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venerdì 25 settembre 2020

SETTEMBRE

I ricordi dell'estate


sempre più sfumati, immersi di nuovo negli impegni quotidiani di scuola, lavoro, famiglia, settembre ci rapisce con forza e spingendoci  in un'altra dimensione, quella del cominciamento del nuovo anno, forse più sentito adesso che a gennaio. 

Un po' traumatico per qualcuno, settembre porta pioggia e abbassamento delle temperature, nuovi progetti e  buoni propositi. 

Io sono riluttante a tutto ciò ma ho dovuto piegarmi. Ho ripreso da tempo a pieno regime il lavoro, la routine domestica, la spesa, i ragazzi,


le visite a mamma e ancora commissioni, adempimenti, appuntamenti, yoga, spostamenti in auto (vorrei tanto una bicicletta, ma la userei?). 

Ho deciso di iscrivermi in palestra ad ottobre e da giorni vado a camminare in campagna tutte le mattine per mezz'ora circa, mezz'ora durante la quale ascolto musica o video YouTube. (I figli mi insegnano tutto questo. Loro ascoltano lezioni di ogni genere sui canali YouTube, appunto, usano le sinfonie di Beethoven come sveglia e i Notturni di Chopin come sottofondo per studiare. E io sono orgogliosa di loro. Quando i genitori smettono di insegnare ai figli, devono cominciare a imparare da loro, tracce concrete di futuro).

Insomma, settembre, un po' di stress e tanti buoni propositi. Buon anno a tutti!


venerdì 4 settembre 2020

TRAGEDIA GRECA




Ieri sera, invitata dalla assessora alla Cultura del comune di Minturno Scauri, professoressa Mimma Nuzzo,

che lavora alacremente alla diffusione del sapere in città, organizzando numerosi eventi letterari, teatrali, artistici in genere, ho assistito con piacere e viva partecipazione alla rappresentazione teatrale della tragedia di Euripide LE TROIANE, rivisitata da una compagnia tutta al  femminile, LA GABBIANELLA club,




(

Trasposizione in lingua napoletana da Troiane di Euripide. Regia di Iole Schioppi, con Iole Schioppi, Agnese Laurenza, Caterina Giugno, Roberta Capuano, Josepha Pangia. La guerra 

di Troia raccontata dalle vittime finali ed incolpevoli della tragedia. Tutte incolpevoli ad eccezione di una: Elena, la spartana, verso la quale le troiane, ora vedove e bottino di guerra degli achei, puntano l’indice accusatore. Ma è davvero lei la colpevole di tanta sciagura? O piuttosto è anch’ella vittima tra le vittime, condotta al suo destino dalla propria bellezza e dai contorti disegni degli dèi?

Lo spazio scenico è una piazza ed il pubblico è invitato ad assistere ad un processo, quello di Elena.

La voce narrante è fil rouge della storia di quattro nobili donne, uniche sopravvissute alla guerra di Troia, connesse da un comune destino: la schiavitù. Fonte Piazzettadurante.it).





rinominata LE TROIANE, FIGLIE DI UN DIO MINORE? e trasposta in dialetto, rectius, lingua napoletana, una lingua sapientemente recitata e declinata con le sue note grammaticali e sintattiche, affascinante, coinvolgente, espressiva, talvolta intraducibile. 


Il lavoro è stato introdotto dalla professoressa Scognamiglio dell'Università degli Studi FEDERICO II di Napoli, ove si è formata JOLANDA SCHIOPPI, autrice, regista e attrice dell'opera.

La rappresentazione è stata relativamente breve, in unico atto, con musiche di sottofondo dal vivo. 

La tragedia, nella sua versione originale del V secolo a. C. (longeva la ragazza!), è  una delle opere minori del grandissimo tragediografo greco EURIPIDE, famoso per Medea, Ifigenia, Oreste, Le Baccanti, 

