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mercoledì 26 febbraio 2014

martedì 25 febbraio 2014

DEDICA


Elegie al sud,
dedicate alla gente
e alle terre del sud,
al mio sud
e al profondo sud,
più a sud del nostro

A chi è nato nel posto sbagliato
a chi vive la sete e la fame,
il deserto e la siesta,
la samba e la festa,
il caldo e l’allegria,
il lavoro non  trovato,
lo tsunami mai annunciato
e la sempiterna estate

Alle terre infestate
da mafia e camorra,
alle terre fertili
di arance e pomodori,
di capperi ed allori,
di tabacco e olive,
offese da discariche abusive

Alla gente all’antica
di tradizioni e sentimenti
a causa di progressi lenti
e di economie bloccate

A chi parte e va
dall’altra parte del mondo
per cercare il futuro
senza perdere l’identità


 

sabato 22 febbraio 2014

Montale Ossi di seppia

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

Italia

      Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello! 


Oggi come allora, poveri noi! 
Dante, Divina Commedia, Purgatorio, Canto VI

Al Bel Paese

Ed ecco Italia,
Spicca un salto dalle Alpi,
Trampolino d'Europa
E si tuffa a capofitto
Nel mare del sud

venerdì 21 febbraio 2014

VENAFRANO X VENAFRO FEBBRAIO 2014

 DO' DIFFUSIONE, PER QUANTO POSSIBILE ALLA SEGUENTE COMUNICAZIONE:                              

 “ I VENAFRANI PER VENAFRO “    

 

Questo movimento, per divulgare e far apprezzare storia, tradizioni ed ambiente della Città, promuove

 

       “ INCONTRI VENAFRANI : LUOGHI E MEMORIE “

 

appuntamenti mensili così articolati :

 

-         28 febbraio, ore 16,00 ritrovo in Piazza Cattedrale, “ Sentimento religioso e Cattedrale “, relatore prof. Mario Giannini ;

-         28 marzo, ore 17,00 ritrovo al Palazzotto, “ Manganelle e Palazzotto, antichi quartieri di Venafro : storia, tradizioni e personaggi “, relatrice ins. Maddalena Scarabeo Ottaviano ;

-         16 aprile, ore 17,00 ritrovo al Museo di S. Chiara, Visita guidata alla Mostra “ Gli Etruschi del Lago “, con i giovani professionisti della Coop. “Gaia” ;

-         23 maggio, ore 17,00 ritrovo in Piazza Merola Merola (San Francesco),  “ La flora nei giardini urbani storici “, relatore prof. Ferdinando Alterio.


Tutti sono invitati a partecipare per arricchirsi delle tante suggestioni storiche, artistiche, sociali e naturalistiche della nostra Città.

                                                                                                 “ I Venafrani per Venafro “

                                                               ( Prof. Tonino Atella ) 

