Trenta anni fa, proprio verso quest'ora, ci fu il famoso terremoto dell'Alto Sangro, Palena e San Donato Val Comino. Mi ricordo che ero intenta con la mia amica Paola a preparare l' interrogazione finale di filosofia. Stanche di studiare, ci concedemmo una piccola pausa. Andammo in cucina per fare uno spuntino. Mentre eravamo nel tinello, ci fu un forte rumore. Gli sportelli della cristalliera si aprirono e cominciarono a cadere a terra e a rompersi in mille pezzi tazze e bicchieri. Rimanemmo solo per un attimo attonite e spaventate, immobili. Il tempo di capire, di realizzare. All'inizio ci era sembrato quasi che fosse passato un Tir supercarico che avesse prodotto un boato marciando a velocità sostenuta sulla strada dissestata. Dopo poco minuti, forse secondi, capimmo e, incuranti delle solite raccomandazioni, ci fiondammo per le scale e scendemmo giù in strada. Tutti i vicini fecerono lo stesso. Molti, quelli che avevano le case più vecchie e insicure , decisero di dormire in macchina. La nostra scuola, lo storico liceo classico di Venafro, rimase chiuso per un bel po' per la ristrutturazione. L'evento sismico si ripeté anche l'11, verso ora di pranzo e si ripeterono le stesse scene. E' da allora che ho mutato il mio avviso sulla vita, che ho davvero capito quanto tutto sia fragile ed effimero, quanto tutto possa cambiare irrimediabilmente e andare distrutto in un attimo. Cosa siamo? Io e Paola eravamo lì, chiuse in casa, anziché andare a spasso, in una tiepida serata di maggio, a studiare, a ripassare la filosofia per essere interrogate il giorno dopo, per avere il nostro otto in pagella. Capimmo che tutto poteva finire così, in un attimo di sconquasso...
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Quiete serena
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