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venerdì 25 novembre 2016
L'ISPETTORE COSTA COLPISCE ANCORA
Continua il giro di presentazioni del mio ultimo libro, il giallo, IL CASO DI ROCCAVENTOSA. Domani pomeriggio infatti sarò a Monteroduni, il cui antico borgo ha in parte ispirato l'ambientazione del romanzo.
Si tratta della terza avventura dell'ispettore Sandro Costa, impegnato ancora una volta a scoprire il colpevole di un misterioso delitto, un avvelenamento tanto ben fatto da far pensare sulle prime ad una morte naturale.
Ospiterà l'evento, che è sempre motivo di intense emozioni, il bellissimo Castello Pignatelli. Impreziosiranno la presentazione le note del maestro Gianni Và e mi accompagneranno con interventi colti e intriganti gli amici Lillina Altobelli, Adele Rodogna e Francesco Giampietri. Vi aspetto!
Si tratta della terza avventura dell'ispettore Sandro Costa, impegnato ancora una volta a scoprire il colpevole di un misterioso delitto, un avvelenamento tanto ben fatto da far pensare sulle prime ad una morte naturale.
Ospiterà l'evento, che è sempre motivo di intense emozioni, il bellissimo Castello Pignatelli. Impreziosiranno la presentazione le note del maestro Gianni Và e mi accompagneranno con interventi colti e intriganti gli amici Lillina Altobelli, Adele Rodogna e Francesco Giampietri. Vi aspetto!
GIUDITTA DI CRISTINZI: MAGISTRATURA ONORARIA
GIUDITTA DI CRISTINZI: MAGISTRATURA ONORARIA: FEDER.M.O.T. Federazione Magistrati Onorari di Tribunale 00139 Roma - Via F. Miceli Picardi n. 20, int.5 Tel. 328.6264445 Fax 06.622...
MAGISTRATURA ONORARIA
FEDER.M.O.T.
Federazione
Magistrati Onorari di Tribunale
00139
Roma - Via F. Miceli Picardi n. 20, int.5
Tel. 328.6264445 Fax 06.62204955
www.federmot.it mail@federmot.it
Il Consiglio d’Europa bacchetta l’Italia: ingiustificata la
discriminazione dei magistrati onorari.
C’è anche un italiano nel
collegio di 14 membri che ha squarciato il velo di omertà per anni calato sul
lavoro in nero dei magistrati onorari. Si chiama Giuseppe Palmisano ed è il
Presidente del Comitato europeo dei diritti sociali (CEDS), l’organismo del
Consiglio d’Europa che ieri, 16 novembre 2016, ha pubblicato il provvedimento
con cui è stato deciso il reclamo n. 102/2013 presentato dai magistrati onorari
italiani.
Il Collegio ha concluso,
all’unanimità, che la normativa e i comportamenti concreti posti in essere
dalla Repubblica italiana nei confronti dei magistrati onorari non sono conformi
con le norme della Carta sociale europea e dei suoi Protocolli, ossia con gli
accordi internazionali sottoscritti dall’Italia che recepiscono, tra l’altro,
il principio di non discriminazione tra lavoratori.
La pronuncia si fonda su un
principio cardine (elaborato sin dal 2005 in un caso riguardante la Bulgaria),
secondo il quale manca di giustificazioni obiettive e ragionevoli una
discriminazione che non persegua scopi legittimi o escluda un ragionevole
rapporto di proporzionalità tra mezzi impiegati e scopo perseguito.
Il Comitato ricorda poi come, nel
tempo, l’inquadramento giuridico dei magistrati onorari sia andato
riavvicinandosi a quello dei magistrati di ruolo, tanto da indurre la stessa
Corte di Cassazione italiana a ritenere tali professionisti collocabili in una posizione intermedia tra
giudici professionali e laici.
Il comitato ha quindi stabilito
che, rispetto alla applicazione dei trattati (in particolare della Carta sociale europea riveduta), i
giudici onorari sono funzionalmente equivalenti ai magistrati di ruolo, a
prescindere da come li definisca il diritto nazionale.
Il Comitato ha poi ritenuto
applicabile la Raccomandazione CM/Rec (2010) 12 nella parte in cui ingiunge
agli Stati aderenti di assicurare ai giudici una remunerazione ragionevole in
caso di malattia, di maternità o paternità, così come il pagamento di una
pensione correlata al livello di remunerazione.
