NON SALIRE SU QUEL TRENO
di
Giuditta Di Cristinzi
Si
ritrovarono tutti sul sagrato, con i chicchi di riso tra i capelli, per fare la
foto di gruppo. L'atmosfera era solare e
briosa. Rosita era splendida nel
vestito di pizzo bianco, con il
sorriso leggermente tirato che traduceva tutta la sua felicità e le sue
aspettative. Tutti volevano baciare la sposa e farle gli auguri.
Dopo la
cerimonia e le foto di rito, gli invitati si ritrovarono nella villa sul mare
che gli sposi avevano scelto per festeggiare il giorno memorabile. Eligio,
durante l'aperitivo, ebbe modo di incontrare i vecchi colleghi di corso e di fare conoscenza con
altri amici di Rosita, che aveva conosciuto in parte dai racconti dell'amica.
Anche
Maristella alla fine era riuscita a liberarsi e a venire dall’Inghilterra, dove
faceva la ricercatrice all’Università di Manchester. L’aveva sentita due mesi prima, appena ricevuto l’inatteso
invito. Non potevano certo mancare alle nozze. Avevano condiviso tante ore di
studio e di esercitazioni e gli ultimi momenti da studenti, prima dell'inizio
della vita adulta. Ed ora si erano ritrovati per festeggiare l’amica, la prima
del gruppo che si sposava. L’avevano attesa, seduti vicini nel banco,
condividendo l’emozione, come al tempo degli esami.
Sulle note
della marcia nuziale, Rosi era entrata
in chiesa, al braccio del padre. Il suo Andrea l'aspettava teso, ma sorridente
sull'altare. La chiesetta era adornata con una miriade di fiorellini bianchi.
L’addobbo doveva essere costato una cifra, pensò Eligio, ma del resto i matrimoni sono così. Una
grande parata folcloristica che sta alle persone come le feste patronali stanno
ai paesi.
Eligio ed Isa
avevano fatto un po' tardi e non avevano avuto il tempo di salutare tutti gli
altri. Lui conosceva già qualcuno, i familiari della sposa e gli amici di
corso, ma gli altri invitati per lo più
erano sconosciuti.
La cerimonia
fu semplice e per fortuna non troppo lunga.
Mentre
Maristella e Isa familiarizzavano, lui pensò che doveva organizzarsi meglio. Chissà
dove era finito l’invito a nozze. Se Rosita non l’avesse chiamato a telefono
per la conferma, avrebbe dimenticato di andare e poi se ne sarebbe dispiaciuto
moltissimo. Ricordava perfettamente la mattina della telefonata.
Il cicalino
della comunicazione interna aveva gracchiato.
- Eligio, al
telefono, è per te.
- Chi è?
- Una certa
Rosita. Dovrebbe essere quella tua vecchia amica, del master, quella che si
sposa a maggio, capito?
- Ah sì,
passamela. Dovevo chiamarla, l'ho dimenticato.
- Pronto?
- Pronto,
Elli? Sono Rosita. Che fai? Sempre a lavorare e a far soldi tu, eh?
.....
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