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domenica 24 aprile 2022

 rasa al suolo

la quota del respiro

piccolo uomo buono

avevi sempre 

per noi 

una telefonata

via per sempre 

cornetta e saluti

addio zio nino

dai natali di gaeta 

a venafro 

al cuore dell'umbria

hai volato basso 

ma cortese


giorni faticosi

lenti

carcasse malandate

digrignar di denti

fili burattini scene

teatri e maschere 

(e mascherine)

aiuti sperati

mancati

assenze

fughe

indifferenze

contorni sfumati

tutto da 

ridisegnare 

                                            Venafro, 24 aprile 2022

domenica 10 aprile 2022

dopo l'abbandono rivendico solitudine silenzia parole chiocce e giudizi che come gutta scavano non roccia divengo acqua che scivola verso altri declivi Venafro, 9 aprile 2022

venerdì 8 aprile 2022

Scrivere poesie Fuggire emozioni Cercare parole Nascondere paure Parlare parlare Stemperare tensioni Fare ordinare controllare Sedare il mare in tempesta Incapacità di navigare 8 aprile 2022

venerdì 1 aprile 2022

ALLE TERME 4

 TERME E GITE 


Durante i nostri soggiorni a Chianciano

Chianciano Relax alle Terme

non mancava mai una capatina a Montepulciano e a Pienza

Sono località che adoro e che ho rivisitato più e più volte. 

Ci sono tornata, dopo l'intervento alla tiroide a Pisa, con mamma, Iva e Teresa De Simone, una persona stupenda, dottoressa di Castellammare di Stabia che Iva conobbe in ospedale a Venafro, durante il suo tirocinio, appena laureata. Viveva in albergo, all'Hotel Vittoria, e spesso mamma la invitava a casa da noi a cena la sera. Era un'anestesista, nubile e senza figli, adorava i nipoti e un brutto male, anni e anni dopo l'ha portata via prematuramente. 






Montepulciano dicevo. Salite e discese, ristorantini, cantine, beni artistici. Mi pare sia la città natale del Poliziano e custodisca opere di Andrea della Robbia. Ci sono tornata nel "98, incinta di Pietro, con un camicione a fantasia marrone, forse orribile già allora, e degli zatteroni tozzi che calzavo sempre con grande piacere. Ba!

Quella volta fu con Claudio, Rosy e Giovanni, di ritorno da Forte dei Marmi e (solo loro) dal Palio di Siena dell'Assunta. 

Siena Il duomo

E più di recente ci sono tornata di nuovo con Claudio, Claudio e Maristella. C'era un bel mercatino nella piazza centrale dove ho comprato del formaggio, il buon pecorino di Pienza, altra località che amo. 



Anche a Pienza sono stata più volte. E' il classico borgo toscano, pieno di turisti, che deve il nome al Papa Pio II, Enea Silvio Piccolomini. Nel centro storico, oltre la piazzetta principale con il pozzo antico, ci sono viuzze che guardano sulla valle, che hanno nomi suggestivi, dove tutti amano fare una foto ricordo: via dell'amore, via del bacio, via della fortuna, ...

Lungo il corso principale osterie, enoteche, erboristerie, negozi di ceramiche. (Pienza è un comune italiano di 2 013 abitanti della provincia di Siena in ToscanaSituato in Val d'Orcia, non è molto distante dalla strada statale Cassia e dagli altri due importanti centri della valle, San Quirico d'Orcia e Castiglione d'Orcia. Il centro storico è stato dichiarato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità nel 1996. Fonte Wikipedia). 


A Pienza quest'anno ho festeggiato in parte il mio 25° anniversario di nozze. 

E' sempre un gran piacere tornare. 








Per andare da Chianciano a Pienza si passa davanti alla Chiesa di San Biagio detta per la sua monumentalità anche tempio di San Biagio. La chiesa, opera di Antonio da Sangallo il Vecchio ed esempio dell'architettura rinascimentale toscana del XVI secolo, sorge poco fuori dal centro storico della città, in una posizione isolata.E'  una chiesa a croce greca con imponente cupola. Mi pare che san Biagio si ricordi il 3 febbraio e che sia il protettore

 della gola. 


Forse c'è un tempo per parlare e un tempo per tacere. Forse adesso sono in quest'ultimo. Sebbene io sia così eloquente, ora è  il momento di riflettere. 

Negli ultimi tempi ho scritto tanto, ho pubblicato, ho curato con costanza il mio blog e ho condiviso molto sui social avendone un ritorno di simpatia e plauso ma anche di qualche fastidio e molti giudizi. Questa cosa me la sono sentita forte addosso e all'improvviso ho iniziato a non pubblicare più, stanca di essere attenzionata nel bene e nel male. 

Certo, continuo a scrivere, sto lavorando molto faticosamente, da settembre, al mio romanzo, che nel frattempo ha cambiaro nome. Non si chiama più E in mezzo l'equatore ma Volevo solo ballare. Però le pagine, anzi le righe, escono fuori lente e faticose. 

Questo è l'anno in cui anche Claudio Maria è andato via, a segnare una stagione della vita finita per sempre, i figli a casa, al liceo, i figli bisognosi di me, è l'anno in cui io e Claudio siamo rimastio soli, ad osservare il nostro rapporto, nudo, così com'è, a misurarci dopo 28 anni insieme, è il momento in cui soffro stanchezza al lavoro, difficoltà di rapporti e insoddisfazione del ruolo, sempre un po' misconosciuto e lontano da un effettivo riconoscimento. 

Sono i giorni delle numerose sentenze GdP, quelli in cui ho tentato di evadere con dei viaggetti, peraltro ora abbandonati, ma sono soprattutti i giorni del declino inerosabile di mamma, un declino cattivo e lento cui lei reagisce deprimendosi nel cupio dissolvi e nel desiderio di stare di più con me, di possedermi, come sempre, e io (reagisco) con gli incubi e i pensieri continui della sua fine. Forse tento di esorcizzarli occupandomi della cappella e del vestito per quando sarà ma il risultato è sempre uno stato di dolorosa sospensione, in attesa. 

Voglio viaggiare, fuggire, evadere, ma non è dato. 

Voglio scrivere, ma mi riesce difficile, voglio andare avanti e non pensare al passato, alle persone che mi hanno molto deluso, persone vicine, ora completamente assenti, che non fanno una visita o una telefonata a me o a mamma, dopo aver tanto avuto. Persone di principio, gli adamantini li chiamo, severi nel giudizio, anelastici, paralizzati dal rancore, un rancore che supera la gratitudine. Un rancore così profondo da essere ingiustificato.

Acci, com'è tosta la vita. Quando pensi di aver imparato come prenderla, dà un affondo che richiede altre risorse, altre energie, nuovi equilibri. 

Il tempo corre e la pelle avvizzisce, il tempo corre e noi siamo in scadenza, il tempo corre e io lo perdo. 

In questi giorni sto cercando di leggere l'Ulisse di Joyce ma è davvero complesso. Tosto, incomprensibile ma voglio farcela. 
 

Aspetto, aspetto che mi torni la vena giusta. che forse è già in viaggio. 

Quiete serena

Mentre i giorni d'autunno si inseguono, io sto. Sto bene, ferma nel mio sole di novembre, a godermi l'amore sempiterno di mio marito...