IL PRANZO DELLA DOMENICA DI PAOLO PANZACCHII
RECENSIONE
La narrazione de Il
pranzo della domenica di Paolo
Panzacchi inizia seguendo un duplice binario: i quello dell’intrigo internazionale e quello
del mistero locale.
Le azioni si dipanano i luoghi disparati, tra Grozny, Stoccolma, San Giovanni in
Persiceto, Bologna, Zurigo, Berlino, Francoforte e Shanghai.
Inizialmente si fa fatica a trovare il punto di
congiunzione tra le vicende di loschi figuri, spie e mercenari stranieri e di comuni affaristi emiliani fino a quando il
lettore è messo in condizioni di ritrovare il bandolo della matassa e di comprendere la connessione tra la storia
del industriale italiano Giovanni Arienti
e dei figli scapestrati e il disegno sovraordinato.
Il genere letterario è un mix di giallo, noir e hard boiled.
Tanti i personaggi: il mercenario Jacques de Sertas, Anita, Roberto e la dolce signora Lucia Arienti, il notaio Zani, Mister Wao, il misterioso Gianni, oscuro protagonista con tre
passaporti e tre identità (quale sarà quella reale?), il solerte investigatore
privato Paolo Speranza, uno stuolo di commissari, ispettori, questori corrotti
e non, tutti coinvolti nella vicenda adrenalinica che
toglie il respiro ai protagonisti, per una vecchia vicenda originatasi nel “71,
che ha scontentato e scatenato così
tanto odio
in qualcuno da determinare rappresaglie a catena e un'intera vita consacrata
alla vendetta.
Il personaggio che ho amato di più e quello di Anita, forse
perché femminile, una donna in carriera, inizialmente dolce e capace, che a
causa di una forte delusione d'amore devia il corso della sua vita e diviene
quasi un relitto umano, duro e crudo, dedita a dipendenze di ogni
tipo di dipendenze.
Ma del resto Panzacchi porta tutto alle estreme conseguenze.
Il climax si
raggiunge in parte centrale, dopo una sparatoria micidiale a Zurigo, in cui vengono descritti inseguimenti al
cardiopalma, agguati e una gragnola di colpi fino a raggiungere il denouement finale durante il pranzo della domenica nella
super villa dell’affermato industriale in declino.
Peccato per il finale da totale armageddon, che non lascia spazio a guizzi creativi, riscatti o
colpi di scena. Vince la violenza assoluta cieca e sorda.
Il libro, all'inizio avvincente, animato da una buona idea
ispiratrice, appiattita nello sviluppo successivo, è carente dell'editing che avrebbe dovuto essere molto
più accurato soprattutto della consecutio
temporum in altre banali cadute di
elaborazione.
Il pranzo della
domenica Paolo Panzacchi Laurana editore Collana calibro 9
giallo&noir, pagine 232, CODICE ISBN 978 88 3198 40 89
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