giovedì 20 febbraio 2014

MAGISTRATI ONORARI

FEDER.M.O.T.
Federazione Magistrati Onorari di Tribunale
www.federmot.it
Comunicato Stampa
Roma, 20 FEBBRAIO 2014
ASTENSIONE E MANIFESTAZIONE NAZIONALE
DEI MAGISTRATI ONORARI
Far incassare all’erario 1 miliardo di euro
Recuperare l’1% del Pil
Smaltire 5,6 milioni di processi civili arretrati
I Magistrati onorari di tribunale, domani, saranno in piazza, astenendosi dalle udienze, per sollecitare una riforma della giustizia e della magistratura onoraria che consenta di centrare i predetti obiettivi.
Per questo si sono dati appuntamento alle ore 13.00 a Roma, in Piazza della Repubblica – zona Stazione Termini – dove sfileranno in corteo insieme agli avvocati dell’Organismo unitario dell’Avvocatura.
La FEDER.M.O.T. che aveva organizzato tale protesta contro l’immobilismo del Ministro Cancellieri, ha confermato la predetta manifestazione, al fine di lanciare un segnale forte al nuovo Presidente del Consiglio incaricato, Matteo Renzi: occorre riformare la giustizia e solo il coinvolgimento a tempo pieno della magistratura onoraria di tribunale può consentire in tempi ragionevoli l’azzeramento dell’arretrato civile e penale.
I magistrati onorari di tribunale, seppure sottopagati, sprovvisti di ogni tutela previdenziale o assicurativa e confermati di anno in anno nell’incarico, in deroga a qualsiasi principio di razionalità e correttezza, sono, infatti, l’unica risorsa in grado di accelerare SUBITO lo smaltimento dell’arretrato giudiziario, la cui definizione frutterebbe all’erario, calcolando la sola imposta di registro gravante sulle sentenze civili dei processi non definiti, oltre 1 miliardo di euro, secondo la più prudenziale delle stime, somma più che capiente di quei più adeguati riconoscimenti economici che la categoria rivendica in uno con la stabilizzazione del rapporto (ad esempio attraverso la prorogabilità dei mandati temporanei sino all’età pensionabile).
A tale beneficio fiscale si aggiungerebbero effetti ben maggiori sul versante della finanza pubblica, stimati nell’ordine dell’1% del PIL.
L’attuale sistema giudiziario è criminogeno: agevola i debitori, offrendo l’occasione, nelle more di interminabili giudizi, di una insolvenza persistente e “legalizzata”, quand’anche, in sostanza, fraudolenta; beneficia il reo, consentendogli l’accesso alla prescrizione del reato, alle amnistie e agli indulti, unica certezza del vigente sistema penale; deprime le speranze del creditore e della persona offesa dal reato; spaventa le imprese, incentivandole a investire su mercati assistiti da una migliore tutela giurisdizionale.
FEDER.M.O.T. auspica la nomina di un Ministro della giustizia di elevata statura politica, discontinuo dai poteri forti che cospirano per il mantenimento dello status quo, libero da timori reverenziali connessi a pregresse attività politiche o imprenditoriali, e capace di varare interventi coraggiosi, condotti con cognizione di causa, attraverso l’ascolto reale degli utenti della giustizia e di tutte le categorie che vi operano e che intendono riformarla, in primis la magistratura onoraria il cui coinvolgimento nella tecnostruttura ministeriale, sino ad oggi appannaggio dei soli magistrati di ruolo, costituisce ineludibile presupposto per il varo di riforme equilibrate, imparziali e condivise.
_____________________________________________________________________________________
Feder.M.O.T. - 00139 Roma -Via F. Miceli Picardi n. 20, Email: mail@federmot.it – Tel. 3384231909

mercoledì 19 febbraio 2014

GIORNI

I giorni
della mia vita
scorrono
come i grani
d’un rosario
Ognuno
una speranza
e una preghiera


LA SAGGEZZA DEL CORPO

Il mio corpo è più intelligente di me: talvolta si ribella, esplode in un malessere, così non posso assolutamente più fare ciò che ritengo di dove fare per forza.
Sarà per questo che l'altra notte sono finita in P.S.?

venerdì 14 febbraio 2014

SPOSA

Volevo essere per te  la dea,
tempio e altare, sacralità di vita

Volevo essere volo di colomba
e cielo senza nubi

Volevo essere un prato immacolato,
tappeto verde di amore all’aria pura

Volevo essere l’ebbrezza
dell’amore di gioventù tutta la vita

Volevo essere un porto sicuro
con dentro lo sconquasso
e il nettare dell’assoluzione
in forma di comprensione umana

E tutto questo
volevo io da te

Annegami d’amore



ESTASI A META'

ESTASI  A  META’


Nell'estasi
del mio uomo bambino
c’è il predatore  ed il coniglio
E non mi meraviglio
se egli non comprende
la sua donna poeta
che facilmente scioglie
i pensieri in versi,
piuttosto che il corpo rigido
in morbido abbandono


ONDA

L’onda
preme e insiste
sulla spiaggia umida
Come la tua mano ruvida
sul mio viso triste
Il mare
non smette mai
di urlare
e di sfrangiarsi
contro la rena
verso gli ulivi arsi

Così è il tuo amore
Scoppia e si ritrae
E’  un’onda
È ritmo incostante
Ora vibra possente
Ora s’affonda


