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giovedì 11 marzo 2021



In questi giorni burrascosi della nostra storia, mentre abbiamo tristemente celebrato l'anniversario del primo lockdown e siamo ancora pienamente inpantanati nelle sabbie mobili della pandemia,

che in Italia

si colorano di giallo, arancio e rosso; mentre abbiamo "festeggiato" la Giornata Internazionale della Donna

sentendo alla tv le solite tristi notizie di uxoricidi; mentre stiamo a guardare Draghi

da poco insediato, aspettando che tiri fuori chissà quale asso dalla manica o coniglio dal cappello, Zingaretti,

il segretario del PD, si è dimesso senza risparmiare critiche ai suoi. 

Anche il Movimento 5 Stelle deve decidere che fare di se stesso, dopo aver più volte cambiato natura. 

Forse a capo del PD ci sarà Enrico Letta, forse a capo dei 5S ci sarà Conte, entrambi ex Presidenti del Consiglio, entrambi defenestrati da quell'inqualificabile di Renzi. 

Si alleeranno?  

lunedì 8 marzo 2021

Donna oggi

 


Già, la festa della donna, anzi la Giornata Internazionale della Donna, questo si ricorda oggi, si sottolinea, si festeggia. Ma ha ancora un senso? 

Credo di sì, purtroppo, e dovremo continuare a porre l'accento su questa giornata finchè la parità tra uomo e donna non sarà raggiunta, al netto di tutte le sacrosante differenze tra i generi. Continueremo a farci gli auguri e continueranno a farci gli auguri con quel ramoscello giallo strappato a una bella mimosa in fiore finchè per fare le stesse cose, guadagnare lo stesso compenso, avere le stesse libertà non dovremo faticare di più e di più. 

E come se non bastassero le mille difficoltà "ordinarie della vita quotidiana, ci sono anche i soprusi più gravi, le violenze, le uccisioni, gli uxoricidi che testimoniano il sentimento di possesso da parte di certi uomini nei confronti delle "proprie" donne, come loro fossero solo poco più di un oggetto grazioso che deve esistere per compiacerli. 

Ma senza arrivare a queste forme più aberranti e gravi di discriminazione, che sfociano in reati, va detto e ridetto ci sono le "piccole" discriminazioni della vita di tutti i giorni, quelle che ci incatenano a doveri familiari e domestici pressanti, che ci tarpano le ali della libertà e del tempo. 

Perchè noi, no, non siamo padrone del nostro tempo e della nostra vita come i nostri compagni di viaggio. 

Nel momento in cui decidiamo di amare ed avere dei figli, nella maggior parte dei casi, dobbiamo rinunciare ad altro, alle ambizioni, alla carriera, a far tardi la sera al lavoro, ad assumere impegni troppo pressanti. 

Noi diamo la vita, cediamo il nostro corpo vivo a una funzione della natura, alla continuazione della specie, senza alcun ristoro se non la vita stessa che mettiamo al mondo. Assistiamo alla deformazione del nostro corpo, nel dubbio che possa ridiventare lo stesso di prima, partoriamo nel dolore e subito dopo cominciamo a fare nottate insonni, ad allattare per mesi, litri e litri di latte, a vegliare i nostri cuccioli, passo dopo passo, in ogni evenienza della vita, finchè diventano adulti ed oltre. 

E oltre a fare figli ci occupiamo della casa, della famiglia, a volte allargata. 

Alcune donne, se solo provano a lamentarsi del ménage quotidiano, si sentono dire: 
- In fin dei conti che fai? Un lavoro che vale 6-7 euro l'ora... 

Allora, per quanto a volte possa apparire stucchevole, questa giornata deve essere celebrata ancora a sottolineare le differenze tra uomo e donna, le differenze che resistono allo scorrere dei secoli, all'avvento del progresso, alle mille innovazioni tecnologiche,  all'evoluzione culturale e sociale. 

A volte chiediamo aiuto e ci troviamo a ripetere banalmente "ma butta almeno l'immondizia! " 

E ci sentiamo rispondere "ma non me lo hai chiesto". " Se manca qualcosa in casa comprala tu". "Ma io che ne so... ". 

Poverino, lui, il maschio,  non lo sa, perché il più delle volte vive in casa come in un hotel, a pensione completa. Al massimo pensa a pagare la stanza. 

E così noi ci ritroviamo a fare non solo il triplo,


in termini di tempo speso ed energie impiegate, ma siamo anche le uniche responsabili dell'andamento domestico e familiare. Sopportiamo anche il carico mentale dell'organizzazione di tutto. 

Anche se riusciamo a delegare a qualche esponente familiare del sesso forte una singola azione, siamo le architette, le ingegnere della casa. 

E ci dividiamo, letteralmente, facendoci a pezzi, perdendo sonno, caricandoci di ansie, privandoci di un briciolo di tempo libero, tra pulizia della casa, spesa, cucina, bucato, educazione dei figli, assistenza scolastica, giardinaggio, commissioni, evenienze sanitarie, cura dei genitori anziani, 


imprevisti, rapporti sociali, visite mediche e di cortesia, chi più ne ha più ne metta, e lavoro. 

Già, lavoro, questa chimera che abbiamo dovuto lottare per ottenere, per avere due soldi nostri un tasca, un briciolo di indipendenza e dignità. E non saremo, salvo rare eccezioni, mai abbastanza brave, non saremo mai il capo, non guadagneremo mai lo stesso. Perché mentre loro fanno solo quello, salvo intrattenere qualche relazione con gli amici e fare un po' di sport, noi -anche al lavoro- saremo rapite animo e corpo da mille pensieri che ci porteranno dritte alla cena da preparare, ai panni da stirare appena a casa, al pane che manca in dispensa, al pranzo da avviare per l'indomani, al figlio che ha preso 5 in filosofia, alla mamma da accompagnare dal medico,... 

Tanta la strada che è stata fatta, tanta quella da fare, perché il nostro compagno non ci risponda più alla richiesta di aiuto, candidamente, sinceramente, "ma io non lo sapevo, io non ci ho pensato, tu non me l'hai chiesto". 

Io sono una donna antica ormai, del XX secolo, e ho agito finora pedissequamente, scioccamente, come mi hanno insegnato a fare, ma spero che le donne di oggi e di domani possano vivere con i propri compagni rapporti diversi, fifty fifty, per avere la possibilità di dedicarsi quanto loro alle proprie passioni e volare alto in questa irripetibile avventura che è la vita. 

 Questa mattina mi sono svegliata alle 7:20 e non ho indugiato a letto un minuto di più; ho preso l'Eutirox e fatto colazione, mi sono v...