Ho avutro tre figli in quattro anni, li ho allattati al seno per un anno ciascuno. Ho trascorso tante notti insonni, li ho assistiti in tutte le innumerevoli emergenze sanitarie, dalle semplici influenze, ai frequenti vomitini, ai ricoveri osperalieri (non ci siamo fatti mancare nulla!), li ho seguiti a scuola, ho cercato di far fare loro i compiti, ho preparato le merende, i panini, le colazioni, le pastine, ho fatto tanta spesa, ho cucinato (male secondo loro, e sì, perchè i figli sono giudici sinceri e implacabili), ho lavato e stirato (certo, ho avuto anche tanto aiuto, familiare e prezzolato), ho avuto decine di colloqui a scuola, li ho accompagnati a fare le vaccinazioni, ho bollito ciuccetti e biberon, ho preparato ogni sera i vestitini e i grembiulini da mettere il mattino dopo, ho fatto bagnetti, lavato riccioli d'oro e tagliato mille volte le unghiette e tante volte -confesso- ho pensato "quando se ve vanno?".
E ora che due dei miei gioielli sono cresciuti, sono diventati maggiorenni e sono andati via, all'università, a costruire il loro futuro, uno a Napoli, uno a Roma, mi sembra tutto strano, vuoto, inutile. I miei tesori, sempre nel cuore, non poterli vedere toccare nutrire sgridare accudire... mi rattrista.
Strana stagione della vita questa per me, che sottolinea con chiarezza l'andare veloce e inesorabile del tempo. E' strano fare oggi questa riflessione, nel giorno in cui entra l'autunno.
Com'eravamo! |
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