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venerdì 28 novembre 2014

I MIEI RACCONTI

TALEBANA D’AMORE
Racconto di Giuditta Di Cristinzi

La sveglia trillò puntuale ed inquieta sul mio comodino. La spensi subito per non  svegliare Nicola e andai in bagno a prepararmi. Accesi il cellulare e feci uno squillo a Rossella che, stranamente, rispose subito.
- Wè,  sveglia!?-
- Sì, sveglia e carica, cara. Passo prenderti tra venti minuti. Preparati e scendi giù.-
Ross mi aveva convinta, mettendo in campo tutte le sue innate doti di tenace rompiscatole, insistente ed  ossessiva, a fare questo “folle” weekend a Parigi. Per la verità, all'inizio, ero stata molto perplessa. Prendere un giorno di ferie, organizzare la casa, lasciare Nicola solo con i ragazzi in un periodo di superattività,... Ma alla fine lei e  le sue ragioni, che poi erano le mie, avevano avuto il sopravvento. Io ero stanca, spenta, stufa di occuparmi di casa, lavoro, famiglia, mamma. Nicola era sempre più distante ed egoista. Lui, il lavoro e il golf. Forse non tutti sanno che ci sono le vedove bianche del golf, le povere mogli dei golfisti, più povere di quelle i cui mariti giocano a carte o a calcetto o stanno per ore al bar. I golfisti sono dei veri stronzi, degli uomini tignosi che pensano ai tiri anche quando sono in bagno, che all'improvviso si alzano e vanno a provare un blaster in terrazzo o nel giardino di casa; che, una volta entrati nel mondo di questo sport vampiro, assoluto, totalizzante, non ne escono più;  uomini in gara con se stessi, fino alla fine, un record su quello precedente. Nicola credeva di sapere come giostrarsi tra me ed il golf, in un esercizio di equilibrismo costante; si illudeva  di sapere fino a che punto potermi trascurare. Ma non aveva capito un tubo. Ed io, prima di imboccare il viale senza uscita del divorzio da golf, avevo accettato l'invito di Rossella.   Scesi giù e la trovai alla guida della sua 500, pronta a partire per l'aeroporto.
- Ciao, dai  sali, non vedo l'ora... –

- Ross, mi fa rabbia, sai. Ma che cavolo pensi di fare, cosa vuoi trovare a Parigi?
...

I MIEI RACCONTI

AL TRAMONTO

GIUDITTA DI CRISTINZI

Nello spazio ristretto e noto della cucina, se ne stavano ognuna rinchiusa nel proprio recinto esistenziale, fingendo bonomia. La donna in realtà aveva fretta di andar via,  ma non voleva confessarlo, neanche se stessa.
- Ho pensato che a questo punto, forse,  potresti  prendere una donna, per un paio d'ore, ogni mattina.
- E per fare che?,  rispose piccata la vecchia, sistemandosi lo scialletto bordò sulle spalle.
- Ma non lo so, per un po' di compagnia, una persona di fiducia, che abbia le chiavi di casa, venga, apra, che ti aiuti ...
- Ma mi aiuti a far che, non ho capito?  Io non voglio nessuno.
- Lo vuoi un tè?
- Lo sai che non mi  piace quell’acqua sporca.
- Corretto? O preferisci un succo, non so, dell’acqua.
- Non voglio niente.
- Io, prima di uscire, prendo un tè caldo, con un po' di latte. Fa freddo fuori.
- Prenditelo.
- Tu proprio non lo vuoi?
- Se lo fai per te, dammene  un po', in una tazzina del caffè con poco zucchero.
- Ho pensato che potesse farti piacere, per compagnia, per fare la spesa.
- Ma non ho capito, mi vuoi affibbiare  una badante?
- Ma no, non si tratta di una badante. Di una donna di servizio, ecco, una che ti aiuti a fare le cose più pesanti in casa, che venga al mattino, apra,  veda se è tutto a posto.
- Hai paura che muoio di notte?
- Ma che dici,  se pensassi questo…
- Beh, che faresti?

