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sabato 31 dicembre 2022

Un anno va, un anno viene

Il tempo scorre senza soluzione di continuità. È solo un'idea, una convinzione, una necessità quasi scaramantica credere  che qualcosa (di più brutto) finisca e qualcosa (di più bello) inizi. La Terra in 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e dispari secondi ha compiuto il suo giro completo attorno al Sole. E noi? Un giro di speranze, relazioni, illusioni, delusioni, sentimenti, lavoro, chiacchiere, vacanze, fatiche. Ognuno le sue, inesorabilmente. 

Questa sera dovremo festeggiare, esorcizzare, brindare, rassicurarci.

Qualcuno lo farà con leggerezza, qualcuno a letto malato, qualcuno lavorando. Medici, infermieri, autisti, turnisti, camerieri, cuochi, attori, casellanti accoglieranno il nuovo anno guadagnandosi da vivere, cosa bella e dignitosa e in qualche modo "brutta", perché significativa che nella vita nulla è gratuito.  Giunti alla vita senza chiederlo, poi dobbiamo guadagnarci quotidianamente la pagnotta contando sulle nostre attitudini e talvolta anche solo sulla fatica. 

A questo punto dovrei concludere questi miei pensieri in qualche modo più o meno coerente. Invece no.  Nessuna conclusione. Solo un anno solare che finisce e un anno solare che inizia nella mia vita già piuttosto lunga che spero possa continuare a fluire cavalcando gli anni verso la meta. La mia segreta meta... 


sabato 24 dicembre 2022

A Torino

Desideravo da tanto tempo vedere Torino. Non c'ero mai stata. Qualche anno fa ho vinto un premio letterario indetto dal comune, dedicato alle donne che leggono e scrivono e in occasione dell'8 marzo sarei dovuta andare per la premiazione ma proprio  in quei giorni fu disposto il lockdown. Imperversava in covid e l'Italia era bloccata.

Visto che Claudio ed io  eravamo a Milano in visita da Pietro, quindi non troppo lontano, abbiamo trascorso il resto del weekend nella città sabauda che mi è sembrata bellissima, pulita, ordinata, regale, con ampie strade e meravigliosi palazzi.

Abbiamo trascorso il nostro tempo in visite culturali, passeggiate e assaggi delle specialità culinarie del posto.











segue...

venerdì 23 dicembre 2022

l'Immacolata a zonzo

Si riparte. La scusa è sempre quella di fare una visita a Pietro.

Festeggio l'onomastico di  mamma  il giorno prima, con pranzo a base di pesce preso a ristorante e l'8 mattina mi sento libera di volare via, con Claudio, in macchina. 

Arriviamo a Milano e diamo appuntamento a Pietro in centro. Tutto è illuminato a festa, elegante e bellissimo. 






Decidiamo di mangiare da Cracco, prendiamo un aperitivo nell'attesa e aspettiamo Pietro e Francesco e ci accomodiamo in sala. Eleganza, belle persone, camerieri in nero, uomini d'affari e giovani squillo di alto (?) livello. 
Prendiamo prosecco, vino, entrè, tartare di fassona, pizze, dolce. 
Scende lo chef in persona a salutare. 
Arriva il momento del conto che è decisamente salato.


Salutiamo i ragazzi. 
Il mattino dopo raggiungiamo Pietro, facciamo colazione insieme in un bar sui Navigli, facciamo un giretto, lo accompagniamo nel suo futuro nuovo alloggio con i bagagli più voluminosi, lo salutiamo e ripartiamo diretti alla nostra futura meta: Torino.
Una città bella elegante regale...



 

Weekend a Milano

Si parte, Claudio ed io. Che bello! 


Passiamo per Roma, ci fermiamo e prendiamo Ale.

Ripartiamo. Ci fermiamo a Bologna e prendiamo Claudio Maria.

Ripartiamo. Raggiungiamo Pietro a Milano e ci stringiamo in un abbraccio meneghino.

Andiamo in centro e mentre aspettiamo cugino Francesco, facciamo un 🐝 ape da Camparino.



Poi andiamo a cena in galleria, illuminata a festa. Milano anche in tavola: risotto, cotoletta, ossobuco.

La città in  centro è bellissima ma la cosa più bella è noi cinque insieme ❤️


Io sono un istrione...

