OLIVE E VELENO
GIUDITTA DI CRISTINZI
Che non
sarebbe stata una buona giornata Costa l’aveva capito subito, sin da quando
aveva aperto gli scuri della finestra su piazzetta Porta Nuova e si era
ritrovato avvolto dalla bruma novembrina. Aveva avuto appena il tempo di
mettere sul fuoco la macchinetta del caffè e di radersi il viso, quando Ferrara
aveva cominciato a bussare insistentemente all’uscio di casa. Era una cosa che
accadeva raramente.
Da quando
l’ispettore era stato trasferito a Venafro, a dirigere la locale caserma di
polizia, erano successe ben poche cose, per lo meno rispetto a quanto Costa,
fresco di nomina, aveva dovuto fronteggiare in Sicilia, durante il suo primo
triennio di attività.
- Ferrara,
prego, che r’è? Dalla caserma hai sentito l’addore ro cafè?
- Ispettore,
buongiorno. Scusate. Non vi avrei mai disturbato. Ma giù, in caserma, c’è Rosa
Pellino. Avete presente? La lavandaia…
-
Embè, che vuole? Quando ho panni da lavare, la mando a chiamare. ...
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