COMUNICATO STAMPA
*
* *
Editoria
Presentato
a Formia il volume “Versi al succo di limone” di Brancaccio
Davvero
una bella serata quella dell’8 marzo nelle Libreria di Margherita a Formia. Si
presentava il libro “Versi al succo di
limone” (Edizioni Eva, Venafro 2014, pp. 128, € 12,00), un’antologia della
poesia di Carmine Brancaccio curata da Amerigo Iannacone.
Dopo
l’introduzione di Margherita Agresti, ospite sempre gentile e sensibile, hanno
parlato del libro il poeta Giuseppe Napolitano e il curatore del volume Amerigo
Iannacone. Ha chiuso l’autore, che ha fornito qualche chiave di lettura per la
sua poesia e ha letto diversi testi. Napolitano ha detto, tra l’altro: «In
questa corposa antologia di poesie ne compaiono 75, provenienti dai sei libri pubblicati
finora, tranne le ultime 5, inedite. È sempre difficile scegliere, comunque una
scelta va fatta e qui sembra funzionare: l’idea dell’autore e del suo lavoro
c’è. Si può ripercorrere la storia della sua formazione, comprenderne
intenzioni e sviluppi, tensioni e progressi. Carmine Brancaccio l’ho visto
crescere, anzi nascere, come poeta, fin da quando presentò a Sant’Elia Fiumerapido
il suo primo libro (c’erano altri amici, allora, oltre Amerigo: c’era Antonio
Vanni e c’era Ida Di Ianni), ma dell’autore appena diciottenne mi colpí la
sicurezza con cui si proponeva. In quel primo libro comparve subito una specie
di talismano, un piccolo testo apotropaico, destinato a proteggere l’autore dal
buio dell’oblio. “Poesia”, si intitola quel testo, che opportunamente compare
ancora in questa Antologia curata da
Iannacone. “Sei amore, il piú bello che ho / A te io m’affido”. Ecco la
dichiarazione d’intenti del giovane poeta – fidarsi della sua creatura
(innamorata), affidarsi alla scrittura per essere ricordato. Ecco perché Immagini di dimensioni (un altro dei
suoi titoli misteriosi) si offriva subito come una base di partenza – di lí era
chiaro dove sarebbe andato a parare l’autore, che si è nutrito da ragazzo di
molta poesia e letteratura e cinema, e ha deciso che, in attesa di un lavoro e
di una donna, fosse meglio votarsi al lavoro di amante della piú difficile
compagna che si possa trovare».
E
Iannacone nel suo intervento ha detto, tra l’altro, che: «Il titolo è venuto
fuori in una conversazione fatta con l’autore e mi è sembrato confacente. Il
succo di limone ha lo stesso effetto dell’inchiostro simpatico: consente una
scrittura segreta, che si può decriptare scaldando il foglio. Anche i versi di
Carmine Brancaccio sono da decriptare, ma poi, quando uno è riuscito ad
entrarvi, vi troverà una poesia molto intensa. Forse, come il succo di limone,
anche un po’ asprigna, ma proprio per questa sua caratteristica – in qualche
modo – come il limone deterge e purifica».
Carmine Brancaccio è nato a Napoli nel
1979 e risiede a Sant’Elia Fiumerapido (Frosinone). Nel 1998 ha fondato il Premio
Nazionale di Poesia Città di Sant’Elia Fiumerapido, di cui è membro di
giuria e curatore dell’Antologia poetica che racchiude i vincitori dal 1998 al
2003.
In
poesia ha pubblicato: Immagini di dimensioni (Edizioni Eva, 1997), Soli
verso le stelle (Edizioni Eva, 1999), Fughe, i re sono giullari
(Bastogi Editrice, 2002), Laudano (Edizioni Eva, 2006), Le quartine
di Pierrot (Caramanica, 2007 - Premio Minturnae 2006), Simplegadi
o la notte (Edizioni Eva, 2010), poi ripubblicata in edizione bilingue,
italiano ed esperanto, nel 2011.
Ha inoltre pubblicato la biografia di Gianluca Morozzi, L’era
del Moroz (Zikkurat, 2008).
Dirige
per le Edizioni Eva la collana “Fermenti - Poesia giovane”.