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mercoledì 26 gennaio 2022

ALLE TERME 3

NON SOLO TERME

Le nostre vacanze a Chianciano non erano solo terme

Zio Peppino spesso ci portava in giro nei dintorni e così da piccola ho visitato Arezzo, ho visto il corso e il suo  struscio, Siena, Perugia, Montepulciano, Pienza, Cortona, Sarteano e altro ancora. 

Una volta insieme a zio Peppino e mamma ci fermammo al lago Trasimeno,


prendemmo un battello

e arrivammo all'Isola Maggiore,

per la verità una piccola isola all'interno del lago, molto caratteristica, con stradine strette e pavimentate di ciottoli,

con deliziose casette e usci aperti dinanzi ai quali vecchie signore lavoravano un pizzo particolare,



molto simile al Cantù o al tombolo che fanno dalle mie parti, in particolare a Isernia. Dopo una bella passeggiata andammo a mangiare in un ristorante tipico e caratteristico un saporito pesce di lago, molto ben cucinato. Ovviamente, dopo anni e anni, ho voluto tornarci con Claudio e amici. 

Siamo andati di recente ma non siamo riusciti a prendere alcun traghetto, forse perchè inverno. Così ci siamo accontentati di visitare Passignano dove abbiamo ben mangiato in un bistrot del centro. 




Con gli stessi amici sono tornata a SIENA, unica per la sua piazza del Campo, per il Palio, per il Duomo e il Battistero. 






Con gli zii andavamo spesso anche a Perugia

perchè ci viveva e vive il caro zio Ninuccio, un cugino affezionatissimo a mamma e famiglia. 
Sono stati molto vicini nei tempi andati, figli di due sorelle e due fratelli, dunque doppiamente parenti, vicini soprattutto perchè zio Luigi, il fratello di mio nonno Camillo morì in Africa durante la guerra del "40, lasciando una giovane vedova e tre figli piccoli. 

Il legame ha avuto seguito nell'affetto inoltre io nel "90 ho cresimato la Silvia, secondogenita di zio Ninuccio. 

Ho rivisto Perugia, sempre bellissima, città universitaria, nel 2018, dopo un soggiorno -tanto per cambiare- alle terme, nella meravigliosa SPA di Borgobrufa, di cui ho scritto. 
Niente da fare, le terme solo il fil rouge delle mie vacanze. 







... il tour continua nel prossimo post. 


martedì 25 gennaio 2022

ALLE TERME 2

 Da bambina i miei erano soliti villeggiare e fare le cure a Chianciano. 


Chianciano, fegato sano! 

Questo era lo slogan del rinomato centro termale toscano. 


Zio Peppino ci accompagnava zia Sisina che era sofferente e io spesso andavo con loro. 

Piccina, andavo alla fonte col mio bicchierino di ceramica lavorata in mano, lo riempivo e bevevo poco a poco.


Nei viali brecciati del curatissimo Parco dell'Acqua Santa,


mentre l'orchestra  suonava il matinée, io gironzolavo giocosa e spesso venivo immortalata da uno dei fotografi del parco: uno aveva la giacca verde e folti capelli brizzolati, l'altro la giacca rossa e la pelata mi pare. Hanno registrato bei momenti della mia infanzia e della mia crescita.

Dopo aver mangiato in hotel (negli alberghi di Chianciano si mangia benissimo. Stile toscano, porzioni abbondanti,  giovedì e domenica anche formaggi e dolci, magari una bella fetta della famosa torta di Chianciano Marabissi alla mandorla)


andavamo di nuovo a bere al Parco di Fucoli

o a 
Parco di Sant'Elena

L'Acqua di Fucoli si beve al pomeriggio e aiuta lo stomaco e la digestione.  

L'Acqua di Sant'Elena, che era la preferita di zio Peppino che se ne faceva gran scorta, 


serve per i disturbi delle vie urinarie e aiuta a espellere i calcoli. Si beve mattina o pomeriggio, fredda, tiepida o calda nel Parco omonimo che si trova in altro comprensorio ed era il mio prediletto. 

Dopo la biglietteria si saliva una bella scala di marmo abbellita da begonie multicolori, in cima c'era una bella sala da ballo con lussuso bar. Ma in estate, nel periodo delle mie vacanze, ci si tratteneva all'esterno attorno a una pista da ballo a ellissi posta dinanzi a un chioschetto in cui suonava un gruppo musicale che allietava i pomeriggi degli ospiti. Di fronte c'era un gazebo di ferro battuto dipinto di verde scuro e  attorno alla pista file di sedie, prima quelle del bar accanto ai tavolini per consumare, poi quelle "libere". 

Alle spalle una bella costruzione in mattoncini rossi e le fonti, sempre affollate, d'intorno un parco meraviglioso e curato, ampio, attrezzato da campi da tennis e da bocce. 

