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giovedì 28 marzo 2024

L'anno della solitudine

s'incunea tra la folla

dietro condoglianze 

di maniera

lame acuminate

di critica e dissenso

taciuti per buon senso 

creduto

L'anno della solitudine 

sta per compiersi

in una lacrima 

di rimpianto

Non reco fiori 

ma presenza 

nella casa dell'assenza

ove miriadi 

riempiono spazi

di vuoto abissale







                                                                                  Venafro, 25 3 2024



mercoledì 20 settembre 2023

MAMMA MIA

 


Un pranzo in suo onore, per l'onomastico, a Cascina Le Noci

Mamma a Scauri 

Scauri La Luccioletta

Con la sua amica del cuore ROSA DI NOTO D'AMICO

Di recente, mamma ed io insieme al Laghetto

Chissà dove a bere un caffè con me

Dopo la messa in memoria di babbo 

Tra le braccia di Pietro

Una distinta e bella signora 

Con Iva cara, il suo medico, la sua compagna di vita per 50 anni e oltre

HOTEL DORA Pranzo per i suoi 90 anni 

con gli amati nipoti 

A casa mia, al battesimo di Claudio Maria

a Rocca da Iva 

All'Hotel Dora per un suo onomastico
















                 























Faccio finta che tutto sia normale, esco, entro, parlo, scrivo, mi sono trattenuta a lungo a Scauri, al mare, lontana...
Ma in realtà nulla è normale e io sto facendo, in questi ultimi 100 giorni tristi,  soprattutto una cosa: elaborare il lutto di mia madre, della mia mamma adorata. 

Penso, ripenso, sogno, guardo foto, vado al cimitero, metto in ordine nella sua casa, vado lì a pulire, a 

innaffiare le piante, a svuotare un cassetto, a riordinare l'anta di un armadio, a sbrinare il frigo, vado a pensarla. 

Mi siedo sulla sua poltrona, mi stendo sul suo letto di morte, piango, urlo il suo nome invano ma mamma non risponde, mamma  non c'è più, è inutile, non ci sarà mai più, l'ho perduta per sempre. 

Mamma adorata, santa, sapiente, prodiga, paziente, mamma con le mani d'oro, mamma che mi adorava e viveva solo per me, figlia unica vezzeggiata e viziata, mamma cara, silenziosa, prudente, altruista, buona, opportuna, mamma che sapeva fare tutto, che mi ha insegnato tutto quello che so. 

Mi sento orfana come una bambina di tre anni invece ho goduto di lei per 56 anni, del suo saper fare, dei suoi regali immensi, piccoli o milionari, dei suoi consigli, del suo aiuto incessante, del buon esempio, dei suoi soldi. 

Mamma mia, come vorrei tenerti qui, ora, accanto a me, allo studio, mentre scrivo, e tu non volevi; vorrei prenderti la mano stanca e fare l'amore con gli occhi. Ti amo tanto mamma mia, è straziante non averti più accanto in carne e ossa, pelle e ossa. Ti eri consumata, non eri più autonoma, le badanti non le volevi, volevi solo me e io invece saltellavo di qua e di là. Ne provo il rimorso. 

Ti hanno trattata male, mamma mia bella? Dimmelo...

Mi chiamavi, volevi me. Venivo ogni giorno, più volte al giorno ma erano visite troppo fugaci per farti resistere alla vecchiaia. Avrei dovuto tenerti a casa con me, portarti in giro, stare più tempo con te a chiacchierare, ma tu eri così chiusa, sempre arrabbiata. Mi guardavi con aria di rimprovero, di critica, di disapprovazione. Oh, mamma ci siamo amate così tanto, anni e anni di simbiosi. Ho dovuto staccarmi e ora mi pento. Eravamo diverse. Tu antica, severa, parca; io divisa e figlia del mio tempo come di te.

Ti vorrei ancora e ancora. E tu non puoi tornare. Chissà se ci rivedremo quando verrò io ma io non credo, non credo in nulla. 

Posso solo dire che ti amo, che mi manchi, che a volte mi sento perduta, sola, defraudata, bisognosa. Non ho più nessuno alle mie spalle, nessuno che mi ami come te, nonostante la mia bella e numerosa famiglia. 

Mamma mia, è dura. parole e lacrime non esprimono il vuoto, il disorientamento, il rimpianto, la mancanza, il rimorso, l'amore. 

Solo una cosa mi fa un po' di luce, benché tu sia andata via con dolore, consunta, stanca, vecchia, che sei andata via tra le mie braccia. Io ho raccolto il tuo respiro, io ho avuto il tuo ultimo sguardo perso nel vuoto, con Iva accanto e Umberto vicino. 

Riposa in pace e nella luce che meriti, mia adorata 

giovedì 25 novembre 2021

Cinema


Ho appena visto l'ultimo film di Sorrentino


(Paolo Sorrentino nasce a Napoli, nel quartiere del Vomero, il 31 maggio del 1970. A 17 anni perde  contemporaneamente entrambi i genitori a causa di un incidente domestico e decide di non intraprendere la stessa carriera del padre, di professione bancario. Si iscrive a Economia e Commercio, ma gli studi universitari non fanno per lui, così sceglie di rischiare, facendo della propria passione per il cinema un mestiere. Fonte Comingsoon),  E' stata la mano di Dio,

in uno sperduto cinema Odeon che c'è voluta l'altra mano di Dio per trovarlo, sotto la pioggia. 

Ma ne è valsa la pena, mi è piaciuto molto. 

E' una celebrazione di Napoli, della nostra società anni "80 con diverse citazioni, dell'età dell'innocenza, della perdita dell'innocenza attraverso il dolore. 

E' poetico e drammatico, è comico e folkloristico, è colorato e sincero. 

E' un film autobiografico e intimo che fa anche ridere. 

Tanti gli attori campani o napoletani a partire dal giovane protagonista FILIPPO SCOTTI, nato  il 22/12/1999    e Tony Servillo 


(Marco Antonio Servillo nasce ad Afragola, in Campania, il 25 gennaio del 1959. Fratello di Peppe Servillo (leader della Piccola Orchestra Avion Travel), muove i primi passi nel campo della recitazione presso l’oratorio salesiano di Caserta ed esordisce a teatro nella pièce di Bertolt Brecht "Le visioni di Simone Machard". Fonte Comingsoon), fino a  Luisa Ranieri e Massimiliano Gallo (I Bastardi di Pizzofalcone, Imma Tataranni, sostituto procuratore). 

Bello anche che il film sia uscito proprio in occasione del primo anniversario della morte di Maradona
Insomma un film da vedere in questa situazione di semilibertà ritrovata e precaria. Finchè si può. 

Quiete serena

Mentre i giorni d'autunno si inseguono, io sto. Sto bene, ferma nel mio sole di novembre, a godermi l'amore sempiterno di mio marito...