MI MANCHI

Mi manchi
Come la luna
mancherebbe
a un cielo
di notte
Sola, lacrimosa
vorrei capire
dove va
questa vita

senza te

AMORE


Sciogli
i nodi
delle asperità
individuali!
Come capelli
persi

nel vento 

giovedì 13 febbraio 2014

GENTE DEL SUD EDIZIONI EVA 2012

Dalle prime pagine del libro:


GENTE DEL SUD






Poesie 

di

Giuditta Di Cristinzi



  









A Claudio,
che sfonda
gli argini
della mia razionalità



  
Prefazione


Questa raccolta nasce da un grande amore per il Sud e da reiterate riflessioni sulla differenziazione dei caratteri e dei tratti dei popoli in base alla latitudine in cui  essi nascono e vivono.
Una spiegazione aderente al sistema scientifico, su come e perché la posizione geografica e il clima possano incidere tanto fortemente sulla formazione dei diversi caratteri, lingue, tratti somatici e perfino religioni, resta compito di antropologi, sociologi ed etologi.
La letteratura e la poesia possono solo esprimere la constatazione, lo stupore, le domande senza risposta, le considerazioni soggettive nell’osservare la realtà della diversificazione del genere umano in base alla collocazione geografica.
Peraltro, un anelito di onestà intellettuale induce a confessare al lettore –laddove fosse necessario- che chi scrive non è obbiettivo, ma è parte di una metà del tutto, ovvero del Sud del mondo. O, perlomeno, si sente tale.
Questo nella piena consapevolezza che, se si potesse guardare alle cose dal di fuori, con occhio esterno ed estraneo, non si potrebbe disconoscere che la collocazione delle regioni meridionali dell’Italia è invece nel nord del mondo.
Del resto, si sa, tutto è relativo, quindi è vero che il nostro sud è il nord per molti ed è, al contempo, il sud per altri.

Gli stereotipi e i noti pregiudizi fanno ritenere che la gente del sud sia sfaticata, rassegnata, vittima e carnefice di un sistema apatico, di corruzione, di povertà e abulia.
Non è così. Non è solo così. Non è così semplice.
La gente del sud è vera onesta idealista operosa fantasiosa aperta sincera leale solare dimessa e, forse, stanca.

La gente e le terre del sud hanno ispirato il mio terzo libro di poesie.


                                                               L’autrice




PARTE PRIMA




TERRE DEL SUD

DEDICHE ED ELEGIE



 DEDICA



Elegie al sud,
dedicate alla gente
e alle terre del sud,
al mio sud
e al profondo sud,
più a sud del nostro

A chi è nato nel posto sbagliato
a chi vive la sete e la fame,
il deserto e la siesta,
la samba e la festa,
il caldo e l’allegria,
il lavoro non  trovato,
lo tsunami mai annunciato
e la sempiterna estate

Alle terre infestate
da mafia e camorra,
alle terre fertili
di arance e pomodori,
di capperi ed allori,
di tabacco e olive,
offese da discariche abusive

Alla gente all’antica
di tradizioni e sentimenti
a causa di progressi lenti
e di economie bloccate

A chi parte e va
dall’altra parte del mondo
per cercare il futuro
senza perdere l’identità




A     NAPOLI




Sud
Meraviglioso

In un abbraccio
Si apre al mare

E l’affoga
Nel cemento



  




PAESAGGIO SPEZZATO



Mare sole cielo
Terre abbronzate e brune
Puntellate da trionfi d’oro d’aranci
Addobbate da cascate
D’ulive verdi e more
Di rami nodosi
Come fantasmi sinistri
Di foglie argentee
Tremolanti al vento leggero
E sommesso

Un nastro di strada
Sospesa tra cielo e mare
Tra terre e ‘ndrine
Si srotola a fatica
Tra tangenti e riserve
Tra progetti e frenate

E arriverà alla fine
dopo i tanti pedaggi pagati






OSSIMORI
  
Di ossimori sciolti
Assurdi ed incoerenti
Voglio fare rime
Dedicate al sud settentrionale
A quello che mi è caro
Che da secoli brevi
Balla un valzer lento
Come una sposa nera

