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venerdì 7 dicembre 2018

LE MIE INTERVISTE

Intervista a ROSA P. STAT, autrice di DUE VOLTE ELLE

Ho raggiunto Rosa  telefonicamente, tramite il contatto fornitomi dalla casa editrice,  perché la nostra ospite di oggi vuole rimanere  rigorosamente anonima. La voce è dolce e molto femminile,  quella di una giovane donna del nostro tempo, che mi fa immaginare una figura  avvenente ma dinamica.
D. Buongiorno Rosa,  come mai la scelta di restare  anonima e di ricorrere ad uno pseudonimo in questo periodo di grande sovrapposizione mediatica? Cosa, anzi chi si nasconde dietro ROSA P. STAT, nomignolo che rimanda alla  locuzione latina rosa stat pristina nomine, nomina nuda tenemus,  se non erro utilizzata anche da Umberto Eco nel famoso romanzo Il nome della rosa?
R: Salve Giuditta, ti ringrazio per il tuo interessamento e ti faccio i complimenti per la tua arguzia perché hai colto nel segno! Ho scelto uno pseudonimo rimanendo affascinata da un romanzo che mi era caro per ambientazioni e tematiche: la caccia alle streghe e il superamento della superstizione, il maestro e il novizio e la ricerca della verità. “Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus”. Di questo verso sono state date infinite interpretazioni, molte dotte, io mi accontento di quella letterale: "La rosa primigenia esiste solo nel nome, possediamo soltanto nudi nomi",  quindi ribadisco, possediamo solo nudi nomi. Questo per me è fondamentale, specialmente in questo momento storico dove la sovraesposizione mediatica è imperante, io mi accontento di portar avanti un nome, seppur bizzarro, e di tralasciare la mia immagine, i selfie, i rumors. Ma non mi nascondo, né mi proteggo, al massimo proteggo i miei scritti presentandoli solo per quello che sono. Semplici storie.
D. Ma tu sei una donna timida, riservata? Ritieni che un giorno rivelerai ai tuoi lettori  la tua vera identità?
Non sono una donna timida, ma sono riservata. Spero di non dover mai rivelare ai lettori la mia identità, vorrei che si accontentassero delle mie storie.
D. Quanti anni hai? Questo almeno puoi dircelo… Che lavoro fai? Scrivi per hobby o per professione? Di cosa ti  occupi quotidianamente? Aiutaci a tracciare il tuo identikit.
R. Da brava scrittrice di gialli Giuditta, so che vuoi smascherarmi e ci riusciresti in tre mosse se rispondessi precisamente! Posso solo dirti che ho un’età fra i 20 e i 40, che lavoro a contatto col pubblico e che scrivo per emozionarmi ed emozionare. Ammetto che scrivere rappresenti anche la mia salvaguardia quotidiana ai neuroni, perché attualmente scrivo solo per passione, vivo d’altro, purtroppo.
D. Rosa, mi incuriosisci ancora di più con le tue risposte. Ma giuro, un giorno ti scoverò! Comunque ritengo sia stata una fortuna per me  leggere DUE VOLTE ELLE e dico fortuna, sinceramente,  perché il libro mi è piaciuto molto,  anche se in genere sono una lettrice difficile e  dal palato fine.  La tua opera prima  è un  testo  nuovissimo, pubblicato a luglio del 2018 dall'Astro Edizioni, nella collana E – Sordisco,  chiaramente dedicata a scrittori esordienti,  presentato alla Fiera del Libro di Firenze a  settembre.  Mi sono avvicinata al libro con qualche perplessità perché non amo molto  il genere rosa o il  romance o il  fantasy che dir si voglia,  invece sono rimasta  piacevolmente sorpresa perché la storia  è molto avvincente e ben scritta. Come mai hai scelto questo genere?
R. Diciamo che è stato il genere a scegliere la storia e la storia a scegliere me come artefice. Avevo voglia di raccontare di queste due ragazze, mi sono accorta del genere solo alla fine.
D. Bene. Cosa leggi tu normalmente, d’abitudine o preferibilmente? Qual è il tuo autore preferito? E il tuo libro preferito?
R. Leggo molti esordienti, mi piacciono le cose nuove. Non sempre mi convincono, altre volte mi sbalordiscono. Li trovo nelle fiere dell’editoria, risultati di investimenti di piccole e coraggiose case editrici. Non mi separo mai dai classici, anzi li rileggo per cogliere il particolare che mi era sfuggito, quando posso li leggo ancora in lingua originale, o compro diverse edizioni dello stesso libro. Un’opera che non smetterà mai di affascinarmi è “Cime tempestose,” lo ribadisco sempre. Dentro c’è tutto: il ritratto di un’epoca, di un territorio, una storia d’amore, una storia di fantasmi, il grottesco, la passione pura, il senso di riappacificazione con la morte. Forse in virtù di tutto ciò posso dire che la mia autrice preferita sia Emily Brontë, anche se ho studiato di più Virginia Woolf.
D. Sì, giusto. Lo avevo letto in quarta di copertina e mi ero fatta un’idea. Ascolta, qual è la tua formazione,  cosa hai studiato?
