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mercoledì 16 dicembre 2015

DA OLIVE E VELENO

OLIVE E VELENO

GIUDITTA DI CRISTINZI


Che non sarebbe stata una buona giornata Costa l’aveva capito subito, sin da quando aveva aperto gli scuri della finestra su piazzetta Porta Nuova e si era ritrovato avvolto dalla bruma novembrina. Aveva avuto appena il tempo di mettere sul fuoco la macchinetta del caffè e di radersi il viso, quando Ferrara aveva cominciato a bussare insistentemente all’uscio di casa. Era una cosa che accadeva raramente.
Da quando l’ispettore era stato trasferito a Venafro, a dirigere la locale caserma di polizia, erano successe ben poche cose, per lo meno rispetto a quanto Costa, fresco di nomina, aveva dovuto fronteggiare in Sicilia, durante il suo primo triennio di attività.
- Ferrara, prego, che r’è? Dalla caserma hai sentito l’addore ro cafè?
- Ispettore, buongiorno. Scusate. Non vi avrei mai disturbato. Ma giù, in caserma, c’è Rosa Pellino. Avete presente? La lavandaia…

            - Embè, che vuole? Quando ho panni da lavare, la mando a chiamare. ...

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