Ma io andavo lì per un solo motivo, non bere, non passeggiare, non giocare a tennis. Io volevo solo ballare. Ero la prima a entrare il pomeriggio e l'ultima ad andar via la sera. Mi siedevo lungo la pista da ballo

Ho ballato anche qui Aprile 1990 Salone delle Feste Parco dell'Acqua Santa

e aspettavo che qualcuno mi invitasse. Certo spesso non si trattava del principe azzurro ma di uomini attempati, ma a me non importava nulla. A meno che non fossero proprio brutti o vecchi  dicevo sempre di sì, specie se avevo capito che erano bravi in pista, e mi laciavo in valzer, tango, mazurca, polka, shake, cha cha cha, samba, qualsiasi cosa in cui potessi muovermi, volteggiare, volare leggera, leggiadra e giovane com'ero. 

Quanto darei adesso per un giro di quei valzer!

Ero brava, ero bella, ero giovane e forse lo sapevo. 

Ero l'ultima ad andar via, quando l'orchestra finiva di sonare e lanciava la sua sigla. 

Salutavo i miei cavalieri e volavo via. 

Mamma mi aspettava severa. 

A domani Sant'Elena!



L'arte di correre

   Natale i miei ragazzi mi hanno regalato dei libri conoscendo la mia passione per la lettura. 

Ne ho iniziato subito uno e questa mattina ho finito di leggere L'arte di correre dello scrittore giapponese Murakami Haruki


Nel momento in cui ho iniziato il libro non ne sono rimasta particolarmente affascinata perché mi aspettavo un romanzo, mentre invece L'arte di correre è una sorta di saggio, è un libro di memorie messe insieme dal talentuoso scrittore che traccia una sorta di parallelo tra l'arte di correre e l'arte di scrivere sostenendo che entrambe siano sostenute essenzialmente dalle stesse qualità: il talento, la concentrazione e la perseveranza. 

Io aspiro a scrivere sempre di più quindi, non appena compreso il vero significato del testo, mi sono appassionata. 

Murakami è una persona veramente interessante. 

Nato a Kyoto nel 1949, si guadagna da vivere gestendo un bar e quasi improvvisamente inizia a scrivere, spontaneamente, prima un racconto, poi un altro, a partecipare a diversi premi letterari e a vincerne alcuni. 

In quel momento comprende che scrivere è esattamente quello che vuole fare e, d'accordo con la moglie che nel testo nomina spesso, decide di chiudere il bar e dedicarsi alla scrittura per almeno un paio d'anni, per capire cosa è capace di fare. 

La nuova attività comincia ad andare molto bene; scrive molti libri che riscuotono successo di pubblico e di critica e ricevono numerosi riconoscimenti; negli anni ottanta inizia anche a correre, a correre essenzialmente la maratona. Murakami si rende conto che la costanza degli allenamenti gli è utile per darsi una disciplina necessaria anche per scrivere. Corre diverse volte la maratona di New York, quella di Boston, quella originaria di Atene e l'ultra maratona di cento chilometri. Murakami è una persona rigorosa, che sottopone se stesso ad allenamenti intensi, a diete  e preparazioni atletiche. Lucido, autocritico, meticoloso, schivo, solitario. 

A un certo punto passa dalla maratona al triathlon, anzi pratica entrambe gli sport, d'inverno l'una, in primavera-estate l'altra, sempre con successo nonostante l'andare degli anni. 

Tutto però è finalizzato a "regolare e potenziare le capacità fisiche in modo da poter dare il meglio nella scrittura". 

A quanto pare il rimedio funziona, scrittore longevo, prolifico e pluripremiato. 

Conclusione: devo mettermi a correre!

lunedì 24 gennaio 2022

Sci

Non ho mai dedicato in post allo sci, forse perché quando ho iniziato ad andare a sciare non avevo  un blog o non vi scrivevo in modo assiduo ma devo dire che sciare mi piace tanto.


Ho imparato da adulta. Da ragazza credo di aver preso solo un paio di lezioni a Roccaraso grazie a mia sorella Iva che a fine anni "80 mi regalò anche un bel fuseaux color  ciclamino che credo di avere ancora. 

Poi mi sono sposata e ho avuto i miei tre cuccioli. 

Appena Claudio Maria è divenuto un po' più grande abbiamo iniziato a fare, tutti e cinque insieme, delle meravigliose settimane bianche al nord, nei villaggi Valtur, serviti da grande assistenza e miniclub.

La mattina presto ci mettevano in macchina e facevamo i nostri buoni mille chilometri circa. I bambini soffrivano tutti di mal d'auto e a volte viaggiare a lungo era dura. Ma una volta arrivati si offriva a noi non solo un panorama montano magico e bianco ma anche la prospettiva di giornate intense, singolari e felici.

