IL PRIMO INGANNO
di Riccardo Landini
GIUDITTA DI CRISTINZI
Ho
appena finito di leggere, anzi di divorare una copia autografata del gustoso libro IL
PRIMO INGANNO scritto dal collega Riccardo
Landini, emiliano mezzosangue (romagnolo da parte di madre). Ironia della
sorte: ho letto il thriller a un
passo dai luoghi in cui è ambientato per una emergenza familiare-sanitaria
sentendomi dunque più sul pezzo.
Il primo inganno,
pubblicato nel 2016, è solo il primo
capitolo di una trilogia (per ora, con NON SI INGANNANO I MORTI e INGANNANDO SI IMPARA) destinata a
divenire presto tetralogia e forse serie innumerevole, firmata con sagacia da Riccardo Landini, avvocato di
Reggio Emilia, un po' personaggio, che
si divide tra professione e passione per la scrittura non disdegnando musica e
cinema.
Pluripremiato
(Nebbiagialla, Thriller Café, Giallo & Noir, Giallo Stresa),
bravo consapevole, convinto e
convincente, sicuramente farà parlare di
sé nel mondo della letteratura italiana di genere perché dal 2009 scrive e pubblica gialli
e noir di qualità, romanzi e racconti che
siano, con mano esperta e affinata da
inclinazione innata e letture bulimiche.
La
storia narrata è quella di Brenno
Sandrelli, antieroe per eccellenza, poco figo, molto sfigato. Geometra, perito assicurativo, afflitto dà problemi
economici e coniugali e incallito onicofago, Sandrelli si trova impelagato non in una ma in ben due sordide storie solo per aver voluto rimediare qualche
centone in più. Investigatore privato da strapazzo, privo di mezzi e di autorizzazioni,
Brenno si trova ad indagare su una storia di corna coniugali che infine
apparirà molto meno astratta, strana e distante di quanto sembri all'inizio. Ma il
nostro, che di improbabile non ha solo il nome desueto, intanto si imbatte in
una sudicia storia di disgustosi delitti a catena, sfruttamento di minori,
tratta di donne, complicità, corruzione, sviluppi imprevedibili ed eccessivi (la
realtà supera sempre la fantasia o la fantasia supera la realtà ?), droga, sesso malato e chi più ne ha più ne
metta.
A
termine delle violente vicende metropolitane della degradata società di oggi, i
colpi di scena finali che non mancano e che anzi paiono come i fuochi
d'artificio di una festa di paese che si rincorrono a ripetizione e pare non
vogliano cessare, c'è un gioco al rialzo delle responsabilità, in cui troppo
spesso il controllore è più marcio del controllato.
Molti
i personaggi, spesso brutti e cattivi, truculenti, marci, volgari, ben delineati come protagonista,
profilo tagliato su misura sull'idea di un detective
da strapazzo, più arguto, segugio e attaccato alla presa delle autorità
costituita; stazzonato maltrattato, insonne, stanco, solo, confuso eppure
lucido, acuto, perspicace, determinato, sano dentro, Brenno Sandrelli in fondo ci
piace.
Il
libro che un po' giallo, un po' noir un po' hard boiled ed è ben scritto, anche se talvolta
appare un po' retorico e prolisso, da un autore che conosce le proprie capacità narrative e se
ne compiace fino a crogiolarsi nelle sue stesse parole.
E
questo risulta all’attento lettore che nella prosa curata, corretta, ironica e
misurata, fluente e piacevole, legge pagine e autore.
Dunque
bene Brenno, benissimo Riccardo!
Ritorneremo
tutti sui luoghi dell’inganno insieme a
voi!
IL PRIMO INGANNO, Riccardo
Landini, Edizioni CentoAutori, collana L’ARCOBALENO,
diretta da Carmine Treanni, Avellino, aprile 2016, codice ISBN 978 88 687 205 75
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