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giovedì 20 dicembre 2018

I LUOGHI DELL'ANIMA

I luoghi dell'anima
VIAGGIO IN SICILIA
PARTE SECONDA

Dopo un giretto nel capoluogo, attraverso strade costeggiate da suggestive saline, ho raggiunto Marsala, ridente cittadina, molto popolosa, famosa per il celebre sbarco dei mille  e per la produzione dell'omonimo vino.
A Marsala ho  visitato le saline, l'isola di Mozia  in barca, con un simpatico anziano timoniere che faceva da guida, e la Riserva Naturale delle Isole dello Stagnone.
Al tramonto, in un abbraccio seducente di colori degradanti dall'azzurro del cielo all'arancio del sole, ho preso  un aperitivo da Mamma Caura, ove la vista -che pare quasi lacustre- è arricchita dal profilo di vecchi mulini.
La sera ho cenato presso il ristorante trattoria  Garibaldi in pieno centro, dove ho gustato i busiati  al nero di seppia con seppie, pomodorini, bottarga di tonno e mollica di pane (una gioia per il palato!) e  per secondo le famose triglie rosse dello Stagnone. Gentilissimi e simpatici i camerieri.
Il giorno successivo, dopo una breve passeggiata sul corso di Mazara del Vallo, pieno  di bei negozi, ho raggiunto Selinunte per una visita culturale al Parco Archeologico più grande d'Europa. Molti e pregevoli i resti antichissimi, a testimonianza delle civiltà del passato. Notevoli i templi C ed E, di stile dorico,  edificati tra il quinto e il terzo secolo avanti Cristo.
Siamo così tanto ricchi di storia, arte e bellezze noi italiani tutti che a volte ce ne dimentichiamo, dando per scontata la varia copiosità che ci circonda.
Spinta dall'afa estiva e dal tempo incalzante ho ripreso il viaggio verso Sciacca, città marinara, turistica e termale dove alloggiato in un'altra struttura pregevole, il B&B  La finestra sul cortile, gestito dalla vivace e simpatica proprietaria Santina Matalone,  che ne ha curato la ristrutturazione fin nei minimi particolari. Santina mi ha suggerito  una bella spiaggia dove ho trascorso il pomeriggio in relax, facendo tanti  bagni per combattere il gran caldo e sgranocchiando pistacchi siciliani; poi mi ha indicato un ottimo ristorante dove ho cenato scegliendo squisitezze tra il ricco pescato del giorno. Al mattino dopo, ho fatto abbondante colazione nel cortile del B&B,  accolta dall’ospitalità tutta siciliana di Santina e del marito, tra piante lussureggianti, colori sgargianti, dolcezze isolane  e coccole  del grosso cane dei proprietari.
E poi via, di nuovo lungo la costa, alla volta di Agrigento, una città meravigliosa varia, ricca di chiese e monumenti, ma famosa soprattutto per la Valle dei Templi. Appena arrivata in zona sono corsa in spiaggia a Realmonte,  per godere della vista della Scala dei Turchi, una parete rocciosa a picco sul mare, una scogliera aspra e bianca, erosa dall'acqua e dal vento, ondulata e irregolare, la Scala è una falesia di rara bellezza. Ho potuto vincere il caldo soffocante solo facendo tanti bagni nell'acqua fredda e cristallina e bevendo birra ghiacciata per accompagnare altre squisitezze locali: pasta con le sarde e pannelle fritte.
La sera ho gironzolato  per la città e ho fatto una cena leggera a base di polipo in gelatina.
Il mattino dopo ho visitato la Valle dei Templi dichiarata a giusta ragione Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, combattendo il caldo asfissiante con bagnature di acqua fresca delle fontane. In quei giorni il parco ospitava alcune sculture bronzee di Igor Mitoraj e posso dire che l'accostamento delle opere contemporanee con le vestigia del passato risultava davvero grandioso e suggestivo.
Dopo la visita interessante al sito archeologico ho ripreso il viaggio, purtroppo al termine, imboccando la via interna che da Agrigento porta a Palermo.
Sono passata davanti al bivio per Corleone e la tentazione di fare una sosta è stata fortissima ma il  tempo stringeva e gli effetti dell'afa,  esasperati dall'asfalto,  mi hanno indotto a tirare dritto fino a Monreale per un'ultima visita culturale. Meraviglioso il Duomo, che quel giorno ospitava un matrimonio (spero di buon auspicio!), che insieme alla cattedrale di Cefalù e alla  Palermo arabo-normanna è Patrimonio dell'Umanità secondo l'Unesco dal 2015, e a buon titolo, infatti è un'opera architettonica notevole, di stile composito ricchissimo, con magnifici mosaici dorati interni, porte bronzee, arcate ogivali, intarsi barocchi e colonnine gemine.
Al termine, un ultimo giro per la città di Palermo e una piccola pausa per gustare l’ultima granita in un rinomato bar del centro e poi via al porto.

Mi sono imbarcata dal tramonto,  lasciandomi alle spalle alla volta del “continente”,  una terra meravigliosa, ricca, calda,  varia,  ospitale, ove spero di tornare presto, sempre su due ruote e sempre con la buona compagnia di mio marito Claudio che accoglie con piacere tutte le mie richieste da globetrotter .

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