Il disturbo istrionico di personalità è un disturbo psichiatrico caratterizzato da un pattern di emozionalità esagerata e da comportamenti volti alla ricerca di attenzioni. Il disturbo istrionico di personalità è categorizzato all’interno dei disturbi di personalità di Cluster B (DSM-5). I disturbi di personalità di cluster B comprendono, oltre al disturbo istrionico di personalità, anche il disturbo narcisistico, il disturbo borderline e il disturbo antisociale. Nello specifico il disturbo istrionico si caratterizza per comportamenti seduttivi, manipolatori, impulsivi che risultano esasperati e possono determinare sofferenza, problemi interpersonali e un basso funzionamento psico-sociale.


 Ne abbiamo? Direi di sì, in famiglia allargata e al lavoro (...a disposizione presidente). 

Narcisiste

Il disturbo narcisistico di personalità è un disturbo della personalità i cui sintomi principali sono egocentrismo patologico, deficit nella capacità di provare empatia verso altri individui e bisogno di percepire ammirazione, che iniziano entro la prima età adulta e sono presenti in svariati contesti.

Disturbo narcisistico di personalità

Questa patologia è caratterizzata da una particolare percezione di sé del soggetto definita “Sé grandioso”. Comporta un sentimento esagerato della propria importanza e idealizzazione del proprio sé - ovvero una forma di amore di sé che, dal punto di vista clinico, in realtà è fasulla - e difficoltà di coinvolgimento affettivo. La persona manifesta una forma di egoismo...


venerdì 25 novembre 2022

Yoga ad Ananda

Il desiderio di star bene, di capire, di interiorizzarmi e arrivare all'individuazione mi porta a cercare nuove vie per la crescita interiore. Letture, analisi, aiuti, rilassamento, meditazione, yoga,


scrittura autobiografica sono le mie modalità. Ho voluto arricchire il mio bagaglio in un momento molto difficile di vita personale con un ritiro spirituale yoga. 

Ho cercato sul web e ho notato che l'offerta è varia e ricca. Ho scelto un soggiorno in un centro Ananda ad Assisi


Ho cercato la compagnia di amiche, invano; infine, sono andata con mio figlio che, gentile, dolce, garbato, disponibile, mi ha accompagnato con partecipazione discreta. 

Il viaggio in auto, il 18 novembre, è stato gradevole e baciato dal sole. Uscita dalla A1 a Orte, mi sono addentratata nel verde dell'Umbria. Arrivata ai piedi di Assisi, molto bella, suggestiva, bianca ed estesa, ho voltato per Gualdo Tadino e seguito le indicazioni per circa 30 chilometri di boschi colorati d'autunno. Ho accarezzato con gli occhi alberi col il fogliame verde, giallo, arancio, rossiccio, violaceo. Molto bello, calmante.

Arrivata al centro, dopo il check in, ho goduto della prima attività di yoga con Cashi. 

Tutti gli istruttori e i residenti di Ananda assumono un nuovo nome, indiano, significativo, simbolico. 

La prima attività, svolta nel tempio, è consistita in spiegazioni, esercizi di energizzazione, rivitalizzazione dei cosidetti 20 punti ed altro. 

Alle 19.30 abbiamo cenato nella sala comune. La filosofia di Ananda è molto protesa verso la natura e il rispetto dell'integrità del nostro universo, la dieta dunque è vegeteraria. Nei due giorni di ritiro ho mangiato riso basmati, cous cous, ceci, lasagne ai funghi, torta al cacao, minestrone, insalata di finocchi e mandarini, focaccia con ricotta, verdure di ogni genere in umido, tofu, frutta, latte, thè, biscotti, yogurt, cereali, semi. 

A tarda ora abbiamo conosciuto la nostra guida, Gitanjali, una dolcissima signora californiana trasferitasi da tempo in Italia, dopo un soggiorno di cinque anni in India. 

Seguace di Swami Kriyananda, fondatore di Ananda ad Assisi nel 1968, dopo essere stato discepolo di

Swami
Yogananada, 

YOGANANDA 


Gitan ci ha introdotto al tema del seminario intitolato alla Libertà Interiore. 

Il mattino dopo ho iniziato le attività di yoga alle sette, nel tempio, poi sono andata a svegliare il mio cucciolo e insieme abbiamo fatto colazione. Alle undici abbiamo avuto la prima "lezione". 
Gitanjali, che Ale chiamava con me simpaticamente la Signorina Genitali, ci ha spiegato che molto spesso agiamo seguendo schemi, ritualità che non sono autentiche ma abitudini assunte nel corso del tempo con uno scopo ben preciso, che finiscono con l'allontanarci dalla nostra vera natura, esaurire la loro funzione positiva ed essere piuttosto di danno. 