R. Scienze Umanistiche, ma la formazione migliore l’ho ricevuta girovagando su e giù per l’Italia e all’estero. Sono state le persone incontrate di volta in volta a suggerirmi la storia di Elle e Siannon. Sono una buona ascoltatrice e vado pazza per il genere umano. Ho scoperto che dietro un sorriso, anche il più smagliante, c’è sempre un retroscena, ed è quel retroscena ad attirarmi.
D. La trama di DUE VOLTE ELLE è complessa  e molto fantasiosa. Come hai fatto a tracciare e  ideare l'intreccio? Quanto lavoro c'è dietro un'opera del genere?
R. La trama di Due volte Elle a dire il vero non è troppo fantasiosa. Parte da un mio sogno ricorrente e da alcuni studi legati alla metempsicosi, la trasmigrazione delle anime, presente praticamente in qualsiasi cultura. Pare anche quella di stampo cristiano, ma antecedente all’Editto di Costantino del 313 d.C. 
D.  Quanto tempo hai impiegato,  hai dovuto studiare per comporre il tuo romanzo? Ci sono molte citazioni sottotestuali. Ce ne puoi parlare? Cos'è quello che ti affascina?
R. Seppur la storia sia breve, per la stesura ho speso parecchio del mio tempo. Da brava studiosa di scienze esoteriche volevo svelare e non svelare, solleticare l’intelletto del lettore lasciando dei dubbi, che poi avrebbe risolto nella solitudine del suo quotidiano. Quando dico studiosa di scienze esoteriche, non intendo di stupide superstizioni, di giochetti con le carte e di banali oroscopi settimanali. Intendo lo studio dei dotti come Tommaso Campanella, Giordano Bruno, Ermete Trismegisto. Fatalità Due volte Elle saltò fuori nella sua completezza, dopo alcuni seminari sulla Cabala ebraica e la numerologia. Per questo invito sempre a fare attenzione ai nomi, nessun nome nella storia è casuale, nemmeno il numero “due” usato nel titolo.
D. Lo avevo intuito, leggere per credere! Ma qual è il messaggio che hai voluto mandare?
R. Guardare sempre oltre le apparenze. Sollevare il velo di Maya e restare in ascolto. L’Universo ci parla utilizzando una delicata simbologia, sta a noi coglierla per il nostro bene superiore. E, al di là di filosofismi, aggiungo anche che nessuno può fuggire dal proprio passato o dal proprio dolore, l’unica soluzione per superare le prove è passarci attraverso. Talvolta esistono le seconde possibilità per riparare i fatti, sta a noi saperle riconoscere e coglierle.
D. Ti identifichi con Elle o con Siannon, con le due protagoniste del libro?
R. Con entrambe, ma anche con gli altri personaggi del libro, in tutti c’è una parte di me. Il personaggio che ho amato di più però è un uomo, che non è il protagonista. Forse è lui la mia mimesi e la mia sintesi.
D. Sarei curiosa di sapere chi, per comprenderti meglio, ma so che non me lo dirai. In effetti i personaggi maschili sono molti e non tutti ne escono benissimo. Cosa pensi dell'uomo in genere, della figura maschile nella società medioevale e in quella dei  giorni nostri? Come si evoluto il ruolo maschile nel tempo?
R. Ho molta fiducia nel genere maschile! Spero che ad oggi il genere maschiale sappia riporre la stessa fiducia nel nostro. Ovviamente la supremazia maschile nei secoli passati ha portato a lunghi periodi di oscurantismo: il maschio bianco adulto era padrone di tutto ciò che poteva sottomettere con la legge della forza e con leggi create appositamente. Alle donne non restava che essere sante o streghe a seconda di quello che era deciso per loro di volta in volta. Non mancano esempi di leggendaria cavalleria, ma se pensi anche titoli come La Bisbetica domata” ti vengono i brividi!
Oggi vedo uomini alla ricerca di una propria identità, spaventati dall’avanzata femminile, ma liberi  di dimostrarsi sensibili e bisognosi. Direi che siamo a buon punto!
D. E cosa pensi del ruolo femminile nella società attuale,  come si è trasformato nel tempo,  qual è il nostro posto nel mondo adesso? Abbiamo ancora molti limiti da superare? Siamo un po' come Siannon o possiamo dire di avercela fatta?
R. Mi piacerebbe poterlo affermare, ma non è così. Se pensi che il suffragio universale è stato esteso dalla civilissima Svizzera solo nel 1971, capisci che c’è ancora tanta strada da fare. I dati sul femminicidio sono allarmanti, abbiamo bisogno di una giornata contro la violenza sulle donne che cade ogni 25 novembre. I crimini sessuali non sono puniti a dovere, le molestie sul lavoro ancora pesanti e per essere a capo di una struttura una donna non deve solo dimostrare le proprie capacità, ma anche di non essere andata a letto con qualcuno di potente. Quindi no, ancora non ci siamo.
D.  Visto che hai intenzione di rimanere anonima,  a chi hai  affidato la diffusione e la distribuzione del tuo lavoro?