- Niente. Sto solo dicendo che andrebbe bene avere una persona di fiducia con cui scambiare due parole,  che ti aiuti a lavarti, a tirar su le calze.

...

I MIEI RACCONTI

ALLE ARMI

di

GIUDITTA DI CRISTINZI

Avremmo dovuto aspettare ancora  un bel po’. Tutto il tempo del disgelo, mi dissi. Mi svegliai molto  presto. Dalle barre degli infissi vidi il panorama imbiancato. Durante la notte aveva nevicato. I rami dei larici e dell'abete vicino all'ingresso erano piegati dal peso bianco della neve. Dunque, avremmo dovuto aspettare ancora  un bel po’, mi dissi. Tutto il tempo del disgelo. La cosa mi faceva rabbia, ma dovevo stare tranquillo e guardare solo l'aspetto positivo. Del resto cosa avrebbe potuto accadere in meno di tre mesi?  Potevano guadagnare altre posizioni, forse. Ma no. In realtà, il freddo, il gelo, avevano lo stesso peso per noi e per loro. Io avrei avuto più tempo per l'addestramento e la preparazione dell'attacco a sorpresa. Il mio battaglione di civili, impreparati e disperati, faticava a metabolizzare l'ordine e la disciplina. Talvolta, vi erano episodi di insubordinazione. Ma nella vecchia casamatta nascosta nel bosco, ero io a comandare, questo era certo.  Avevo ripreso in pieno lo scettro del comando. Al mattino obbligavo il plotone H ad un paio d'ore di ferreo allenamento del parco.
Mentre ero immerso nelle mie riflessioni e mi accingevo a fare un po' di lavoro di strategia a tavolino con le carte, prima del risveglio di tutta la truppa, qualcuno bussò con energia alla porta.
- Chi è?- tuonai infastidito - avanti!
Sentii l’uscio scattare ed entrò il dottor Bosi, facendo capolino tra lo stipite e la porta.
- Buongiorno, colonnello. Come va oggi? Cosa fa? -
- Riposo, comandante, riposo.
- Bene.
- Ha nevicato. L'inverno sferra il suo primo attacco, minaccia di chiuderci in una morsa come e più dei serbi. Ma noi useremo questo tempo per l'addestramento.
- Certo, colonnello. Lei sa cosa fare.
- Può ben dirlo. Da quando il generale si è lasciato, il mese scorso, tutte le responsabilità di dirigere le operazioni grava su di me, che però ho  le spalle larghe. E lei cosa vuole a quest'ora?
- Visitarla e  provvedere alla terapia. Non trascuri se stesso.
- Certo, non lo farò. Non tanto per me, quanto per la mia gente. Dopo la battaglia di Vukovar, la cattura e le botte prese in testa, ho dolori lancinanti. Qui, alle tempie.
- Faccia vedere, si distenda sul letto. Intanto le prendo la pressione.
- Si sbrighi dottore. Dopo la colazione ordinerò e dirigerò io stesso due ore  buone di addestramento sulla neve. Il freddo ci temprerà.
- Sì, ma ci vada piano. Non è alle prese con dei professionisti.
- Lo so bene. A volte il plotone si sfalda. Questi civili non sanno cos'è la disciplina. Li punirei, alcuni dovrebbero andare ferri, ma lei è troppo indulgente.
- Sissignore. Ora ascolti. Devo cambiarle alla terapia. Prenderà solo tre pasticche al giorno. Il Depakon  mattino a sera e l’Eustat  dopopranzo. Chiaro? Vedrà, l'aiuteranno con i dolori alla testa.
- So sopportare, diavolo se so sopportare.

- Non lo fa per sé, signore, ma per il suo popolo, per la patria. Prenda questa, la prenda ora, subito, davanti a me.
...

CURIOSITA'

I ROCKFELLER LASCIANO IL ROCKFELLER CENTER E IL GE BUILDING.

UNIVERSITA'

FORTE CALO DI ISCRITTO ALLA SAPIENZA DI ROMA.
IN AUMENTO PICCOLI ATENEI.

FLASH ECONOMIA

L'AMERICA SI RIPRENDE, L'EUROPA FA DA ZAVORRA, IL GIAPPONE E' IN RECESSIONE.

