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martedì 25 gennaio 2022

ALLE TERME 2

 Da bambina i miei erano soliti villeggiare e fare le cure a Chianciano. 


Chianciano, fegato sano! 

Questo era lo slogan del rinomato centro termale toscano. 


Zio Peppino ci accompagnava zia Sisina che era sofferente e io spesso andavo con loro. 

Piccina, andavo alla fonte col mio bicchierino di ceramica lavorata in mano, lo riempivo e bevevo poco a poco.


Nei viali brecciati del curatissimo Parco dell'Acqua Santa,


mentre l'orchestra  suonava il matinée, io gironzolavo giocosa e spesso venivo immortalata da uno dei fotografi del parco: uno aveva la giacca verde e folti capelli brizzolati, l'altro la giacca rossa e la pelata mi pare. Hanno registrato bei momenti della mia infanzia e della mia crescita.

Dopo aver mangiato in hotel (negli alberghi di Chianciano si mangia benissimo. Stile toscano, porzioni abbondanti,  giovedì e domenica anche formaggi e dolci, magari una bella fetta della famosa torta di Chianciano Marabissi alla mandorla)


andavamo di nuovo a bere al Parco di Fucoli

o a 
Parco di Sant'Elena

L'Acqua di Fucoli si beve al pomeriggio e aiuta lo stomaco e la digestione.  

L'Acqua di Sant'Elena, che era la preferita di zio Peppino che se ne faceva gran scorta, 


serve per i disturbi delle vie urinarie e aiuta a espellere i calcoli. Si beve mattina o pomeriggio, fredda, tiepida o calda nel Parco omonimo che si trova in altro comprensorio ed era il mio prediletto. 

Dopo la biglietteria si saliva una bella scala di marmo abbellita da begonie multicolori, in cima c'era una bella sala da ballo con lussuso bar. Ma in estate, nel periodo delle mie vacanze, ci si tratteneva all'esterno attorno a una pista da ballo a ellissi posta dinanzi a un chioschetto in cui suonava un gruppo musicale che allietava i pomeriggi degli ospiti. Di fronte c'era un gazebo di ferro battuto dipinto di verde scuro e  attorno alla pista file di sedie, prima quelle del bar accanto ai tavolini per consumare, poi quelle "libere". 

Alle spalle una bella costruzione in mattoncini rossi e le fonti, sempre affollate, d'intorno un parco meraviglioso e curato, ampio, attrezzato da campi da tennis e da bocce. 

Ma io andavo lì per un solo motivo, non bere, non passeggiare, non giocare a tennis. Io volevo solo ballare. Ero la prima a entrare il pomeriggio e l'ultima ad andar via la sera. Mi siedevo lungo la pista da ballo

Ho ballato anche qui Aprile 1990 Salone delle Feste Parco dell'Acqua Santa

e aspettavo che qualcuno mi invitasse. Certo spesso non si trattava del principe azzurro ma di uomini attempati, ma a me non importava nulla. A meno che non fossero proprio brutti o vecchi  dicevo sempre di sì, specie se avevo capito che erano bravi in pista, e mi laciavo in valzer, tango, mazurca, polka, shake, cha cha cha, samba, qualsiasi cosa in cui potessi muovermi, volteggiare, volare leggera, leggiadra e giovane com'ero. 

Quanto darei adesso per un giro di quei valzer!

Ero brava, ero bella, ero giovane e forse lo sapevo. 

Ero l'ultima ad andar via, quando l'orchestra finiva di sonare e lanciava la sua sigla. 

Salutavo i miei cavalieri e volavo via. 

Mamma mi aspettava severa. 

A domani Sant'Elena!



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