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venerdì 28 novembre 2014

I MIEI RACCONTI

AL TRAMONTO

GIUDITTA DI CRISTINZI

Nello spazio ristretto e noto della cucina, se ne stavano ognuna rinchiusa nel proprio recinto esistenziale, fingendo bonomia. La donna in realtà aveva fretta di andar via,  ma non voleva confessarlo, neanche se stessa.
- Ho pensato che a questo punto, forse,  potresti  prendere una donna, per un paio d'ore, ogni mattina.
- E per fare che?,  rispose piccata la vecchia, sistemandosi lo scialletto bordò sulle spalle.
- Ma non lo so, per un po' di compagnia, una persona di fiducia, che abbia le chiavi di casa, venga, apra, che ti aiuti ...
- Ma mi aiuti a far che, non ho capito?  Io non voglio nessuno.
- Lo vuoi un tè?
- Lo sai che non mi  piace quell’acqua sporca.
- Corretto? O preferisci un succo, non so, dell’acqua.
- Non voglio niente.
- Io, prima di uscire, prendo un tè caldo, con un po' di latte. Fa freddo fuori.
- Prenditelo.
- Tu proprio non lo vuoi?
- Se lo fai per te, dammene  un po', in una tazzina del caffè con poco zucchero.
- Ho pensato che potesse farti piacere, per compagnia, per fare la spesa.
- Ma non ho capito, mi vuoi affibbiare  una badante?
- Ma no, non si tratta di una badante. Di una donna di servizio, ecco, una che ti aiuti a fare le cose più pesanti in casa, che venga al mattino, apra,  veda se è tutto a posto.
- Hai paura che muoio di notte?
- Ma che dici,  se pensassi questo…
- Beh, che faresti?

- Niente. Sto solo dicendo che andrebbe bene avere una persona di fiducia con cui scambiare due parole,  che ti aiuti a lavarti, a tirar su le calze.

...

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