Tra le scrittrici italiane che vi proponiamo oggi, Giuditta Di Cristinzi (Venafro 7/2/1967) emerge giorno dopo giorno per la molteplicità della sua espressione artistica che spazia dalla poesia alla prosa. La scrittura in versi mostra la raffinatezza e la ricercatezza della parola che scava in profondità nelle pieghe dell’anima catturandone momenti di sorriso e di pianto. Lo stupore nell’osservazione delle cose e nelle persone che ci circondano nel nostro quotidiano sembra confermare la sintonia e l’interdipendenza misteriosa dei sentimenti del creato. La madre, la moglie, la figlia, la sorella rappresentano per Giuditta presenze e ruoli essenziali e irrinunciabili a cui ancorarsi nei tormentosi percorsi della sua mente pellegrina nella ostinata ricerca di risposte a domande, che spesso restano inevase. È proprio quando la tortura esistenziale l’allontana pericolosamente dalla realtà che un’energia insperata la riporta alla vita. La curiosità dell’artista, istigata e sorretta dalla sua attività di avvocato, orienta la prosa verso il genere poliziesco ove il gusto dell’indagine si rende scusa di approfondimento della conoscenza dei lati oscuri dell’animo umano.
Tuttavia, come introduzione alle opere della scrittrice, vogliamo incominciare con il proporre alcune filastrocche destinate al mondo dell’infanzia rivelatrici di una purezza di sentimenti e di una competenza linguistica capace di affascinare sia il mondo dei piccoli che quello degli adulti.
I GIORNI DELLA MERLA
Gennaio, con freddo e gelo,
alla bella merla
con piume di perla
faceva oltraggio e dispetto.
Ella, allora, sola col suo piccino,
per tre dì si rifugiò su di un tetto
e per scaldarsi entrò in un camino.
Ne uscì a febbraio,
tutta sporca e nera,
sperando fosse già primavera.
Quando dalla caccia tornò il suo merlotto,
non riconobbe la sposa di botto,
ma, udito il suo canto, ben presto capì.
Le volò accanto e per amore frinì.
Sembrava però un gruppo assai strano,
lui tutto bianco, l’altra ebano
Allora il merlo si tinse di nero,
in segno eterno di amore sincero
L’INVERNO
Dicembre, gennaio, febbraio,
solo un pettirosso o il passero gaio
solcano il bianco del cielo.
Freddo, pioggia, neve e gelo.
C’è Natale a scaldare il cuore
e poi si ricomincia con più ardore
La casa, la scuola ed il lavoro,
a tavola, il maiale con l’alloro,
polenta, cavoli, mandarini,
salsicce, broccoli e tagliolini
I giorni della merla, poi la Candelora
e si dice “l’inverno è fora”.
Ora il dì è più lungo, la notte più breve,
piano piano si scioglie la neve
Finchè un giorno senti frinire.
Allegro, l’inverno sta per finire!
CARNEVALE Natale ormai è passato,
un altr’anno è cominciato
Il freddo ci stringe, ma non frena
la vena di allegria
e allora via, via ….Ecco arriva il Carnevale,
ora ogni scherzo vale
Andiamo a scuola e nelle strade
mascherati, per case e per contrade,
o meglio per Regioni,
Pulcinella e Pantaloni,
Colombine e Balanzoni,
balla Gianduia, canta Arlecchino,
seppure poverino.
Ma al giorno d’oggi i bambini
vogliono nuovi vestitini
Inediti costumi nati in Tivvù,
visti sui fumetti o nei cartoons
Ninja Turtles e Topolina,
Power Rangers e Paperina,
Harry Potter col tondo occhialino
sfida il vecchio Mago Merlino.
Tutti insieme si fa chiasso e festa.
Coriandoli, stelle filanti e una trombetta desta.
Dolci tipici, croccanti e buoni,
Graffe farcite e bomboloni
Su un vassoio ecco le castagnole,
con chiacchiere o frappe, come dir si vuole
Tutti giocano in compagnia
Carnevale è la festa dell’allegria!
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