La sera, prima di iniziare, consegnavamo tutta l'attrezzatura dei ragazzi al mini club, dopodiché non dovevamo, mattina per mattina, far altro che lavarli, vestirli e accompagnarli nella loro scuola sci. 

Lì gli animatori li preparavano faticosamente con l'attrezzatura, li mettevano sugli sci e li affidavano a esperti maestri che li istruivano, per ben quattro ore di lezione al giorno tra mattina e pomeriggio, alla conquista delle piste alpine.

A noi adulti toccava la stessa sorte. Due ore di lezione al mattino, due ore di lezione al pomeriggio, in gruppo, per categoria, categoria che di anno in anno diveniva più elevata, dal bronzo base, all'argento, all'oro e per qualcuno oltre.

A colazione, pranzo e cena ci servivamo nei ricco buffet in cui c'era praticamente tutto, ritrovandoci con le nuove amicizie. Pe me soprattutto Massimo Ski, la bella moglie Antonella, la signora Anna Borromeo (sì, proprio una milanese doc discendente dal famoso Cardinal Borromeo di manzoniana memoria), il pugliese Paolo, la simpatica campana Isabella, la bella russa Larissa e molti altri. 

Sulle piste innevate e ampie di Sèstriere, Pila e Marilleva sono stata istruita e guidata dai maestri Pierino, Elio, (Paolo Speck), Renatone, Didier Bal, Skicchi e sopprattutto da Katia Albanese, giovane e dolcissima, proprietaria di un ristorante, Lo Yeti, dove ci invitava di anno in anno a far merenda per gustare i salumi e i formaggio valdostani. 

Anche i ragazzi si divertivano molto. Dopo aver sciato, facevano pausa snack e poi si preparavano per la recita finale. 

La sera prima di partire, infatti, mettevano in scena uno spettacolo e venivano premiati per le gare fatte. 

Anche noi adulti qualche volta abbiamo gareggiato o partecipato a spettacoli. 

Inoltre l'ultima sera pranzavamo al tavolo con i maestri che ci davano la loro pagella. E io sono orgogliosa di essere passata dal non saper far nulla a un buon oro base. 

Da molti anni non andiamo più, inoltre io ho subito un infortunio al ginocchio nel 2014 che mi limita molto, ma quando capita... come mercoledì scorso, calzo i miei scarponi, salgo sugli sci, vado agli impianti e via! Le piste scogliese sono sempre un piacere e un'emozione perchè regalano natura e senso di libertà.

martedì 18 gennaio 2022

Alle terme!

Adoro le terme che sono spesso meta dei miei viaggi, in coppia o con amici. 

Le ho frequentate quando ero piccola con i miei, poi ancora da ragazza e ho continuato a farlo da adulta. 

Alle terme mi rilasso, mi ricarico, mi prendo cura di me, approfitto per visitare i luoghi vicini, mangio e bevo di gusto le specialità locali. 


Le terme (dal lat. pl. thermae, che a sua volta deriva  dal gr. thermaí (pegaí) ovvero "(sorgenti) calde". Sorgente termale: in idrogeologia, sorgente di acqua calda, di origine profonda, a temperatura che può anche raggiungere... Fonte www.treccani.it) sono delle strutture (parchi, stabilimenti, alberghi) che si trovano vicine alle sorgenti di acque "termali" ove si praticano cure idroterapiche (dal greco ὕδωρ "acqua" e ϑεραπεία "cura")


Le acque termali in genere sono calde, con temperature che possono arrivare anche a 100 °C, e di origine profonda, legata a vecchi fenomeni vulcanici.

Chianciano Hotel Admiral


Minturno


Chianciano Hotel Ambasciatori


"Sin dall'antichità l'essere umano ha fatto uso di loro per le  capacità antiparassitarie, terapeutiche e igieniche.

Nelle civiltà del mondo antico l’acqua era considerata un elemento sacro ma anche una semplice e naturale medicina. Le sorgenti erano luoghi dove bagnarsi per alleviare il dolore delle ferite o per trarre sollievo o guarigione in caso di febbre; i sacerdoti egizi ad esempio dovevano lavarsi più volte al giorno per preservare la loro purezza; per questo, di fronte ai loro templi vi era sempre un lavacro per le abluzioni rituali. 

Ma solo nell'antica e civilissima Grecia il bagno assunse aspetti parzialmente distinti da quelli rituali anche se l’elemento sacro rimase legato a queste pratiche per tutta l’età antica. 

Le prime notizie intorno alle terme sono presenti nei poemi omerici, che mostrano come, l’uso dei bagni a scopi salutari, oltre che sacrali, fosse ai tempi una pratica ormai acquisita, anche se per quel periodo utilizzare il termine idroterapia sarebbe improprio, perché la funzione sanitario-rituale non era distinta, e soprattutto perchè le pratiche non erano ancora supportate da studi scientifici. 