Voglio fare poesie prosaiche
Di questo miele amaro
Del sole congelato
Dal buio della cultura
Versi di speranza disperata
A causa del ripetersi
Di un ingiusto maltolto
Un inno agrodolce
Che vada piano forte
Al cuore addormentato
A scuotere gli animi
Da questa siesta desta
Che non importa ad altri
Che  lo vedono da lontano

Come un orizzonte in dissolvenza
Sullo schermo della vita


  


                                                                           Venafro, 11.12.2008
  

SUD


Alle terre e alla gente del sud
non importa niente
Il sole matura i frutti da solo
Il calore dell’aria
arriva dritto al cuore
e diventa carattere
e scalda la miseria

L’aria tersa e allegra
dirada le nuvole
e i pensieri

Le terre del sud
sono sempre immerse
in un mare
che è oceano in cui perdersi
e frescura in cui bagnarsi

Il mare da solo alleva i suoi pesci
e i pescatori
rischiano solo la vita
per pescarli

La terra del sud
come 
la gente del sud
è rossa di sangue e passione,
è gialla di sole,
è pigra di caldo

Si lascia vivere e morire
E non pensa, medita
Non produce, raccoglie
Non odia, soffre e vive



                                                                  Venafro, 5 febbraio 2006
 VELO DI     VENTO

...    ...   ...

ODE FOLLE

ODE FOLLE




E se volessi scrivere un’ode folle alla vita
Come sarebbe? Di versi sciolti impazzita
O imbastita di endecasillabi in rima
Come un canto di pensieri rivolti
Al domani futuro o al passato?
No, sia un inno dedicato
Solo al tempo presente
A ciò che è in mente
Nunc ora adesso
Mai lo stesso
Sia felicità
O dolore
Amore
O altro
O Dio
O te
Ed
Io













Venafro , 14 febbraio 2006 

venerdì 7 febbraio 2014

SOLO UNA DONNA

Sono solo una donna che scrive poesie

Mio malgrado, ho fatto figli
e frequentato tribunali,
ho amato e vissuto, inquieta
La società mi ha imposto le regole,
che ho finto accettare

Ora voglio ritirarmi nel guscio
e abitare i miei pensieri,
da sola,
scrivendo…



OGGI


Con oggi chiudo
un’altra scatola del tempo
Con oggi un altranno è passato,
volando,
come un battito di ciglia,
come sfogliando le pagine
d’un libro
Veloce
Pare che m’abbia lasciato
                                       intatta
Invece…

Scatole chiuse si accumulano
nella stanza della vita vissuta
Ma non importa,
non m’importa più nulla
delle cose vecchie,
finite,  dietro le spalle

Voglio solo vivere ed andare
Aprire porte, varcare  altre soglie
Vivere, ubriacarmi di cose nuove
Di emozioni, anno dopo anno
Solo esserci mi basta




