ITALIA E SPAGNA VULNERABILI.

TV

L'ottimo Pierfrancesco Savino interpreterà Giorgio Ambrosoli nella fiction RAI QUALUNQUE COSA SUCCEDA- La serie andrà in onda su RAIUNO il primo e il 2 dicembre in prima serata, da vedere per ricordare e capire qualcosa in più sull'uccisione di Michele Sindona.

NOTIZIE

L'idea di inserire il canone RAI, spalmato, nella bolletta della luce pare sfumata. Troppe complicazioni per i cittadini. Eppure poteva essere una buona idea contro l'evasione della tassa più evasa.
Dove va la politica? Sempre più dietro all'economia, che detta regole e tempi.

venerdì 14 novembre 2014

Non ti odio e non ti amo, Catullo mio
Non mi trastullo io
Volevo solo un po' di rispetto
E mi ritrovo  con un tumore dentro il petto
Atti e azioni,  cattive parole
Restano sole
Aspri ricordi del cuore

Azioni e reazioni

Le cattive azioni e le cattive parole feriscono come spade a cumino te e generano malattie.

PROVERBI E VECCHI DETTI

 Quando è tiemp r vinaccia,
Chi vo l'ova z l faccia.
Fissa un punto dinanzi a te e raggiungilo. Senza scuse, senza rese.
C'è gente più cattiva che intelligente.
Perché?
C'è gente più cattiva che intelligente.
Perché?

sabato 8 novembre 2014

VA BENE COSI

Il mio dottore me l'ha insegnato
E' come un mantra fortunato
Lui è Felice di nome e natura
Mi ha reso donna più matura
"Va bene così", è il mio segreto
Quando serve me lo ripeto!

MONDO MASCHILISTA

PERCHE' LA PATRIA SI CHIAMA PATRIA E NON MATRIA?
ACCETTARE OGNI COSA E' SUPREMO ATTO D'AMORE O DEBOLEZZA E DIPENDENZA?
L'ELEGANZA E' BELLEZZA CHE NON INVECCHIA

GIUDITTA DI CRISTINZI: La vita pone in essere imprevedibili simmetrie.

GIUDITTA DI CRISTINZI: La vita pone in essere imprevedibili simmetrie.: La vita pone in essere imprevedibili simmetrie.

GIUDITTA DI CRISTINZI: La vita pone in essere imprevedibili simmetrie.

GIUDITTA DI CRISTINZI: La vita pone in essere imprevedibili simmetrie.: La vita pone in essere imprevedibili simmetrie.

GIUDITTA DI CRISTINZI: STRANEZZE E VERITA' CAPTATE DAL WEB

GIUDITTA DI CRISTINZI: STRANEZZE E VERITA' CAPTATE DAL WEB: NON MI MUOVO, NON AFFONDO. GALLEGGIO. L'ESSERE UMANO è L'ANIMALE PIU' FEROCE AL MONDO. L'UNICO CHE NON UCCIDE IL SUO SIMI...

CORE

Risultati immagini per CUORE DONATO IMMAGINI

Quanno mor' io
fammillo 'nu piacere
Mmiezo a 'sta rrobba fraceta,
nu piezzo bbuono pure ce' starra'.
Dallo a chi serve e che
se po' salva'.
Ce pienze che bellezza?
Co piezzo mio che passa
'mcuorpo a n'ato
facimmo fesso a morte
tutt'e dduie.
                                                         ALDO DI MAURO

STRANEZZE E VERITA' CAPTATE DAL WEB

NON MI MUOVO, NON AFFONDO. GALLEGGIO.


L'ESSERE UMANO è L'ANIMALE PIU' FEROCE AL MONDO. L'UNICO CHE NON UCCIDE IL SUO SIMILE SOLO PER FAME. SI E' INVENTATO IL SENSO MORALE PER NON PRENDERLO IN C... DAGLI ALTRI.

Quiete serena

Mentre i giorni d'autunno si inseguono, io sto. Sto bene, ferma nel mio sole di novembre, a godermi l'amore sempiterno di mio marito...