occhio, quello che guarda solo la grandezza assoluta del campione che è stato giudicato il più grande del mondo (insieme a Pelè?). Perchè anche la sua vita privata, con cinque figli da quattro donne diverse e fugaci relazioni, suggerirebbe   altro apprezzamento. Cadute, risalite, infortuni, malattie, interventi, droga, al campione è mancata la retta via, la disciplina, la costanza. Forse nessuno gliel'ha mai insegnata e lui non ha saputo autoimporsela, ubriaco del suo stesso valore di calciatore, consapevole di non aver bisogno come gli altri di allenarsi e fare sacrifici per stupire il suo pubblico e se stesso, quel ragazzino commovente che intervistato in un campetto polveroso del villaggio in cui viveva in una sorta di capanno con una famiglia di dieci persone, un 10 fatale, disse di avere un sogno: giocare i Mondiali e vincerli. 
Non a tutti accade di poter esprimere e realizzare sogni così, anzi, forse a nessun altro dopo di lui, il Napoleone del Calcio Mondiale. 




Ei fu. Siccome immobile. 

Stette la spoglia immemore
Orba di tanto spiro,
Così percossa, attonita5
La terra al nunzio sta,

Muta pensando all’ultima
Ora dell’uom fatale;
Nè sa quando una simile
Orma di piè mortale10
La sua cruenta polvere
A calpestar verrà.

[Lui folgorante in solio

Vide il mio genio e tacque;
Quando, con vece assidua,15
Cadde, risorse e giacque,
Di mille voci al sonito
Mista la sua non ha:

Vergin di servo encomio
E di codardo oltraggio,20
Sorge or commosso al subito
Sparir di tanto raggio:
E scioglie all’urna un cantico...


mercoledì 25 novembre 2020

Giorni

 In questi giorni, compatibilmente con gli impegni di lavoro e famiglia, scrivo, scrivo febbrilmente e spero di portare a termine il mio progetto in tempi brevi. Oltre a scrivere, ascolto audio YouTube per lezioni varie e meditazioni di mildfulness, leggo, cerco di muovermi a piedi e cucino. Da quando hanno chiuso le palestre ho sospeso con lo yoga e la ginnastica e questo mi dispiace molto. Da un po' anche la mia terapista si è messa in pausa, quindi per il mio benessere personale non mi resta che qualche massaggio. 

I computer, sia in tribunale che il portatile a casa, fanno continuamente i capricci, rallentando e mie operazioni. 

Tornata a casa stasera ho appreso che fosse morto Maradona. Mi spiace molto, era giovane e ha consumato la sua vita abusandone. Non sono un'appassionata di calcio ma pare fosse il più grande di tutti i tempi e mi inchino a questa straordinarietà. Ho visto uno speciale su Raidue e adesso sto vedendo un filmato su La7. Un personaggio, una persona con opinioni politiche ben precise, un fuoriclasse in tutti i sensi. Notevoli i tributi a Napoli nonostante il lockdown e la zona rossa, ma mi sembrano eccessivi gli atteggiamenti che sfiorano l'adorazione. Riposi in pace. 



 


 

martedì 24 novembre 2020

SABATO SERA


Normalmente Claudio il sabato sera ci porta fuori a cena, ma non potendo uscire, si adopera in casa preparando in prima persona bontà a base di carne. La settimana scorsa tartare e panini con mega hamburger, sabato scorso filet au poivre flambè, olè!!!







E' stato divertentissimo vederlo impegnarsi nella preparazione, dalla A alla Z. E' andato ad acquistare la carne adatta, cinque spesse fatte, ha allacciato, infarinato e cotto nel burro a richiesta dei ragazzi sfidando il suo colesterolo, poi ha cosparso di pepe fresco in grani pestato col fondo di un bicchiere. Infine si è dato alle fiamme aggiungendo brandy a volontà. 

Buonissimo piatto. 

Non capivo più se ero dinanzi a Claudio o Nerone, comunqua la cena è stata ... imperiale!

