Intervista a ROSA P. STAT, autrice di DUE VOLTE ELLE
Ho raggiunto
Rosa telefonicamente, tramite il
contatto fornitomi dalla casa editrice,
perché la nostra ospite di oggi vuole rimanere rigorosamente anonima. La voce è dolce e molto femminile, quella di una giovane donna del nostro tempo,
che mi fa immaginare una figura avvenente
ma dinamica.
D. Buongiorno Rosa, come mai la scelta di restare anonima e di ricorrere ad uno pseudonimo in
questo periodo di grande sovrapposizione mediatica? Cosa, anzi chi si nasconde
dietro ROSA P. STAT, nomignolo che rimanda alla locuzione latina rosa stat pristina nomine, nomina nuda tenemus, se non erro utilizzata anche da Umberto Eco
nel famoso romanzo Il nome della rosa?
R: Salve
Giuditta, ti ringrazio per il tuo interessamento e ti faccio i complimenti per
la tua arguzia perché hai colto nel segno! Ho scelto uno pseudonimo rimanendo
affascinata da un romanzo che mi era caro per ambientazioni e tematiche: la
caccia alle streghe e il superamento della superstizione, il maestro e il novizio
e la ricerca della verità. “Stat rosa pristina nomine, nomina nuda
tenemus”. Di questo verso
sono state date infinite interpretazioni, molte dotte, io mi accontento di
quella letterale: "La rosa
primigenia esiste solo nel nome, possediamo soltanto nudi nomi", quindi ribadisco, possediamo solo nudi nomi. Questo per me è fondamentale, specialmente
in questo momento storico dove la sovraesposizione mediatica è imperante, io mi
accontento di portar avanti un nome, seppur bizzarro, e di tralasciare la mia
immagine, i selfie, i rumors. Ma non mi nascondo, né mi
proteggo, al massimo proteggo i miei scritti presentandoli solo per quello che
sono. Semplici storie.
D. Ma tu sei una donna timida, riservata? Ritieni
che un giorno rivelerai ai tuoi lettori la tua vera identità?
Non sono una
donna timida, ma sono riservata. Spero di non dover mai rivelare ai lettori la
mia identità, vorrei che si accontentassero delle mie storie.
D. Quanti anni hai? Questo almeno puoi
dircelo… Che lavoro fai? Scrivi per hobby o per professione? Di cosa ti occupi quotidianamente? Aiutaci a tracciare il
tuo identikit.
R. Da brava
scrittrice di gialli Giuditta, so che vuoi smascherarmi e ci riusciresti in tre
mosse se rispondessi precisamente! Posso solo dirti che ho un’età fra i 20 e i
40, che lavoro a contatto col pubblico e che scrivo per emozionarmi ed
emozionare. Ammetto che scrivere rappresenti anche la mia salvaguardia quotidiana
ai neuroni, perché attualmente scrivo solo per passione, vivo d’altro,
purtroppo.
D. Rosa, mi incuriosisci ancora di più con le
tue risposte. Ma giuro, un giorno ti scoverò! Comunque ritengo sia stata una fortuna
per me leggere DUE VOLTE ELLE e dico
fortuna, sinceramente, perché il libro
mi è piaciuto molto, anche se in genere
sono una lettrice difficile e dal palato
fine. La tua opera prima è un testo
nuovissimo, pubblicato a luglio del 2018 dall'Astro Edizioni, nella collana E – Sordisco, chiaramente
dedicata a scrittori esordienti, presentato alla Fiera del Libro di Firenze a settembre. Mi sono avvicinata al libro con qualche
perplessità perché non amo molto il
genere rosa o il romance
o il fantasy
che dir si voglia, invece sono rimasta piacevolmente sorpresa perché la storia è molto avvincente e ben scritta. Come mai hai
scelto questo genere?
R. Diciamo che è
stato il genere a scegliere la storia e la storia a scegliere me come artefice.
Avevo voglia di raccontare di queste due ragazze, mi sono accorta del genere
solo alla fine.
D. Bene. Cosa leggi tu normalmente, d’abitudine
o preferibilmente? Qual è il tuo autore preferito? E il tuo libro preferito?
R. Leggo molti
esordienti, mi piacciono le cose nuove.
Non sempre mi convincono, altre volte mi sbalordiscono. Li trovo nelle fiere
dell’editoria, risultati di investimenti di piccole e coraggiose case editrici.
