Ciao Hashimoto,
sono tuo cugino Basedow,
anch’io sono un morbo brutto e insidioso e all’inizio tendo a nascondermi. Non
voglio farmi trovare; curare non se ne parla proprio.
Sono una malattia autoimmune invisibile che attacca la tiroide, come te, ma io causo ipertiroidismo.
Quando prendo posto nell’esistenza di qualcuno mi attacco e non
lo lascio per tutta la vita; mi affeziono, diciamo così.
Gli altri non mi vedono ma la mia vittima mi sente e sta male senza sapere esattamente perché.
Posso
causare appetito e inquietudine, dimagrimento forte e mal di testa, ptosi
palpebrale e amenorrea, tachicardia e insonnia o edema e gonfiori, gozzo, crisi
tireotossiche e osteoporosi.
Posso attaccare anche in
altri modi, più originali, come te, Hashi caro, causando dolori o sbalzi di
umore, confusione e stanchezza, picchi di energia o senso svuotamento.
Rubo il sonno, anch’io; gonfio o assottiglio, attacco il fegato in epatomegalia, cioè lo faccio diventare più grande, spingo gli occhi in fuori, rendendo brutti con l’esoftalmo e faccio cambiare i capelli: li arriccio o li faccio cadere; a volte me la prendo con le unghie e posso far sentire ansiosi, preoccupati, depressi o volubili. Secco la pelle e creo brutte sorprese.
A volte la mia vittima organizza qualcosa di importante, come un esame all’università, il matrimonio, un viaggio. Ebbene, a volte lo concedo, a volte no.
Come faccio? Abbasso all’inverosimile
i livelli dell’ormone tireotropo, il TSH per noi intimi, alzo quello di T3, T4,
FT3 ed FT4, tutte sigle strane che stanno per ormoni della tiroide e scateno una bella, forte e inattesa crisi tireotossica con tanto
di astenia, fenomeni confusionali e altre conseguenze sul cuore o sullo
scheletro e la solidità delle povere ossa, che da quel momento in poi non
saranno più le stesse, ma più fragili e porose.
Perché faccio tutto
questo? Non lo so di preciso, è la mia vita, il mio lavoro. Magari a causa di
un virus o di tanto stress, di un dispiacere, di inquinamento o radiazioni o perché
l’oggetto del mio desiderio rientra nel cosiddetto protocollo tiroideo.
In questo caso la vittima
ignara, spesso una giovin donzella, è stata caricata in famiglia di aspettative
e responsabilità, è stata convinta di doversi occupare della povera mamma, di dover
fare tutto da sola, di dover essere tanto brava in tutto, povera ignara e
sciocca perfettina.
Io, di fronte a tanta fragilità, non posso farne a meno, attacco. E quando avrò cominciato ad agire in modo concreto, a causare un bel po’ di danni e fastidi, sarà già tardi.
La vittima dirà a casa, laddove non se ne fossero ancora accorti, che
sta male e che vuole andare dal medico. Illusa. Altro che medico, ce ne vorrà
un esercito.
Comincerà a raccontare i
sintomi a questo e quello, sarà visitata e sottoposta a tanti esami: esami del
sangue in tutti i centri diagnostici più vicini, ecografie, scintigrafie, aghi
aspirati e TAC e RMN e RX, visite oculistiche, visite ginecologiche e
cardiologiche, finché qualcuno finalmente dirà “ma è la tiroide!”
Sì, la tiroide ma non
solo, lei è solo il primo bersaglio.
E inizieranno le cure con
i tireostatici, sempre più forti, finché comparirà edema e gozzo e chili in più
e compressione della trachea e altri, nuovi, fantasiosi disturbi.
Ma appena si smetteranno
le cure, per evitare effetti collaterali o riscontrare guarigione la tiroide,
sempre lei, reattiva e resiliente più che mai, ricomincerà galoppare.
Allora via, cambio di medico
e di medicine. Altro giro altra corsa.
Intanto stanchezza,
sfiducia e malessere accompagnano la vittima, quotidianamente, anche quando
parenti e amici cominciano a essere stanchi dei suoi lamenti e di dover
accompagnare il prigioniero di qua e di là.
Gli studiosi, i medici, i
professori, gli endocrinologi ci studiano, trattano, curano in tanti modi, con
i farmaci, il radioiodio, la chirurgia.
Riusciranno a
sconfiggerci del tutto? In quanto tempo? Quanto impiegheranno per capire che si
tratta di noi prima di debellarci? Ci stanno assediando.
Dobbiamo organizzarci
meglio e affilare le armi, ci stai cugino Hashimoto? Io sì.
E ora ti saluto con piglio
pervasivo, ho ancora molto da fare.
A
presto
Morbo di Basedow
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