SI VA


La vita continua in questa sorta di limbo, di lockdown attenuato. Preoccupanti le notizie di crescita dei contagi, conseguenziale la scelta del Governo di dare un ulteriore giro di vite, numerose le polemiche, secondo me spesso sciocche, faziose e inutili. Però pare che adesso vada meglio. Non appena l'Italia è stata divisa in zone gialle, arancio e rosse e i contatti nelle zone più colpite sono stati limitati, la curva ha preso a scendere. Inoltre sembra che si sia davvero vicini alla diffusione del vaccino. Diverse le case farmaceutiche prossime a mettere in commercio il rimedio, prima del previsto date le pressioni. Forse ce l'abbiamo fatta. 

In tutti questi giorni sono andata avanti normalmente sperando che nessuno di noi si ammalasse, ma il virus è arrivato davvero molto vicino: il personal trainer di mio marito, il papà della ragazza di Pietro, le mogli dei nostri elettricista e idraulico, insomma persone con le quali siamo state a contatto.

Ho occupato il mio tempo lavorando, facendo commissioni, stando in casa a scrivere a un nuovo progetto e a cucinare. 

Ale mi ha sfidato di nuovo sul terreno orientale chiedendomi i ramen allora sabato ho cercato di accontentarlo. Non ho fatto a mano anche i noodles, sarebbe stato troppo lungo, ma ho fatto tutto il resto, ovvero un brodo rinforzato con pezzi di maiale con ossa oltre che vitello e pollo; ho aggiunto verdurine e zenzero e alla fine ho colato e sgrassato più volte. Ho cotto nel brodo del tagliolini ottimi di Campofiloni che hanno tenuto magnificamente la cottura e ho completato con soia, uova sode e porro fresco. 






Ma la sera ho ceduto i fornelli a Claudio che si è improvvisato un Nerone coi fiocchi!

mercoledì 18 novembre 2020

Oggi sushi
















Tutto è pronto 








Riso cotto a raffreddare nel legno



Gli attrezzi del mestiere

I miei ragazzi adorano la cucina giapponese e quindi il sushi. Spesso quando usciamo e ne abbiamo la possibilità lo mangiamo. 

I questo periodo va  molto di moda il cosiddetto all you can eat, ovvero tutto quello che puoi mangiare, che consiste nel poter chiedere di tutto, senza limiti, pagando un prezzo fisso a patto di non lasciare nulla nel piatto. Spesso si tratta di una fregatura e di cibo di cattiva qualità, ma ci sono anche locali in cui si mangia cibo giapponese di ottoma qualità, ad esempio al GINZA GOLD a Roma in via Barberini, dove anni fa Claudio ed io facemmo una cena coi fiocchi. 

Ad ogni modo, anche incentivata da un'amica ottima cuoca che sperimenta di tutto con successo, ho deciso di provare. 

Così mi sono approvvigionata dell'occorrente su internet: riso per sushi, fogli di alga Nori, tappetini per arrotolare, bacchette e aceto di riso;  poi ho comprato dei filetti filetti freschi di tonno, salmone e spada che ho messo in freezer ad abbattere per 72 ore. 

Quindi, sabato mattina, mi sono messa all'opera. 

E' stata una lunga e laboriosa preparazione. Ho messo il riso a bagno, 


l'ho sciacquato più e più volte finché l'acqua non è risultata limpida, ho tolto tutte e le impurità, poi ho messo in pentola stesso quantitativo di riso (nel mio caso 500 grammi) e di acqua, ho portato ad ebollizione, ho mescolato una sola volta e  fatto sobbollire a fuoco medio per 5 minuti, poi ho passato la fiamma e ho fatto cuocere ancora per 7 minuti. Ho spento, mescolato e  fatto riposare; poi ho rimesso di nuovo sul gas per 30 secondi e fatto raffreddare. Da parte ho preparato il condimento rappresentato da 150 grammi di aceto di riso in cui ho fatto sciogliere 38 grammi di sale e 60 di zucchero,  ho mescolato per bene e ho versato sul riso che intanto si era raffreddato in un contenitore di legno (non avendo l'arnese giapponese ad hoc ho usato una cassetta di vini ben lavata). Il contenitore di legno va fatto prima impregnare di acqua affinché non assorba l'aceto. Ho rimestato per bene finchè il riso divenuto lucido non è stato condito uniformemente. Ho fatto riposare ancora, mentre ho rivestito i tappetini di pellicola di plastica, poi ho posizionato l'alga e vi ho steso il riso compattandolo, ho disposto i vari tipi di farcitura e ho arrotolato.Insieme al pesce ho messo listelli di avocado, semi di sesamo  e semi di chia. Da ogni rotolo ho ricavato quattro pezzetti che ho tagliato con un buon coltello affilato bagnato per evitare che si attaccasse. E così ho preparato tanti California rolls. 

