A OGNUNO LA SUA. I MIEI FIGLI SONO PARTE INTEGRANTE DELLA MIA FELICITA' MA NON LA SOLA |
Spesso crediamo che essere felici dipenda dall'avere un buon lavoro, una relazione che funziona, successo e danaro, ma non è così.
La felicità, quella vera, non ha cause esterne e sgorga direttamente da noi stessi, quando diventiamo armonici con la nostra natura profonda, con la nostra anima, col nostro se, col nostro demone.
Felicità in greco era detta Eudaimonia, cioè buon demone, quindi la felicità è data dall'essere in accordo con il nostro demone interiore.
Quindi non dipende dagli altri e non è un premio per le sofferenze patite. Non può essere delegata all'esterno ed è è uno stato del cervello.
Sta però agli antipodi del pensiero, non può essere collegata o ricercata con la mente ma col sentire.
Spesso ci arrocchiamo, ci arrovelliamo nei pensieri. Non va.
Dovremmo piuttosto chiederci: sto facendo quello che mi piace? sto seguendo la mia strada? sto alimentando il mio demone interiore? sto facendo davvero me stesso? agisco per ciò per cui sono nato?
Se un ragazzo ha ad esempio, naturale inclinazione per giocare a pallone, o dipingere, o suonare, o studiare letteratura e viene, direttamente o indirettamente, indotto dalla famiglia a iscriversi alla facoltà di ingegneria non potrà essere felice.
Primo passo per trovare la felicità e smettere di pensare. Ma come si fa per smettere di pensare troppo?
L'eccesso del
ragionamento, della riflessione porta ad una stasi a cronicizzare i problemi e
il dolore. È necessario fare invece degli esercizi pratici e vivere nella
natura, svolgere delle buone pratiche psicologiche e soprattutto tanta meditazione per ricongiungersi al se profondo.
P.S. e note. Argomenti liberamente trattati. Spunti tratti da letture di Riza psicosomatica e altro.
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