                                                           Venafro, 7 febbraio 2012



giovedì 6 febbraio 2014

PROMESSA


Andando a piedi, nel cuore della notte, con le tue poche cose chiuse in fretta in una busta di plastica verde, verso casa della nonna, una mano aggrappata alla giacca di Carlo, una stretta, tutta sudata, nelle grinfie di Pina, ti chiedesti che male avessi fatto mai.
- Muoviti, cammina, vedi che sta per piovere...
Avresti voluto gridare che non ce la facevi più, che non riuscivi ad andare più veloce di così, avresti voluto dirle di tornarsene a casa, di lasciarvi da soli lì, per strada, nel buio, che tu e Carlo ve la sareste cavata da soli, che conoscevate la via e che l’avreste trovata la casa della nonna. Ma ingoiasti le lacrime salate che ti bruciavano il visino tenero e tirasti in su col naso anche le parole che, lo sapevi, sarebbero state inutili e avrebbero irritato, se possibile ancora di più,  Pina.
Tuo fratello Carlo ti camminava a fianco, in silenzio, ubbidiente, apparentemente insensibile all'ennesima scenata, ma di sicuro stava male come e più di te. Lui era stato sempre così, impassibile, pareva un soldatino in riga, come al funerale della mamma.
Basta, avevi deciso. Anche se tuo padre e Pina avessero fatto pace, non saresti  ritornata mai più in quella casa dove ti sentivi di troppo.
La Pina pensava solo alle sue bambine e voi eravate un peso che, dopo i primissimi tempi di vita insieme, lei usava solo come merce di scambio o come arma di ricatto col marito. Del resto, tuo padre non faceva nulla per farla star zitta, per tenerla buona. Beveva e beveva. Continuava a ritirarsi tardi e a non portare mai abbastanza soldi a casa. Quella notte poi aveva proprio esagerato. Era tornato alle due, dopo una scazzottata forse, sanguinante. Aveva tentato di afferrarla, le aveva sporcato il letto. Pina si era ribellata. Avevi sentito solo le sue urla, quando lui, fuori di sé dalla rabbia, l'aveva minacciata di buttarla giù dalla finestra.
Ti eri svegliata, spaventata da morire. Ti eri ricacciata ancora più giù tra le lenzuola lise, fingendo di dormire. Ma lei ormai era infuriata.  Aveva aspettato che tuo padre, sfinito, s’addormentasse per vendicarsi, come al solito. La storia andava avanti da troppo tempo. Ma forse quella era la volta buona. Forse si lasciavano davvero. Ti dispiaceva un po' solo per le bambine. Camilla e Carlotta, in fondo, erano le tue sorelline, più piccole e  più fortunate, avevano la mamma loro. Ma il babbo, quello lo condividevate ed era un disastro per tutti.
Per fortuna la stanchezza e il sonno erano più forti dei cattivi pensieri. Quando  Pina diede la prima scampanellata al portone della nonna, eri rassegnata e tranquilla, come la superficie di uno stagno che nasconde sabbie mobili.
- Chi è?- fece la voce nota, bassa e impastata, dagli scuri della finestra al primo piano.
- Maria, siamo noi, scendete.
- Che è successo?
- Nonna, siamo noi, - fece Carlo come ravvivandosi.
- Vostro genero ne ha fatta una delle sue, ma per me è l'ultima. Io lo lascio. Domani mattina lo sbatto fuori di casa. Le gemelle restano con me, ma questi è meglio che li riteniate voi. Quella bestia non è in grado di badare neanche a se stesso.
Ti avviasti su per  le scale grigie. Povera nonna, non era le bastato perdere la figlia, ora doveva anche ricominciare tutto daccapo e prendersi cura di due ragazzini.
Ma no, promettesti alla tua stella lassù.
“Saremo noi che ci prenderemo cura di te, nonna cara.”



RACCONTI IN 100 PAROLE

PARENTESI
di
Giuditta Di Cristinzi


            Sei arrivato. Un arcobaleno ha incorniciato la mia spiaggia. E poi, senza salutare, sei andato via.

Sola, rinchiudo i ricordi in un sacchetto che nascondo nel fondo dell’armadio. Metto le sensazioni e la magia in una bella bottiglia di vetro smerigliato che serro col tappo dello champagne bevuto, perché non evaporino nel tempo perduto. Raccolgo i miei pensieri, i sogni, i desideri in uno scatolo di cartone colorato che ripongo nel cassetto del comò. Chiudo la porta della stanza, del volevo, può essere, un giorno, fuggirò.
E vado avanti, seguendo il solco del mio solito cammino.                                              



RACCONTI IN 100 PAROLE

PER ME E PER TE
Giuditta Di Cristinzi


Scrivo per me e per te, per quell’incontro insperato e  quel biglietto scambiato. Per un sms scarno, efficace e  un rendez-vous au métro. Lo sguardo azzurro e subito, mano nella mano, mano sulla spalla, parole su parole, pensieri nei pensieri, confidenze lunghe una vita intera. Una vita altrove. Must be happy. Una breve corsa in taxi. La mano sul petto. Un caffè amaro. Poi la strada e la voglia. La bocca sulla bocca. Fuori dallo spazio, fuori dal tempo, occhi chiusi,  nel traffico. Un attimo di eterno. Veloci le scale, le chiavi, le porte, i vestiti che volano via. E poi, pura magia.