Infine il Comitato ha precisato
che il fatto che l’ordinamento italiano non impedisca ai magistrati onorari di
svolgere altre attività lavorative non esclude che essi siano discriminati,
essendo irrilevante che l’esercizio esclusivo dell’attività giudiziaria dipenda
da una scelta personale o sia determinata da altre circostanze.
Nel motivare la decisione il
Comitato ha respinto lo storico argomento sempre sostenuto dal Governo italiano
(recentemente ribadito dal Ministero della Giustizia in risposta alle diffide
presentate la scorsa estate dai magistrati aderenti alla Feder.M.O.T.), ossia
che la disparità di trattamento è giustificata dalle diversità intercorrenti
tra magistrati onorari e di ruolo, riguardanti la procedura di selezione, il
tempo di permanenza nella carica, il tipo di remunerazione, la connotazione
part-time del rapporto e la sua riconducibilità alla mera fornitura di servizi.
Il Comitato ha infatti precisato che “questi
argomenti riguardano mere modalità di organizzazione del lavoro e non
costituiscono una giustificazione oggettiva e ragionevole del trattamento
differenziato di persone la cui equivalenza funzionale è stata riconosciuta”.
La Feder.M.O.T., che il 15
novembre scorso aveva denunciato avanti al Consiglio superiore della
magistratura l’irragionevolezza e l’illegittimità costituzionale e comunitaria
dell’attuale impianto normativo, esprime la propria soddisfazione per una
pronuncia storica, che si pone in linea con quanto enunciato dalla Corte di
Giustizia dell’Unione europea con riferimento ai magistrati onorari britannici
(causa O’Brien del 2012), e alla quale auspica possa fare
seguito un immediato ravvedimento del Governo, prima che l’Italia, un tempo
culla del diritto, riceva nuove condanne per il suo comportamento
discriminatorio verso i propri magistrati onorari.
lunedì 14 novembre 2016
PREMI
Sarà Roberto Saviano a ricevere quest’anno il prestigioso Raymond Chandler Award, il premio letterario dedicato alla scrittura noir che ogni anno laurea un maestro del genere.
Il Noir in festival, la più importante manifestazione italiana dedicata al noir nel cinema e nella letteratura, giunta alla sua XXVI edizione, la prima celebrata in Lombardia dall’8 al 14 dicembre, inaugura la sua nuova vita assegnando il premio letterario più prestigioso, il Premio Raymond Chandler alla carriera, a uno scrittore italiano che, nonostante la sua giovane età, ha profondamente segnato con la sua opera la letteratura e la vita culturale italiane in questo ultimo decennio, e per la potenza della sua scrittura è stato apprezzato in tutto il mondo: Roberto Saviano.
A dieci anni dal successo globale di Gomorra, Saviano torna a raccontare la violenza della sua terra d’origine con La paranza dei bambini, romanzo uscito per Feltrinelli il 10 novembre, e lo fa provando anche questa volta di essere, oltre che un bravo scrittore, anche uno scrittore con “una visione politica della scrittura”, come afferma lui stesso in una recente intervista: “Continuo a domandarmi se la parola possa cambiare il mondo – dice Saviano –, ecco perché ho scritto La paranza dei bambini.”
Nella tradizione del Premio Chandler, lo scrittore premiato è un narratore della realtà e un creatore di emozioni, un visionario che si nutre della speranza di sradicare il male descrivendolo. Nessuno meglio di Roberto Saviano potrebbe incarnare oggi questa speranza.
giovedì 10 novembre 2016
FINALISTA PREMIO GIALLO FORMIA TERZA EDIZIONE
Anche quest'anno sono finalista del Premio Giallo Formia 2016, terza edizione, con il racconto di cui posso dare solo l'incipit.
UN’INDAGINE AL CONTRARIO
Il telefono continuava
fastidiosamente a trillare quando Ferrara rientrò in ufficio e rispose
agguantando la cornetta.
- Sì, pronto, sì,
stazione di polizia di Roccaventosa… Sì, l’ispettore Costa è qui. Aspetti che
glielo passo.
- Ispettore venga, è per
lei. E’ il commissario Serra da Formia.
- Ma sei sicuro? Non lo
sento da un po’. Che vorrà mai? – disse
Costa prendendo la cornetta e tappandola per un attimo con una mano.
- Pronto, sono Costa.
- Ispettore, buongiorno a
te. Sono il collega Vittorio Serra da Formia. Ti ricordi di me?
- Certo. Come stai?