(Le troiane, o Le troadi (in greco antico: Τρώαδες), è una tragedia di Euripide, rappresentata per la prima volta nel 415 a.C., durante la guerra del Peloponneso. Tra le tragedie greche è considerata la meno "teatrale", la più statica.L'opera ebbe il secondo premio alle Grandi Dionisie ateniesi del 415 a.C., vinte dal quasi sconosciuto SenocleLa città di Troia, dopo una lunga guerra, è infine caduta. Gli uomini troiani sono stati uccisi, mentre le donne devono essere assegnate come schiave ai vincitori. Cassandra viene data ad Agamennone, Andromaca a Neottolemo ed Ecuba ad Odisseo. Cassandra predice le disgrazie che attenderanno lei stessa e il suo nuovo padrone una volta tornati in Grecia, ed il lungo viaggio che Odisseo dovrà subire prima di rivedere Itaca. Andromaca subisce una sorte terribile, poiché i Greci decidono di far precipitare dalle mura di Troia Astianatte, il figlio che la donna aveva avuto da Ettore, per evitare che un giorno il bambino possa vendicare il padre e porre fine alla stirpe achea. Successivamente Ecuba ed Elena si sfidano in una sorta di agone giudiziario, per stabilire le responsabilità dello scoppio della guerra. Elena si difende ricordando il giudizio di Paride e l'intervento di Afrodite, ma Ecuba svela infine la colpevole responsabilità della donna, fuggita con Paride perché attratta dal lusso e dall'adulterio. Infine, il cadavere di Astianatte viene riconsegnato ad Ecuba per il rito funebre, Troia viene data alle fiamme, e le prigioniere vengono portate via mentre salutano per l'ultima volta la loro città. Fonte WIKIPEDIA) ed è stata presa come spunto e calco per una serie di riflessioni, sulla guerra, sulla dignità umana, sulla condizione delle donne e di chi, in genere, è  costretto a subire azioni e torti dai potenti della terra, quasi come se alcuni fossero figli di un Dio minore (e questa lettura mi riporta al mio recente post SONO FEMMINISTA? Per inciso, no, non lo sono ma detesto le discriminazioni, condanno quell'ottuso pensiero maschilista che postula una "inferiorità" della donna, convinta come sono della parità ontologica di tutti i rappresentanti del genere umano). 

Ebbene, la rappresentazione, molto suggestiva, nella corte del castello baronale di Minturno,


nel cuore del centro storico, è iniziato con un monologo della bella Elena di Troia, in sfolgorante abito rosso, a simboleggiare la sua abbagliante bellezza, causa di tutto, presto ridotta in nero luttuoso. E' seguito il coro, costituito da tre donne (nell'antica Grecia era di 12 elementi), che camminavano, si muovevano e recitavano all'unisono.  Poi è stata la volta dell'invettiva della regina Ecuba contro gli dei, una Ecuba non solo detronizzata, vedova e "orfana" (non esiste termine a indicare il dolore massimo) dei figli, ma ridotta in schiavitù al servizio niente meno che di Odisseo, quell'Ulisse artefice dell'inganno che ha vinto Troia dopo 10 anni di guerra; grande e poderosa la recitazione, vibrante, passionale, fisica, con espressioni del viso delle attrici che traducevano prima delle parole, lo sprezzo, il dolore, la disperazione; dopo la mamma, è stata la volta di Cassandra, la figlia veggente, mai ascoltata, presa da un raptus che sapeva di esaltazione e quasi di follia; infine la mite ANDROMACA, cui hanno ucciso non solo il valoroso marito, ma anche l'innocente figlioletto, scaraventato dalla rupe, per timore che, una volta cresciuto potesse vendicare la patria e il padre. Insieme, le tre troiane sconfitte, vestite a lutto, si scagliano contro la bella Elena in veste scarlatta gridandole più e più volte "spartana, spartana, sei solo una puttana", con espressioni truci, torve di rabbia e livore, con volti prostrati  e capigliature disfatte (essendo una riccia indisciplinata anch'io, vorrei chiedere ad ECUBA, ma come fai a pettinarti?). Elena cerca invano di difendersi: non è stata colpa sua, ma della bellezza, dell'amore, degli dei, di Afrodite, della scommessa, ...




Alla fine una corale riflessione sulla negatività della guerra e su ogni genere di sopraffazione che leda la dignità dell'essere umano. 

Recitazione magistrale, in napoletano stretto, ottimi i testi, per contenuti e forma, musicali, ritmici, spesso inframmezzati di rime, come è muort chi nun ten sciort, muort senza avè tuort.

Insomma pregevole lavoro e bella serata che ho terminato in dolce compagnia di Ale Dal Console per un drink.










mercoledì 2 settembre 2020

FATALISMO ORIENTALE

Mentre godo gli ultimi giorni di mare, coccolando e aiutando Ale nello studio di cose assai barbose 

(stamattina mi è toccato Kelsen Hans Kelsen: Biographie Eines Rechtswissenschaftlers: Amazon.it:  Olechowski, Thomas: Libri in altre linguecon i suoi Lineamenti di dottrina pura del diritto), faccio qualche riflessione. Basta mettere appena il naso fuori dal balcone per trovare spunti.


Quest'anno, a causa del COVID,Politecnico di Milano: Covid-19 i vigili Offese ai vigili sui social dopo il blitz in spiaggia - Il Tirreno  Massa-Carrarasono stati molto attivi e, mentre  passeggiavano per controllare le spiagge e scongiurare assembramenti, hanno fatto varie sanzioni ai vu cumprà, venditori ambulanti italiani e stranieri non muniti di apposita autorizzazione per commerciare. 

Ne hanno beccato due o tre di mia conoscenza e le reazioni di uno in particolare mi hanno dato da pensare. Fermo restando che in sè e per sè la sanzione è giusta, che viviamo in uno stato di diritto, che ogni volta in cui si pone in essere un'attività volta al guadagno bisogna essere preventivamente autorizzati e bisogna pagare le tasse, fermo restando tutto ciò, mi hanno fatto pena. 

