I
luoghi dell'anima
VIAGGIO IN SICILIA
PARTE SECONDA
Dopo un giretto nel capoluogo,
attraverso strade costeggiate da suggestive saline,
ho raggiunto Marsala, ridente cittadina, molto
popolosa, famosa per il celebre sbarco
dei mille e per la produzione dell'omonimo
vino.
A Marsala ho visitato le saline, l'isola di Mozia in barca,
con un simpatico anziano timoniere che faceva da guida, e la Riserva Naturale delle Isole dello Stagnone.
Al tramonto, in un abbraccio seducente
di colori degradanti dall'azzurro del cielo all'arancio del sole, ho preso un aperitivo da Mamma
Caura, ove la vista -che pare quasi lacustre- è arricchita dal profilo
di vecchi mulini.
La sera ho cenato presso il
ristorante trattoria Garibaldi in pieno centro, dove ho
gustato i busiati al nero di seppia con seppie, pomodorini,
bottarga di tonno e mollica di pane (una gioia per il palato!) e per secondo le famose triglie rosse dello Stagnone. Gentilissimi e simpatici i camerieri.
Il giorno successivo, dopo una breve
passeggiata sul corso di Mazara del Vallo, pieno
di bei negozi, ho raggiunto Selinunte
per una visita culturale al Parco Archeologico più grande d'Europa. Molti e
pregevoli i resti antichissimi, a testimonianza delle civiltà del passato.
Notevoli i templi C ed E, di stile dorico,
edificati tra il quinto e il terzo
secolo avanti Cristo.
Siamo così tanto ricchi di storia,
arte e bellezze noi italiani tutti che a volte ce ne dimentichiamo, dando per
scontata la varia copiosità che ci circonda.
Spinta dall'afa estiva e dal tempo
incalzante ho ripreso il viaggio verso Sciacca, città marinara, turistica e termale
dove alloggiato in un'altra struttura pregevole, il B&B
La finestra sul cortile, gestito dalla vivace e simpatica
proprietaria Santina Matalone, che ne ha curato la ristrutturazione fin nei
minimi particolari. Santina mi ha suggerito una bella spiaggia
dove ho trascorso il pomeriggio in relax,
facendo tanti bagni per combattere il
gran caldo e sgranocchiando pistacchi siciliani; poi mi ha indicato un ottimo
ristorante dove ho cenato scegliendo squisitezze tra il ricco pescato del giorno. Al mattino dopo, ho fatto abbondante
colazione nel cortile del B&B, accolta
dall’ospitalità tutta siciliana di Santina e del marito, tra piante
lussureggianti, colori sgargianti, dolcezze isolane e coccole
del grosso cane dei proprietari.
E poi via, di nuovo lungo la costa,
alla volta di Agrigento,
una città meravigliosa varia, ricca di chiese e monumenti, ma famosa soprattutto
per la Valle dei Templi.
Appena arrivata in zona sono corsa in spiaggia a Realmonte, per godere della vista della Scala dei Turchi,
una parete rocciosa a picco sul mare, una scogliera aspra e bianca, erosa
dall'acqua e dal vento, ondulata e irregolare, la Scala è una falesia di rara
bellezza. Ho potuto vincere il caldo soffocante solo facendo tanti bagni
nell'acqua fredda e cristallina e bevendo birra
ghiacciata per accompagnare altre squisitezze locali: pasta con le sarde e pannelle
fritte.
La sera ho gironzolato per la città e ho fatto una cena leggera a
base di polipo in gelatina.
Il mattino dopo ho visitato la Valle dei Templi dichiarata a giusta ragione Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, combattendo il
caldo asfissiante con bagnature di acqua fresca delle fontane. In quei giorni il
parco ospitava alcune sculture bronzee
di Igor
Mitoraj e posso dire che l'accostamento delle opere contemporanee con
le vestigia del passato risultava davvero grandioso e suggestivo.
Dopo la visita interessante al sito
archeologico ho ripreso il viaggio, purtroppo al termine, imboccando la via
interna che da Agrigento porta a Palermo.
Sono passata davanti al bivio per Corleone e la tentazione di fare una sosta è stata
fortissima ma il tempo stringeva e gli
effetti dell'afa, esasperati
dall'asfalto, mi hanno indotto a tirare
dritto fino a Monreale
per un'ultima visita culturale. Meraviglioso il Duomo, che quel giorno ospitava un
matrimonio (spero di buon auspicio!), che insieme alla cattedrale di Cefalù e alla Palermo arabo-normanna è Patrimonio dell'Umanità secondo
l'Unesco dal 2015, e a
buon titolo, infatti è un'opera architettonica notevole, di stile composito
ricchissimo, con magnifici mosaici dorati
interni, porte bronzee, arcate ogivali, intarsi barocchi e colonnine gemine.
Al termine, un ultimo giro per la città
di Palermo e una piccola pausa per
gustare l’ultima granita in un rinomato bar del centro e poi via al porto.
Mi sono imbarcata dal tramonto, lasciandomi alle spalle alla volta del “continente”, una terra meravigliosa, ricca, calda, varia, ospitale, ove spero di tornare presto, sempre
su due ruote e sempre con la buona compagnia di mio marito Claudio che accoglie con piacere tutte le
mie richieste da globetrotter .
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