Costa rammentò di aver collaborato tempo
addietro con Serra quando l’ufficiale era a capo del commissariato di Cassino,
per la cattura del bandito Siciliano, praticamente in terra di confine tra i
due mandamenti. Non si erano mai incontrati; si erano parlati solo per
telefono, ma avevano ben collaborato.
...
THE WINNER TAKES ALL
The winner takes all non è solo una vecchia canzone degli ABBA e l'ultima elezione del Presidente USA e lo shockante risultato di ieri ne sono la prova e la conseguenza, perchè sistema di voto in America è molto particolare.
Gli Stati Uniti sono una Repubblica presidenziale federale composta da 50 Stati e da un distretto, il Distretto della Columbia. Il loro sistema elettorale è una diretta conseguenza di questa struttura istituzionale ed è basato su collegi statali e maggioritari. Inoltre giocano un grosso ruolo i cosiddetti grandi elettori.
Ogni Stato elegge un determinato numero di persone, che formano il Collegio elettorale degli Stati Uniti che in una elezione di 2° livello scelgono il presidente e il vicepresidente. I grandi elettori sono in tutto 538, numero dato dalla somma dei deputati della Camera dei Rappresentanti (435) più il numero dei Senatori (100) a cui si aggiungono 3 delegati del Distretto di Columbia (Washington D.C.). Dal momento che le liste dei candidati a grande elettore sono espressione dei partiti, l’esito del voto diventa chiaro già il giorno delle elezioni. Ogni Stato ha diritto a due grandi elettori più altri, tanti quanti sono il numero dei deputati mandati alla Camera dei Rappresentanti. Questo numero varia a seconda della popolazione: più lo Stato è popoloso, più ha rappresentanti.
Le consultazioni si tengono in un giorno solo: il cosiddetto Election Day, l’8 novembre. In ogni Stato i cittadini esprimono per uno dei candidati ed eleggono il gruppo di grandi elettori associato al candidato. Ognuno, per essere eletto, deve conquistare 270 grandi elettori, ovvero la metà più uno di 538. Per i voti dei cittadini non viene fatto un conteggio generale, ma Stato per Stato, con un sistema maggioritario secco denominato appunto the winner takes all: anche un solo voto di vantaggio in uno Stato comporta l’assegnazione al candidato vincitore di tutti i grandi elettori di quello Stato.
Il 20 gennaio si celebra poi il passaggio di consegne. Il mandato del capo di Stato dura quattro anni e si può essere rieletti alla Casa Bianca solo una volta.
Note
Numero dei grandi elettori Stato per Stato – California (55), Texas (38), Florida (29), New York (29), Illinois (20), Pennsylvania (20), Ohio (18), Georgia (16), Michigan (16), North Carolina (15), New Jersey (14), Virginia (13), Washington (12), Arizona (11), Indiana (11), Massachusetts (11), Tennessee (11), Maryland (10), Minnesota (10), Missouri (10), Wisconsin (10), Alabama (9), Colorado (9), South Carolina (9), Kentucky (8), Louisiana (8), Connecticut (7), Oklahoma (7), Oregon (7), Arkansas (6), Iowa (6), Kansas (6), Mississippi (6), Nevada (6), Utah (6), Nebraska (5), New Mexico (5), West Virginia (5), Hawaii (4), Idaho (4), Maine (4), New Hampshire (4), Rhode Island (4), Alaska (3), Delaware (3), District of Columbia (3), Montana (3), North Dakota (3), South Dakota (3), Vermont (3), Wyoming (3).
Gli swing states – La Storia racconta che buona parte degli Stati tende a votare sempre per lo stesso partito: la California e New York sono tradizionalmente democratici, il Texas è storicamente repubblicano. Questo fa sì che il numero dei voti che possono passare da un partito all’altro sia molto più basso dei teorici 538 grandi elettori. Gli Stati tradizionalmente “indecisi”, e che quindi alla fine risultano determinanti il risultato, vengono chiamati swing States o anche Stati chiave o Stati banderuola. Storicamente, due dei più grandi sono Florida e Ohio, importanti perché hanno un elevato numero di abitanti e quindi assegnano molti grandi elettori (29 la prima e 18 il secondo).
Il voto di martedì e l’early voting – Dal 1845 la legge federale prevede che le elezioni si tengano il martedì dopo il primo lunedì di novembre; la prima data utile è il 2 e non dev’essere più tardi dell’8. Da ormai molti anni molti Stati consentono il cosiddetto early voting, il voto anticipato (la possibilità di recarsi in anticipo nei seggi) e il voto per corrispondenza.
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