R. Parlo volentieri del magnifico Team a cui mi sono affidata: l’Associazione GEArtis, di cui anche tu Giuditta fai parte! Siete meravigliose nelle vostre diversità, nella vostra voglia di fare, di portare avanti progetti ed eventi di buon gusto in un momento in cui il dozzinale fa da padrone in salotti e meeting. Vi leggo perché ognuna ha il suo stile, la sua personalità, il suo punto di vista e la sua sensibilità, e mi congratulo anche per il senso pratico che vi contraddistingue. Affidare il proprio lavoro artistico a voi è una garanzia di risultato, laddove molti si perdono in chiacchiere, voi segnate punti. Considerando che siete nate da poco come Associazione, mi domando fin dove riuscirete ad arrivare. La prossima intervista la farò io a voi!
D. Nel romanzo si parla anche di oracoli,  di possibili reincarnazioni, di medium.  Ma tu credi a queste cose o sei una donna diciamo illuminista,  che crede solo nella realtà materiale,  in quello che vede,  sente e  tocca?
R. Ritengo di essere un sano mix delle cose. Sono figlia del mio tempo: adoro i progressi scientifici, sono grata alla tecnologia perché mi sa portare ovunque, anche da voi GEArtis, ho fiducia nella ricerca medica, ma d’altra parte non posso ignorare che abbiamo 85 miliardi di neuroni. Che l’uomo sfrutti solo il 10% delle sue capacità mentali è stato confutato, ma che molta parte dei meccanismi cerebrali rimanga misteriosa è un dato di fatto. Dunque perché non ipotizzare che si possa sviluppare in un futuro doti precognitive? Gli oracoli sono sempre esistiti, da che mondo è mondo, hanno solo cambiato nome a seconda della dislocazione geografica e della religione dominante. Perché ignorare il dato storico? Per me l’anima poi è immortale, ma questo esime da un’analisi scientifica, posso solo parlarne in senso metafisico.
D. Venendo nuovamente a te, dicci, quando scrivi? Hai delle precise abitudini nella composizione dei tuoi testi?
R. Amo scrivere nel silenzio di un tramonto. Non solo perché è il momento della giornata che rimane per me, ma anche per le atmosfere. In estate rimango fuori a contatto con la natura, la vicinanza degli alberi per me è curativa. In inverno mi accontento del silenzio di una stanza, con un calice di vino e quando è possibile un caminetto acceso.
D. Che immagini suggestive evochi! Ma dimmi, in modo più prosaico, quanto è difficile pubblicare oggi,  trovare un editore non a pagamento che creda in te, che sia disposto a investire su di te?
R. Non è solo difficile, è snervante, frustrante, talvolta avvilente. Comprendo tutte le difficoltà del caso: quello italiano è uno strano popolo, scrive ma non legge. In questo caso l’offerta supera la domanda e per un editore non deve essere facile sopravvivere o scovare l’ago nel pagliaio. In sostanza scrivere un libro è solo il primo passo in un lunga strada impervia.
D. Bene. Il tuo romanzo avrà un seguito?
R. Il seguito è già stato pensato, ma dipende tutto dai risultati commerciali del primo e dalla bontà degli editori.
D. Ti piacerebbe vederlo al cinema o in TV?
R. Penso che sia il sogno di ogni autore! Se ci pensi, gli autori traspongono il tema del loro film mentale su carta. Vederlo animarsi sarebbe il massimo.
D. Chi potrebbe interpretare Elle? Chi vedresti nel ruolo di Siannon?
R. Per Elle ho pensato ad un’altra Elle! Chi meglio di Elle Fanning potrebbe interpretarla? Ho sinceramente apprezzato la sua interpretazione di Mary Shelley nel film di Haifaa Al-Mansour. Per Siannon sono indecisa: per carisma Eva Green, per fattezze Jessica Chastian. Ma se posso aggiungere una curiosità, ho scovato una fotografa lituana che ha immortalato una ragazza dai capelli rossi nella foresta, praticamente è Siannon! La fotografa si chiama Svetlana Belyaeva, è di straordinaria bravura, ha una pagina Facebook e una Instagram. Vale la pena dare un’occhiata.
D. Vedrò. Rosa, a cosa stai lavorando adesso? Hai nuovi progetti editoriali in cantiere? Stai già scrivendo qualcosa di nuovo?
R. Sto rimettendo mano a nuovi capitoli di Due volte Elle. Il mio sogno è ricavarne una saga, in cui ogni personaggio menzionato nel primo, e tu sai quanti segreti ognuno nasconda, si guadagna il titolo di protagonista del libro.
Benissimo Rosa, grazie per l’intervista a nome del Team GEArtis!
Ti facciamo i nostri migliori auguri per il successo della tua opera prima, che possa essere l’inizio di una luminosa carriera, sperando di leggerti di nuovo molto presto!

                                                                                              Giuditta Di Cristinzi 

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