Intanto Claudio ha realizzato i cosidetti NIGIRI che abbiamo completato con listelle di pesce crudo.

In effetti la preparazione è complessa e richiede esperienza e manualità, ma il risultato è stato niente male. Ho guarnito con ciuffetti di formaggio spalmabile assoluto o mescolato al salmone in spuma e ho servito con  salsa di soia e wasaby, molto piccante da dosare con attenzione. 

Mamma non ha gradito!

Ne sono venuti fuori tre piatti variopinti e invitanti che abbiamo terminato fino ...all'ultimo chicco.

 Da rifare!

Domenica










Prima della chiusura totale che temo, domenica, Claudio ed io siamo andati a fare una passeggiata verso il mare. Abbiamo scelto di fermarci a pranzo a Gaeta, sempre bellissima, al ristorante A CASA MIA che ci aveva consigliato quest'estate l'amico Giancarlo. 

Il locale si trova a Gaeta vecchia, proprio sul mare. Abbiamo preso un tavolino fuori, vista mare,  e abbiamo esaminato il ricco menù. 

Abbiamo preso assaggi di baccalà arrosto su  crema di ceci, ottimo accoppiamento mare terra,  baccalà pastellato con cipolle caramellate e una parmigianina di alici. 

Poi Claudio ha chiesto degli spaghetti classici alle vongole ed io una votapiatto, una pietanza tipica del litorale, che consiste in calamari scottati e poi compattati e scaldati in padella con una panura dorata. 


Ma prima di partire ho preparato almeno il dolce per i miei ragazzi: uno strudel alle mele che preparo con grande facilità servendomi di un rotolo di pasta frolla (o  sfoglia) pronta. 

Ho steso la pasta, l'ho spalmata di marmellata alle albicocche  e vi ho disposto fettine sottili di mele renette con una spolverata di zucchero a velo, una spremuta di limone, uvetta passa, granella di nocciole e pinoli. 

Di necessità virtù


O, si potrebbe dire in dialetto, comm vann i tiemp accuscì m'namm i rient!

E così, visto che non possiamo più uscire come è nostra abitudine il venerdì e il sabato sera, cerco di preparare cosette gustose a casa per gratificare i miei ragazzi. 

L'altro giorno Claudio ha voluto fare per i ragazzi una vera cena da pub. Ha comprato panini giganti e cinque begli  🍔hamburger di scottona, li ha arrostiti sulla piastra e ha farcito i panini aggiungendo provola affumicata secca. Li ha fatti intiepidire in forno per per sciogliere la scamorza e poi ognuno li ha conditi con la salsa preferita e i vari sott'olio che preparano pe noi Iva e nonna Flora. 

Io ho fatto precedere la cena da una deliziosa e delicata tartare di carne, come quella che ho mangiato quest'estate a Saturnia.

Ho chiesto al mio macellaio di fiducia un mezzo chilo di carne sceltissima, lui mi ha proposto un controfiletto molto magro e lo ha tagliuzzato,  allacciato col coltello. 

Allacciato è un termine dialettale mutuato dal napoletano e deriva dal tardo latino 

 ad lacciatriturare finemente carni(lardo e/o prosciutto o pancetta ) ed è derivato da un tardo latino parlato *ad+aciare (formato su di un *acia per il class. acies= tagli affilati e per metonimia coltelli,orbene: adaciare→ addacciare→allacciare= inferir tagli, come suggerisce il dotto LELLO esperto di idioma napoletano nel suo interessante blog. 

Presa la carne l'ho condita con sale, olio AURINO extra vergine di oliva dei nostri poderi e pepe. L'ho servito in forme circolari ai miei lupi famelici con una salsina di maionese e senape. 

E così abbiamo ingannato il ritiro forzato con una cenetta gustosa sperando di poterla fare presto anche fuori casa. 








sabato 14 novembre 2020

Risotto alla zucca

L'altra mattina ero libera, allora ho approfittato per fare un po' di cose che normalmente non faccio. 

