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mercoledì 12 giugno 2013

ASTENSIONISMO

Le ultime elezioni amministrative e la fase del ballottaggio hanno confermato una tendenza: l'astensionismo. La metà degli italiani non è andata a votare. Questo fatto è assai consueto in America, ad esempio, ma poco da noi. In Italia è fatto abbastanza nuovo e tendenza in aumento. La cosa, dunque, fa riflettere, per importanza politica e fatto di costume. Che significa astenersi dal voto? Rinunciare ad un diritto dovere civico così importante, segno di autodeterminazione di un popolo? Secondo me significa disaffezione dalla politica e da chi dovrebbe rappresentarci. Di più. Significa, pensare che il voto sia inutile, significa che i candidati non riscuotono fiducia, rispetto, attrazione. I politici, i partiti, i proclami, i programmi ci hanno stufato. Gli italiani vogliono fatti e non parole. Leggi, misure e decreti concreti che innovino il mondi del lavoro, dell'economia, che creino servizi, assistenza, benessere. La politica è in crisi. E' avvitata su se stessa. Tutta le nostre vecchie istituzioni repubblicane sono in crisi e chi siede sugli scranni del potere sembra essere sordo alle esigenze dei cittadini che ricambiano con una rivolta silenziosa, voltando la faccia da un'altra parte.

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