Perchè, parliamoci chiaro, che lo dica Jung o gli antichi Greci, gli yoghi o i filosofi, il problema della sofferenza psichica dell'uomo fondamentalmente dipende dal allontanamento dal sè, dalla mancata realizzazione della nostra vera natura. 
Tanti maestri del pensiero hanno compreso qual è la via, difficile onere di ognuno riuscire a percorrerla per conquistare la felicità. 
«Conosci te stesso» (in greco antico γνῶθι σαυτόν, gnōthi sautón, o anche γνῶθι σεαυτόν, gnōthi seautón), massima religiosa greco antica iscritta nel tempio di Apollo a Delfinosce te ipsum in latino (Fonte Wikipedia), Divieni ciò che sei secondo  Friedrich Nietzsche, Diventa chi sei per Pindaro, Individuazione per Jung, Eudaimonia (=buon demone) o felicità per i greci, tanti i nomi, tante le definizioni per un concetto che va attualizzato con impegno e a fatica seguendo la strada dell'analisi, dello yoga, della meditazione, di letture nutrienti, dell'interpretazione dei sogni ed altro ancora.  

Il soggiorno ad Ananda è continuato in assoluta calma e serenità, tra sedute di yoga, momenti di meditazione, lezioni, canti e celebrazione finale del Satsang. 

In ogni ambiente del centro c'erano immagini sacre, tutti erano sorridenti, gioiosi, estatici quasi; penso che credano alla reincarnazione
In molte cose sono distanti da me, che dopo anni di fede, mi ritrovo atea cristiana, ma la ricerca della saggezza, la meditazione, il tentativo di individuare ed eliminare le incrostazioni stratificate su di noi da famiglia e società per la conquista di sè e della libertà interiore sono temi che da sempre mi affascinano. 
In definitiva una bellissima e nutriente esperienza. 







sabato 5 novembre 2022

Abbi il coraggio
Aperto 
Di non amarmi più 
Infliggimi
L'ultima sofferenza
Quella dell'abbandono
Aspro
Quando la strada
Declinava
Quando io
Tutto ho compiuto
Abbi il coraggio
Bambino scalpitante
Giovane irragionevole
Uomo prepotente
Abbi il coraggio
Di non amarmi
Vivi da solo

giovedì 3 novembre 2022

Ci sono poesie che più d'altre muovono le corde del cuore

 

Margherita Guidacci

margherita-guidacci
All’ipotetico lettore

Ho messo la mia anima fra le tue mani.
Curvale a nido. Essa non vuole altro
che riposare in te.
Ma schiudile se un giorno
la sentirai fuggire. Fa’ che siano
allora come foglie e come vento,
assecondando il suo volo.
E sappi che l’affetto nell’addio
non è minore che nell’incontro. Rimane
uguale e sarà eterno. Ma diverse
sono talvolta le vie da percorrere
in obbedienza al destino.

 

Anelli del tempo (Edizioni Città di Vita, 1993)

giovedì 27 ottobre 2022

Scrivere questa sera è un'esigenza, un'urgenza, devo farlo per me, per sfuggire alla realtà, una realtà che non mi piace, mi soffoca. 

Ho avuto la consegna del silenzio. Bene, sto zitta, ma scrivo. 

Quante storie ho in mente, quante ne vorrei vergare, non riuscirò, lo so già. 

Presa dagli impegni della vita quotidiana, la spesa, l'udienza, il corso SSM, il corso di scrittura, mamma, i ragazzi, Claudio, le unghie, la fisioterapia, il pranzo e la cena (ora devo scappare), dimentico di me e della cosa essenziale. Voglio star sola e scrivere, nulla di più.