RACCONTI IN 100 PAROLE

SILENZI
Giuditta Di Cristinzi

Non mi privare ancora della speranza coi tuoi insopportabili silenzi.
Insondabili. Cosa metto io, povera donna, nella cornice vuota?
Un sorriso di enigma, un anello, le tue iniziali, un’andata ed un eterno solitario ritorno.
Prendo tra le mani il mio piccolo cuore. Lo scruto come palla di vetro, vuota, incrinata . Azzero la mente. Spengo il lume della ragione, che tu, solo, vuoi sempre acceso. E vedo quello che non ho. Quello che tu non hai voluto.






RACCONTI IN 100 PAROLE

TI HO AMATO
Giuditta Di Cristinzi

Ti ho amato e ti amerò ancora. Non lo so dove e quando. Forse è solo un sogno per non morire di inedia, di solitudine, di noia e  di doveri.
Verrà un giorno sottile, leggero e trasparente, in cui tu mi chiamerai ed io verrò.
Non importa dove, Europa, Australia, America. Tutto il mondo e il mondo intero può essere la nostra casa.  E parleremo ancora, e scriveremo, e leggeremo insieme, di quanti e fisica, di  Dante e  di D’Annunzio e di piacere.
Non importa chi o cosa ci inebrierà con parole e immagini. Noi vi daremo un senso, facendole vibrare  di eterno e vero perché amore eterno dura.


GIUDITTA DI CRISTINZI: RACCONTI IN 100 PAROLE

GIUDITTA DI CRISTINZI: RACCONTI IN 100 PAROLE: MIO RACCONTO IN 100 PAROLE pubblicato nell'antologia PALPITI, OSSESSIONI E DISAVVENTURE D'AMORE IN  100 PAROLE - L'ERUDITA EDI...

RACCONTI IN 100 PAROLE

MIO RACCONTO IN 100 PAROLE pubblicato nell'antologia PALPITI, OSSESSIONI E DISAVVENTURE D'AMORE IN  100 PAROLE - L'ERUDITA EDITORE 


M’AMA, NON M’AMA


M’ama, non m’ama, m’ama, …
Se calpesto quella foglia prima di incrociare la tipa di fronte, mi ama. Se non ci riesco non mi ama. Devo allungare il passo.
Se svolto l’angolo e la prima persona che vedo è un uomo, mi ama; se invece è una  femmina, non mi ama. Ho paura.  Se non mi ama? Che farò?
Faccio la somma dei numeri di quella targa. Se è dispari mi ama, se è pari non mi ama.

-         Sveglia, Francesca, sono le sette! E’ già pronto il caffè!
-         Carlo, sei qui, meno male. Stavo sognando. Che incubi!!!



martedì 4 febbraio 2014

AL TRAMONTO


Nello spazio ristretto e noto della cucina, se ne stavano ognuna rinchiusa nel proprio recinto esistenziale, fingendo bonomia. La donna in realtà aveva fretta di andar via,  ma non voleva confessarlo, neanche se stessa.
- Ho pensato che a questo punto, forse,  potresti  prendere una donna, per un paio d'ore, ogni mattina.
- E per fare che?,  rispose piccata l'anziana, sistemandosi lo scialletto bordò sulle spalle.
- Ma non lo so, per un po' di compagnia, una persona di fiducia, che abbia le chiavi di casa, venga, apra, che ti aiuti ...
- Ma mi aiuti a far che, non ho capito?  Io non voglio nessuno.
- Lo vuoi un tè?
- Lo sai che non mi  piace quell’acqua sporca.
- Corretto? O preferisci un succo, non so, dell’acqua.
- Non voglio niente.
- Io, prima di uscire, prendo un tè caldo, con un po' di latte. Fa freddo fuori.
- Prenditelo.
- Tu proprio non lo vuoi?
- Se lo fai per te, dammene  un po', in una tazzina del caffè con poco zucchero.
- Ho pensato che potesse farti piacere, per compagnia, per fare la spesa.
- Ma non ho capito, mi vuoi affibbiare ad una badante?
- Ma no, non si tratta di una badante. Di una donna di servizio, ecco, una che ti aiuti a fare le cose più pesanti in casa, che venga al mattino, apra,  veda se è tutto a posto.-
- Hai paura che muoio di notte?
- Ma che dici,  se pensassi questo…
- Beh, che faresti?
- Niente. Sto solo dicendo che andrebbe bene avere una persona di fiducia con cui scambiare due parole,  che ti aiuti a lavarti, a tirare su le calze.
- Queste non sono cose da donna di servizio. Le calze riesco a mettermene da sola. Io cammino, ci vado da sola a fare la spesa. Non ho bisogno di niente. E poi una cosa è farsi lavare da una estranea, una cosa da una persona di famiglia
- Lo so, ma tu lo sai, è complicato.
- Ma io non chiedo niente, niente a nessuno. Cerco di non dare fastidio.
- Non è fastidio, è per stare tranquilli, per comodità. Lo fanno tutti, tutte le persone della tua età.
- Ma togliti questa preoccupazione. Io sto bene così.
- Okay, come vuoi tu, se non ti va,  va bene così. Ora devo andare, scusami.
- Sì, vai, è meglio.