Sono andata al bar con Claudio a prendere un caffè, ho fatto un po' di shopping per la casa, sono passata a salutare un'amica e mi sono dedicata alla cucina per i miei palati raffinati. 

Ho pensato a un piatto di stagione, il risotto alla zucca. 


Amo fare i risotti, sono particolari, gustosi e versatili. E seguendo lo stesso criterio si possono preparare in tanti gusti. 

Ho fatto soffriggere bei pezzettoni di zucca matura con la cipolla in olio extra vergine di oliva e burro, poi ho versato abbondante riso per cinque persone e ho fatto tostare, ho aggiunto vino bianco e ho fatto sfumare. Ho cotto aggiungendo acqua bollente e dado (meglio il brodo se si ha tempo). 

Alla fine ho mantecato con del formaggio e servito decorando i piatti con speck tostato e crosticine di parmigiano fuso e lasciato indurire in piccole sfoglie in padella. 




giovedì 12 novembre 2020

Il Covid in tv

Ormai il covid colpisce anche in TV.

Questa sera sto guardando Tale e Quale Show e ho appreso che Carlo Conti, il conduttore abituale, è risultato positivo al virus e già da qualche puntata non conduce il programma. Anzi, nelle puntate precedenti, ha partecipato da casa, ma questa volta è presente soltanto in audio, per telefono, in quanto ricoverato in ospedale a Roma. Auguri!


Si avvicendano nella conduzione del programma i componenti la giuria, Loretta Goggi


con un orribile tailleur verde pisello, Panariello, Salemme e Gabriele Cirilli, ex partecipante alla gara e già vincitore, poi più volte guest star dato il grande talento.  

Mi piace osservare come cercano di trovare un posto al sole questi show men/show woman che stasera hanno l'opportunità di farsi notrare un po' di più. 

In particolare mi ha colpito Loretta Goggi che forse cerca il suo momento di celebrità, dopo aver fatto tanto nella recitazione (ha iniziato giovanissima ne LA FRECCIA NERA), nel canto (ha vinto SANREMO con Maledetta Primavera) e nelle imitazioni. Adesso ha la possibilità di condurre un programma come non le capitava da anni e forse non le sembra vero. Tra l'altro va detto che durante il programma ha dato la notizia della morte di STEFANO D'ORAZIO dei POOH. 


A me la Goggi piace non piace. Ritengo che abbia effettivamente una bella voce, ottime capacità recitative e di conduzione ma la trovo stucchevole e un tantino presuntuosa, con quelle sue uscite particolari, quei risolini finti, quelle imitazioni non richieste, prima di emettere il giudizio sui concorrenti, come a dire io avrei fatto meglio, così... Tende a  mettersi troppo in evidenza.

Panariello, altro toscano del gruppo, come Carlo Conti, è un altro cui non sembra vero di condurre uno show su RAI UNO in prime time.

A me come comico non è mai piaciuto molto e ritengo che sia stato molto fortunato ad avere tanto successo, fortunato più che meritevole. Molto meglio Cirilli e Salemme. 

Comunque  quest'episodio rappresenta semplicemente il fatto che davvero il Covid è ovunque, accanto a noi. Colpisce familiari, amici, colleghi, vicini di casa e conoscenti ed è preoccupante. 

Forse adesso c'è modo di aggredirlo con terapie più azzeccate rispetto alla prima ondata nella quale ci sono stati più morti. Ma ora ci sono molti più malati. 

Di recente mi è capitato di parlare in tribunale con un mio CTU,  uno pneumologo in servizio presso un centro COVID,  che mi diceva che ora il protocollo per curare non è tanto il Toci... di Ascierto ma il cortisone in associazione con l'eparina che notoriamente serve per per sciogliere, per fluidificare il sangue, per evitare le trombrosi.

Intanto noi siamo qui ad aspettare un vaccino, una risoluzione definitiva  mentre i governatori delle regioni si accapigliano con il governo per le misure da adottare, per non assumersi responsabilità e non alienarsi il gradimento degli elettori, perché ognuno alla fine cerca di ben figurare in prima persona piuttosto che ricercare il bene pubblico. 

 La scelta del partner o, meglio, la persona di cui ci innamoriamo ci definisce. In qualche modo rappresenta la nostra ombra, il nostro lato...