Bologna 3

... Ho cercato via del Castiglione, sono arrivata fino al numero 7 ma anche palazzo Pepoli i era chiuso quindi ho bighellonato per le strade senza meta, piacevolmente, tutte quante punteggiate di locali, di tavolini all'aperto e gente a spasso finché sono arrivata in piazza Maggiore. Ho trovato un trenino turistico, ho fatto il biglietto e mi ci sono fiondata dentro senza sapere la meta. Il treno ha percorso tutta via Saragozza fin al santuario di San Luca appollaiato sui famosi colli bolognesi. Ho goduto della guida via cuffiette e di una veduta meravigliosa; non sono scesa a visitare l'interno del santuario, sono ripartita per ritrovarmi con Claudietto mio che mi aspettava, finite le lezioni. Bellissimo il panorama e il portico di San Luca


che ho costeggiato a lungo per oltre tre chilometri. Pare sia il più lungo del mondo. I portici sono una particolarità di questa Bologna così magica che pur senza essere una città tra quelle che preferisco in assoluto, trovo tra le più belle al mondo (sarà perchè c'è Claudio mio?!). Ogni volta che vengo, di recente spesso, mi cinge con un abbraccio caldo di mattoncini o intonaci vecchi colorati di rosso e ambra, di  pavimentazioni di marmo, di calore umano.

Alla fine della corsa, Claudio era già in piazza Maggiore ad aspettarmi; siamo andati in un negozio per fare un po' di shopping per lui; timidamente ha chiesto qualcosa e ha voluto il minimo. Siamo tornati contenti a casa, in via del Pratello 21 dove c'è una sede della questura, fatto che mi fa stare più tranquilla. Siamo saliti su a piedi fino al terzo piano, io stanca, lui più tonico, ci siamo riposati un attimo; poi ho tentato di sistemare al vetro delle finestra della cameretta delle tende leggere; ho dato una pulita al soggiorno  e ho pensato che avesse trovato una sistemazione davvero modesta ma che lui sta bene, per divenire a se stesso, per diventare grande. Poi  ci siamo preparati per la cena, abbiamo cominciato a fare telefonate, molti ristoranti erano chiusi, molti già al completo (a Bologna non c'è crisi), finché ne abbiamo trovato uno in centro; siamo arrivati fin lì a piedi, di nuovo, ci siamo immersi nel centro della città che pullula in ogni ora di stranieri, di studenti, di  ricchi bolognesi, di uomini d'affari. 

Lui ha preso una lasagne alla mortadella


e al pistacchio, ricchissima, abbondantissima,  degna della città grassa per antonomasia; poi ha voluto un filetto al fondo bruno. Io invece ho preso una cotoletta alla bolognese, mai assaggiata, avevo voglia di provarla, e abbiamo bevuto fino alla fine la bottiglia di Sangiovese. Riconciliati con tutto siamo rientrati a casa, a piedi; ho contato i passi dalla sua vecchia casa a quella nuova, cento, solo cento. 

Durante il tragitto abbiamo incontrato una coppia di buoni conoscenti venafrani, Angelina Boggia, figlioccia di mamma, e il marito, Nicandro Capocci. E' stato bello salutarli, sentirsi parte di un tutto senza confini.

Poi di nuovo a casa, io a letto con le mie preoccupazioni e lui di là con gli amici a vedere una partita. 

Sono grata...

giovedì 20 ottobre 2022

Bologna 2

...Lui è andato all'università, io invece ho preso un biglietto e sono andata in pinacoteca su via delle Belle Arti,


una pitagorica abbastanza ricca che accoglie un numero considerevole di dipinti del trecento, del quattrocento, del cinquecento e così via, soprattutto di artisti locali, che al momento ospita una mostra con alcune opere di Raffaello. 
Le opere che mi hanno colpito di più però sono state quelle di Guido Reni. 

Al termine della visita ho girovagato un po' per le strade dintorno e ho cercato un ristorantino tipico dove Claudio mi ha raggiunto. Infatti gli ho mandato su WhatsApp la mia posizione in tempo reale, espedienti tecnologici dei giorni nostri, di cui non conoscerei l'esistenza se non fosse per i miei figli. 

Claudio ha preso un piatto di tagliatelle alla bolognese, io dei passatelli in brodo e delle verdure arrostite; quando abbiamo finito, dopo aver sorseggiato un caffè al sole d'autunno, lui è andato di nuovo all'università per ripassare degli appunti e seguire altre lezioni, io ho vagato alla ricerca dei cinesi che mi facessero un bel massaggio. Li ho trovati abbastanza presto e ho approfittato. Stava per venirmi il solito mal di testa perchè non dormo bene, ma dopo 45 minuti sotto le mani esperte di una ragazza garbata e preparata la tensione si è sciolta. 