La donna mise il cappotto, prese la borsa e uscì.

LIBRAI

Un amico romano mi ha parlato con entusiasmo di Barbara Facchini e Alessandro Fratini, classe 1976 lei e 1977 lui, librai appassionati, titolari della Libreria Risvolti di Roma, zona Appio Claudio,  quartiere popolare e popoloso.
I due giovani imprenditori non solo vendono  libri, ma sono grandi appassionati della cultura e della lettura. Sanno dare consigli attenti ad ogni possibile cliente-lettore. Cercano di fornire un supporto mirato e di reperire con velocità i libri richiesti non disponibili. A giusta ragione si sono ritagliati una buona fetta di mercato, pur avendo aperto la libreria solo 5 anni fa. Offrono sconti a chi acquista con continuità.

Mi fa piacere dare la notizia sul mio blog e, se possibile, fare loro un po' di pubblicità gratuita.
Dunque, lettori romani o di passaggio, Libreria Risvolti.

"Ogni lettura è un atto di resistenza". Pennac

AFORISMI

"DEFINIRE è LIMITARE"
DORIAN GRAY   OSCAR WILDE

lunedì 3 febbraio 2014

CRISI: VINTAGE E USATO


In questi ultimi tempi va tanto di moda il vintage, l'usato, il baratto. Sicuramente la cosa è dovuta alla crisi economica imperante, ma è una tendenza che può essere anche "etica" e divertente, in contrasto con l'accanito consumismo usa e getta che ha caratterizzato gli ultimi decenni del secolo scorso.

In effetti, le cose possono essere riusate creativamente, riciclate, scambiate o vendute a buon prezzo.  E all'uopo spuntano come funghi nelle città mercatini dell'usato in franchising o i cosiddetti swap party, ovvero eventi organizzati ad hoc per scambiarsi cose che a noi non servono più, ma che possono essere di utilità per qualcun'altro. A me la cosa piace molto, uno perché adoro i mercati e le fiere di ogni genere, nei cui banchi mi perdo per ore per cercare l'affare a buon mercato, due perché così posso disfarmi delle cose che in casa non uso più senza troppi sensi di colpa.


GIUDITTA DI CRISTINZI: L’INVERNODicembre, gennaio, febbraio,solo un pe...

GIUDITTA DI CRISTINZI: L’INVERNO


Dicembre, gennaio, febbraio,solo un pe...
: L’INVERNO Dicembre, gennaio, febbraio, solo un pettirosso o il passero gaio solcano il bianco del cielo. Freddo, pioggia, nev...
L’INVERNO



Dicembre, gennaio, febbraio,
solo un pettirosso o il passero gaio
solcano il bianco del cielo.
Freddo, pioggia, neve e gelo.

C’è Natale a scaldare il cuore
e poi si ricomincia con più ardore
La casa,  la  scuola ed  il lavoro,
a tavola, il maiale con l’alloro,
polenta, cavoli, mandarini,
salsicce, broccoli e tagliolini

I giorni della merla, poi la Candelora
e si dice “l’inverno è fora”.
Ora il dì è più lungo, la notte più breve,
piano piano si scioglie  la neve

Finchè un giorno senti frinire.
Allegro, l’inverno sta per finire!



Quiete serena

Mentre i giorni d'autunno si inseguono, io sto. Sto bene, ferma nel mio sole di novembre, a godermi l'amore sempiterno di mio marito...