Saranno Ippocrate e i suoi discepoli i primi a condurre tali  di indagini e i primi che preciseranno le indicazioni e le tecniche di utilizzazione dell’acqua a scopo terapeuticoQuesti antichi studi medici, anche se discutibili, mettono in luce come, nel pensiero ippocratico erano già presenti, in nuce, i principi fondamentali dell’idrologia intesa in senso moderno. 

Dal VII -VI secolo a.C., il termalismo acquisì una diffusione sempre maggiore. Attraverso fonti archeologiche, epigrafiche e letterarie sappiamo che i Greci praticavano bagni in ambienti sia naturali che artificiali, in acque fredde o riscaldate; all'inizio non si usavano vasche di immersione, introdotte solo in epoca posteriore con l’uso del labrum, si usava piuttosto piedistallo sollevato da terra". 

Nell'antichità solo l'inizio di questa panacea che adesso si pratica nelle SPAMa cosa sono queste famose e sconosciute SPA?  Società per azioni?! Assolutamente no. 

"Ma ci sono due versione per comprendere il nome. La prima è legata alla decodifica dell'abbreviazione latina Salus Per Aquam - "salute attraverso l'acqua". La seconda versione è associata al nome del resort belga - Spa, dove ci sono sorgenti minerali. Sin dal XVI secolo, la parola spa, dalla cittadina belga Spa, nota già dal XIV secolo per le sue acque minerali, divenne il termine per antonomasia del termalismo, dapprima in inglese e poi anche in altre lingue. In italiano si usa dall'inizio del ventunesimo secolo. Il termine è da alcuni interpretato paretimologicamente a posteriori come acronimo di espressioni latine quali salus per aquam o sanare per aquam, e in questi casi scritto talora in maiuscolo (SPA).

Il termine spa è attualmente utilizzato per indicare le stazioni termali o in generale aziende che forniscono cure idroterapiche o anche servizi di benessere e cura del corpo. Oggi le aziende spa offrono non solo trattamenti termalibalneoterapici e idroterapici, ma anche altri servizi (ad esempio massaggisaunabagni turchi, eccetera) per la salute e l'armonia del corpo e della mente. 

Scheggino Hotel diffuso




Chianciano Parco termale Theia

Fiuggi Hotel 




Le terme romane erano edifici pubblici con impianti che oggi chiameremmo igienico-sanitari. Questi edifici sono i precursori degli impianti odierni e rappresentavano uno dei principali luoghi di ritrovo durante l'antica Roma

Nella maggior parte dei casi le terme erano accessibili sia ai ricchi sia ai poveri, sia alle classi alte che a quelle basse ed erano uniche per ogni ceto. 

Le prime terme nacquero in luoghi dove era possibile sfruttare le sorgenti naturali di acque calde o dotate di particolari doti curative. Col tempo, soprattutto durante l'età imperiale, si diffusero anche dentro le città, grazie allo sviluppo di tecniche sempre più evolute di riscaldamento delle acque." (FONTE Wikipedia). 


Le terme antiche, un po' come quelle attuali, erano complessi che comprendevano più ambienti. Quelle di Diocleziano, nel 302 d. C., avevano una biblioteca, una palestra, un frigidarium, un calidarium e finche un teatro e uno stadio. Quanta sapienza, quanta civiltà!

In sostanza noi non abbiamo inventato nulla. 

Ad ogni modo io vi sono stata iniziata sin da piccolissima e le ho apprezzate sempre molto. 

Da bambina i miei erano soliti villeggiare e fare le cure a Chianciano. 

Chianciano, fegato sano! Questo era lo slogan del rinomato centro toscano. 

Zio Peppino ci portava zia Sisina che era sofferente e io andavo con loro. 

Piccina, andavo alla fonte col mio bicchierino di ceramica lavorata in mano, lo riempivo e bevevo poco a poco. Nei viali brecciati del curatissimo Parco dell'Acqua Santa, mentre l'orchestra  suonava il matinée, io gironzolavo e spesso venivo immortalata da uno dei fotografi del parco; uno aveva la giacca verde, l'altro la giacca rossa. Hanno registrato momenti della mia infanzia e della mia crescita.

Dopo aver mangiato in hotel andavamo di nuovo a bere al Parco di Fucoli o a Parco di Sant'Elena

L'acqua di Fucoli si beveva al pomeriggio e aiutava lo stomaco e la digestione.  

... segue


Quiete serena

Mentre i giorni d'autunno si inseguono, io sto. Sto bene, ferma nel mio sole di novembre, a godermi l'amore sempiterno di mio marito...