Mi ha colpito in particolare la reazione dignitosa di Alì al quale hanno tolto tutto, circa 400 euro di chincaglie e altro a suo dire, e comminato una sanzione pecuniaria di ben 5.000 euro (Sanzioni amministrative ex L. 689/1981).

Tralascio  di riferire qui la richiesta di parere e di aiuto professionale in quanto inconferente. Quello che mi ha interessato è altro: l'atteggiamento di Alì, dimesso, sconfitto, silenzioso, rassegnato, impercettibilmente nervoso nel suo passeggiare qua e là, nell'alzarsi e risedersi inerme.

Qualche giorno dopo l'ho rivisto. Si era riorganizzato con appena quattro pezze. Aveva cercato di rimboccarsi le maniche pur avendo perso tutto.

- Di dove sei?

- Del Pakistan.

- E hai famiglia? Dove sono?

- Sì, tutti là, mamma, moglie, figli, nonna. 

- E qui ? 

- Sono solo, solo con Dio. I soldi? Mando a casa, un poco tengo per me. 

- E adesso? 

- Se mi aiutano, ridanno cose, anno prossimo mi vedrete ancora qui, sennò no. Io potevo stappare ma non l'ho fatto. Il mio cuore mi dice male non fare, paura non avere. Io non ho potuto pagare tassa al comune per Covid quest'anno.

Alì conosce le lingue e mi dà l'impressione di essere intelligente, di aver studiato. Il destino l'ha condannato a fare un lavoro non-lavoro a migliaia di chilometri da casa.

Dà l'impressione di accettare tutto con estrema calma, con rassegnazione, restando nella sua miseria dignitoso e ἀδιάϕορος (adiaforos), indifferente come volevano gli stoici greci. 

In oriente è un atteggiamento diffuso e radicato, forse per motivi religiosi. Ma Alì non è buddista, credo sia musulmano. Tuttavia, quando una volta -a causa della mia solita curiosità speculativa- gli ho chiesto al riguardo, mi ha guardata con condiscendenza e mi ha detto: Dio è uno!

 



martedì 1 settembre 2020

Settembre


Che mese dolce, che mese di inizi, di buoni propositi, di frescura mattutina, di clima mite!

Ho ripreso a lavorare


(in realtà non ho mai smesso del tutto, potendo lavorare da remoto con il  computer, certo, con ritmi soft), ma continuo a godere di qualche giornata di mare, finalmente tranquillo, sgombro dalla folla e dal vociare fastidioso.

Per due giorni il tempo non è stato bellissimo, ma comunque amo passeggiare in solitudine sulla spiaggia umida e semivuota, godo il sole timido, il venticello leggero, il mare un po' mosso. 

Tanti interrogativi per la ripresa della scuola e ancora incertezze per le università.

Pietro seguirà i corsi di Ingegneria da casa e Ale avrà lezione a Roma forse solo un giorno a settimana. Dunque ancora tutti insieme appassionatamente. Tutti insieme appassionatamente (family edition): Amazon.it: Julie Andrews,  Christopher Plummer, Richard Haydn, Peggy Wood, Eleanor Parker, Charmian  Carr, Heather Menzies-Urich, Nicholas Hammond, Angela Cartwright, Debbie  Turner, Kym Karath, Anna Lee ...

Non so se mi dedicherò nuovamente con slancio alla cucina e al fai da te o preferirò fare altro. Vedremo. Sicuramente cercherò di fare un po' di sport, di movimento, anche se sono pigrissima, ma alla mia età è una necessità. 

Affido i miei pensieri su settembre ad alcune mie vecchie poesie da SOLO UNA DONNA 


SFUMATURE D’ESTATE 

L’estate sfuma nella dolcezza di settembre

Matura i frutti

                         per il vino dell’anno 

Il sole, ormai flebile e stanco,

brilla sull’acqua, leggero

Argenteo

È  lontana la bruma di novembre,

che tedia tutti

                        e avvolge in un panno 

 Il sole, ormai flebile e stanco,

splende nell’aria, sincero

Ceruleo,

                perlaceo 

                                                                                  Scauri, 2 settembre 2011


SINGHIOZZI D’ESTATE

 

Singhiozzi d’estate, singulti d’autunno

    s’intrecciano e avvitano

    nella spirale del tempo:

    sono i giorni miti  di settembre.

 

Singhiozzi d’estate, singulti d’autunno,

   debole il sole nel cielo screziato

   di umido bianco,

   si uniscono in vortice

   e fanno settembre.

                                                                                                         

Venafro, settembre 2011

 

 

 

Quiete serena

Mentre i giorni d'autunno si inseguono, io sto. Sto bene, ferma nel mio sole di novembre, a godermi l'amore sempiterno di mio marito...