Sono in transito a Roma Termini.
Sto andando da Pietro che sta poco bene. Le stazioni sono sempre un ottimo punto di osservazione: incrociare tante persone diverse eccita la mia fantasia, la mia immaginazione. Nemmeno io sto troppo bene in questo periodo. Ho letto l'ultimo post, di metà novembre; sono passati solo tre mesi; ero felice perché Ale si era laureato e tante cose tornavano al loro posto. Poi sono passati giorni dopo giorni, ho subito tante sollecitazioni, tanto tanto stress, ho resistito, gestito e poi ho ceduto.
Ho notato che lo sguardo degli uomini che mi incrociano è mutato: non sono più una bella donna appetibile. Sono una signora attempata senza civetteria, senza nessuna voglia di piacere, di conquistare.
Sono un po' rammaricata per la mancanza di attenzioni da parte della mia amica.
Anche lei è in difficoltà ma preserva la sua tranquillità, il suo equilibrio evitando ascolto e lamenti. Io mi sono prodigata in altri momenti.
Va bene, va bene così. Debbo adeguarmi, convogliare questa esigenza di parlare altrove, su altre persone e nella scrittura.
Tornando al momento, è bello viaggiare.