Sono subito tornata in centro perché avevo tutta l'intenzione di andare a visitare la mostra su Pier Paolo Pasolini,


allestita in occasione del centenario dalla nascita.  In effetti quando sono stata qui a febbraio ho visto che era in programma a partire dal 5 marzo in poi. Resterà fino al 2 novembre, giorno della morte all'idroscalo di Ostia nel 1975. Bene, il martedì era giorno di chiusura. 

Mi sono spostata su via Castiglione per visitare un palazzo storico ma era chiuso anche quello allora ho bighellonato per le strade arrivando fino all'elegantissima Galleria Cavour... 




lunedì 17 ottobre 2022

Bologna

Sono a Bologna.


Sono partita ieri dopo aver fatto udienza col mio tailleur, divisa del tribunale, in treno. Il regionale Cassino - Roma è stato puntuale, la Freccia

invece ha accumulato oltre un'ora e venti di ritardo. Penso che chiederò il rimborso che mi spetta. All'arrivo è venuto Claudio Maria a prendermi. Sono venuta qui a trovare lui. Sono scesa dal treno con un enorme valigia rossa, scomodissima da portare, nella quale avevo stipato tante cose per lui: un piomone sottovuoto, un coprimaterasso, un lenzuolo color rubino, un giubbino per il mezzo tempo, uno più pesante, una busta di taralli venafrani e anche un barattolino di sugo alla bolognese fatto però a Venafro da me. Quando l'ho visto mi sono illuminata ma lui subito si è innervosito perché la valigia era troppo grande e mi ha detto che avrei dovuto spedire tutto con un pacco o comprare su Amazon e in effetti aveva ragione. Il ritardo che avevo accumulato non ha consentito di andare prima a casa e andare poi al ristorante; abbiamo pensato di prendere un taxi e di andare direttamente a mangiare. Le  file per prendere i taxi erano lunghissime e lui si è arrabiato di nuovo ma per fortuna molto scorrevoli quindi siamo arrivati ben presto in via Saragozza 67 dove abbiamo mangiato in un bistrot. Niente di eccezionale. Claudio ha preso dei tortellini

e io, mi sembra, una scamorza nel tegamino con funghi porcini e patate. Quando abbiamo finito  siamo andati a casa sua.
via del Pratello

Sono rimasta sconcertata nel vedere l'appartamento dove abita quest'anno: mi è sembrato peggiore di quello dell'anno scorso. Ad ogni modo contento lui, contenti tutti. Abbiamo dormito stipati nel suo letto ad una piazza e mezzo e quando la mattina mi sono svegliata avrei voluto accoccolarmi vicino a lui e fargli delle moine, ma mi ha detto di lasciar stare. Del resto lui è sempre stato così schivo. Il tempo di prepararci e ho cominciato a fare un po' di pulizie; la casa era davvero sporca. Poi abbiamo lasciato stare e siamo andati a fare colazione in un bel bar in via San Felice; abbiamo preso due cornetti anche per i coinquilini...

segue

Santuario di San Luca

il mio uomo

il mio uomo

ha fiori e aculei

il mio uomo sorride 

e sbraita

il mio uomo 

ama ed esplode

il mio uomo

profuma e punge

gioca e lavora

esce e parla

e riposa

e fa i capricci

e non digerisce

a volte aggredisce

e risolve

è naif

affamato di esistenza 

con me 

vive 



                                                                                    Venafro, 8 marzo 2020


giovedì 15 settembre 2022

Il fascino di Elisabetta


Non so perchè le vicende dei reali mi abbiano sempre tanto affascinato, forse sono per me ormai adulta come le fiabe per una bambina, un volano per sognare, Kate Middleton

una nuova Cenerentola.

I Windsor


come i Grimaldi  Casiraghi,

i miei preferiti, sono le icone forse distorte e patinate della vita che tra gioie e dolori, difficoltà e bellezza, libertà e doveri mette a dura prova tutti, indistintamente.

E così la gioventù scapestrata di Stefania e Carolina di Monaco


è la giustificazione di ogni acerbo sbandamento; la morte disgraziata di una diva come Grace Kelly

è la prova che tutti siamo sottoposti alla tessitura delle Moire; l'incidente di Diana

è strazio che nessuno perdona; la fine di Elisabetta II

è la conferma dell'ineluttabilità della morte. Se è morta lei allora davvero dobbiamo morire tutti, forse in modo meno glorioso e sicuramente senza corona e corteo.  

