Mamma,
dimmi,
cosa
non sanno fare le tue mani?
Le
tue mani lavano,
cucinano,
accarezzano,
annotano
e fanno i conti
Le
tue mani facevano i biglietti
sui
pullman di nonno,
le
tue mani ricamavano
il
corredo della giovane sposa
e scrivevano i temi per superare
il
concorso a fatica
Una
delle tue mani quaranta anni fa
veniva
impalmata da una vera
di
lavoro e sudore
e allora le tue mani
imparavano
a girare le frittate
e a
friggere le patate,
a
lavare i calzini e tutto il resto
e a
cullare me,
bambina
già irrequieta
Le
tue mani hanno pulito
zappato
l’orto
ammazzato
i polli
raccolto
le olive
stannato
la vigna
cucito
bottoni
e
rammendato maglioni
Le
tue mani sanno fare
il
pan di Spagna, la caprese
il
naspro sottile,
le
salsicce e il sapone
E
sanno tessere le trine più fini,
quando
te le lavi
e
ti siedi a riposare,
ma
senza mai fermare le mani
Dimmi
mamma,
cosa
non sanno fare le tue mani?
Le
tue mani d’oro,
le
tue mani di fata ,
le
tue mani stanche e senza smalto,
mani
che non conoscono manicure
Ora
le tue mani si devono fermare,
raccolte
nel grembo
e
devono imparare ad accettare
da
me un fiore d’amore
Venafro, 19 febbraio
2006
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