SILENZI
Giuditta Di Cristinzi
Non mi privare
ancora della speranza coi tuoi insopportabili silenzi.
Insondabili. Cosa metto io, povera donna, nella cornice
vuota?
Un sorriso di enigma, un anello,
le tue iniziali, un’andata ed un eterno solitario ritorno.
Prendo tra le mani il mio piccolo
cuore. Lo scruto come palla di vetro, vuota, incrinata . Azzero la mente. Spengo
il lume della ragione, che tu, solo, vuoi sempre acceso. E vedo quello che non
ho. Quello che tu non hai voluto.
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