Siamo atterrati a Lisbona con un po' di ritardo. Giornata tersa e tiepida. Fortunati! Abbiamo preso la metro, linea Rossa, e siamo arrivati a San Sebastian, abbiamo cambiato linea e con quella Azzurra (a Lisbona ce ne sono 4) siamo arrivati ad Avenida, nel cuore della città, su una strada, un'Avenida appunto, piena di boutiques eleganti, da Gucci a Louis Vitton e oltre. Abbiamo preso possesso del nostro appartamento, lasciato i bagagli e ci siamo subito immersi in un gomitolo di strade e sali scendi. Sì, perché Lisbona si sviluppa su 7 colli come Roma ed piena di discese e salite, tutte in san pietrini, molto spesso bicolore. Abbiamo mangiato in un ristorante modesto a base di pesce. Io ho preso la zuppa del giorno e un'ottima seppia arrosto con verdure. Buono il vino portoghese e accettabile il prezzo. Qui la vita è meno cara. Tutto costa meno. Abbiamo camminato molto e in salita fino all'Alfama, cuore del centro storico. Abbiamo visitato en passant il Miradouro de santa Lucia, un belvedere panoramico sul fiume Tago, la cattedrale, la chiesa e la casa di Sant'Antonio e il sito del castello, tutt'intorno abitato. I ragazzi hanno assaggiato delle ottime frittelle di baccalà con cuore fuso di formaggio di capra, le famose pasteis de bachalau.
Poi abbiamo raggiunto la terrazza de la Graça con un panorama meraviglioso sui tetti della città, abbiamo sorseggiato un caffè e siamo scesi attraverso vicoli e scale interamente decorate con graffiti. Alessandro si è scatenato con le fotografie. Poi Pietro ha cominciato a sentirsi poco bene per la febbre. Lo abbiamo riaccompagnato a casa e noi siamo andati a cenare in centro, all'aperto (ottima la temperatura. Baccalà in tutte le salse, io l'ho preso con cipolle e uovo strapazzato, innaffiato da sangria "tinta". La prima giornata, gradevole, intensa e
stancante, si è chiusa così.
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