La morte della regina mi è davvero dispiaciuta; ho seguito molto i servizi in tv e ho sbirciato continuamente su Instagram. Mi ha commosso, nonostante la tarda età e la prevedibilità della fine imminente (mamma è quasi coetanea e...). 

Ho cercato di darmi una spiegazione. Intanto mamma, classe "28, nata monarchica, forse ancora tale, mi ha contagiato questo vivo e affettuoso interesse, poi appunto il sogno, la sublimazione della realtà.

Qualcuno ha detto che il trapasso di Elisabetta in fondo è stato solo la morte di una vecchia signora. E' vero, ma che signora. Per ciascuno di noi è difficile vivere una vita dignitosa e lineare, lavorare per tanti anni, mediare nei rapporti familiari. Figurarsi cosa deve essere stato per lei vivere sovraesposta per settanta lunghi anni, piena di privilegi, ricca senz'altro, ma con tanti doveri. Lavorare ogni giorno, muoversi in una corte piena di persone non sempre fedeli e discrete, calibrare ogni passo, fuori e dentro casa, misurare ogni parola, ogni gesto, ogni espressione del viso, alzarsi, vestirsi, tenersi aggiornata, leggere la posta, rispondere, incontrare persone, da scolaresce a capi di stato, viaggiare, non andare mai al mare, non indossare mai un costume da bagno o un jeans, non poter litigare col marito Filippo


ad alta voce, sopportare le intemperanza di Diana e Carlo,

accettarne la scandalosa separazione, vigilare sui nipoti, leggere pettegolezzi che riguardavano la sua famiglia su tutti i tabloid inglesi e internazionali, uno per tutti, Sarah Ferguson

che si faceva ciucciare l'alluce da un petroliere texano sul bordo di una piscina, accettare l'uscita di scena di Harry

per via di un'attricetta d'oltreoceano, subire il vergognoso scandalo del figlio Andrea,...

E tutto senza apparentemente scomporsi, senza mancare agli impegni, senza pensare di abdicare. 

Ognuno di noi è impegnato sin da piccolo a capire cosa vuole fare da grande e poi a cercare di realizzare le proprie inclinazioni. Lei no. Ha accettato senza muovere ciglio benchè giovanissima il ruolo prestigioso, unico e gravoso che la storia le aveva riservato senza mostrarsene mai seccata.  Ha accettato e ha eseguito, sempre, senza farsi sconti. 

La grandezza di questa donna, l'unicità di Elisabetta II per me risiede nella coerenza al dovere, nella linearità, nell'abnegazione, nell'adempimento della funzione senza tentennamenti per un lungo, lunghissimo arco di tempo, durante il quale le è capitato di tutto: una guerra mondiale, molti viaggi, la Brexit, tanti incontri con primi ministri indigesti,


le gaffes dei suoi, scandali, morti, tradimenti. 

E lei lì, al centro della scena,


con i suoi vestiti colorati impeccabili, i cappelli, la borsetta, le scarpe nere, i capelli acconciati, il rossetto rosa, il sorriso, rassicurante, imperturbabile come l'orlo dei suoi vestiti all'interno del quale venivano cucini pesetti perchè l'abito cadesse a piombo e non svolazzasse con un colpo di vento. Ecco, è come se quei pesetti lei li avesse avuto anche dentro, nei pensieri e nel cuore, per evitare colpi di testa. A renderla ancora più fantastica lo humour, il prestarsi per il bene e la popolarità della monarchia a scene come quella con James Bond e l'orsetto Paddington. Ce lo vedremmo Mattarella a fare una cosa così? Assolutamente no e invece lei si è concessa e scommetto che si è sinceramente divertita per fare da sponsor al suo Paese e alla monarchia, quindi a beneficio dei suoi familiari e dei suoi connazionali tutti. 

Forse avrebbe voluto essere solo una gentildonna di campagna, andare a cavallo, giocare coi cani. Ha fatto altro, egregiamente, è stata la prima della classe, insuperabile, irraggiungibile. 

Se ci fosse ancora Manzoni, sono certa, scriverebbe ancora un'ode come quella al grande Napoleone. Ella fu...

Addio Lillibet, adesso riposa in pace. 

Quiete serena

Mentre i giorni d'autunno si inseguono, io sto. Sto bene, ferma nel mio sole di novembre, a godermi l'amore sempiterno di mio marito...