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mercoledì 18 novembre 2020

Di necessità virtù


O, si potrebbe dire in dialetto, comm vann i tiemp accuscì m'namm i rient!

E così, visto che non possiamo più uscire come è nostra abitudine il venerdì e il sabato sera, cerco di preparare cosette gustose a casa per gratificare i miei ragazzi. 

L'altro giorno Claudio ha voluto fare per i ragazzi una vera cena da pub. Ha comprato panini giganti e cinque begli  🍔hamburger di scottona, li ha arrostiti sulla piastra e ha farcito i panini aggiungendo provola affumicata secca. Li ha fatti intiepidire in forno per per sciogliere la scamorza e poi ognuno li ha conditi con la salsa preferita e i vari sott'olio che preparano pe noi Iva e nonna Flora. 

Io ho fatto precedere la cena da una deliziosa e delicata tartare di carne, come quella che ho mangiato quest'estate a Saturnia.

Ho chiesto al mio macellaio di fiducia un mezzo chilo di carne sceltissima, lui mi ha proposto un controfiletto molto magro e lo ha tagliuzzato,  allacciato col coltello. 

Allacciato è un termine dialettale mutuato dal napoletano e deriva dal tardo latino 

 ad lacciatriturare finemente carni(lardo e/o prosciutto o pancetta ) ed è derivato da un tardo latino parlato *ad+aciare (formato su di un *acia per il class. acies= tagli affilati e per metonimia coltelli,orbene: adaciare→ addacciare→allacciare= inferir tagli, come suggerisce il dotto LELLO esperto di idioma napoletano nel suo interessante blog. 

Presa la carne l'ho condita con sale, olio AURINO extra vergine di oliva dei nostri poderi e pepe. L'ho servito in forme circolari ai miei lupi famelici con una salsina di maionese e senape. 

E così abbiamo ingannato il ritiro forzato con una cenetta gustosa sperando di poterla fare presto anche fuori casa. 








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