Non mi separo mai dai classici, anzi li
rileggo per cogliere il particolare che mi era sfuggito, quando posso li leggo
ancora in lingua originale, o compro
diverse edizioni dello stesso libro. Un’opera che non smetterà mai di
affascinarmi è “Cime tempestose,” lo
ribadisco sempre. Dentro c’è tutto: il ritratto di un’epoca, di un territorio,
una storia d’amore, una storia di fantasmi, il grottesco, la passione pura, il
senso di riappacificazione con la morte. Forse in virtù di tutto ciò posso dire
che la mia autrice preferita sia Emily Brontë, anche se ho studiato di più Virginia Woolf.
D. Sì, giusto. Lo avevo letto in quarta di
copertina e mi ero fatta un’idea. Ascolta, qual è la tua formazione, cosa hai studiato?
R. Scienze
Umanistiche, ma la formazione migliore l’ho ricevuta girovagando su e giù per
l’Italia e all’estero. Sono state le persone incontrate di volta in volta a
suggerirmi la storia di Elle e Siannon. Sono una buona ascoltatrice e
vado pazza per il genere umano. Ho scoperto che dietro un sorriso, anche il più
smagliante, c’è sempre un retroscena, ed è quel retroscena ad attirarmi.
D. La trama di DUE VOLTE ELLE è complessa e
molto fantasiosa. Come hai fatto a tracciare e ideare l'intreccio? Quanto lavoro c'è dietro
un'opera del genere?
R. La trama di Due volte Elle a dire il vero non è
troppo fantasiosa. Parte da un mio sogno ricorrente e da alcuni studi legati
alla metempsicosi, la trasmigrazione delle anime, presente
praticamente in qualsiasi cultura. Pare anche quella di stampo cristiano, ma
antecedente all’Editto di Costantino del 313 d.C.
D. Quanto tempo hai impiegato, hai dovuto studiare per comporre il tuo
romanzo? Ci sono molte citazioni
sottotestuali. Ce ne puoi parlare? Cos'è quello che ti affascina?
R. Seppur la
storia sia breve, per la stesura ho speso parecchio del mio tempo. Da brava
studiosa di scienze esoteriche
volevo svelare e non svelare, solleticare l’intelletto del lettore lasciando
dei dubbi, che poi avrebbe risolto nella solitudine del suo quotidiano. Quando
dico studiosa di scienze esoteriche, non intendo di stupide superstizioni, di
giochetti con le carte e di banali oroscopi settimanali. Intendo lo studio dei
dotti come Tommaso Campanella, Giordano
Bruno, Ermete Trismegisto. Fatalità Due
volte Elle saltò fuori nella sua completezza, dopo alcuni seminari sulla Cabala ebraica e la numerologia. Per questo invito sempre a fare
attenzione ai nomi, nessun nome nella storia è casuale, nemmeno il numero “due” usato nel titolo.
D. Lo avevo intuito, leggere per credere!
Ma qual è il messaggio che hai voluto
mandare?
R. Guardare
sempre oltre le apparenze. Sollevare il velo di Maya e restare in ascolto. L’Universo ci parla utilizzando una
delicata simbologia, sta a noi coglierla per il nostro bene superiore. E, al di
là di filosofismi, aggiungo anche che nessuno può fuggire dal proprio passato o
dal proprio dolore, l’unica soluzione per superare le prove è passarci
attraverso. Talvolta esistono le seconde possibilità per riparare i fatti, sta
a noi saperle riconoscere e coglierle.
D. Ti identifichi con Elle o con Siannon, con
le due protagoniste del libro?
R. Con entrambe,
ma anche con gli altri personaggi del libro, in
tutti c’è una parte di me. Il personaggio che ho amato di più però è un
uomo, che non è il protagonista. Forse è lui la mia mimesi e la mia sintesi.
D. Sarei curiosa di sapere chi, per
comprenderti meglio, ma so che non me lo dirai. In effetti i personaggi
maschili sono molti e non tutti ne escono benissimo. Cosa pensi dell'uomo in
genere, della figura maschile nella società medioevale e in quella dei giorni nostri? Come si evoluto il ruolo
maschile nel tempo?
R. Ho molta
fiducia nel genere maschile! Spero che ad oggi il genere maschiale sappia
riporre la stessa fiducia nel nostro. Ovviamente la supremazia maschile nei
secoli passati ha portato a lunghi periodi di oscurantismo: il maschio bianco
adulto era padrone di tutto ciò che poteva sottomettere con la legge della
forza e con leggi create appositamente. Alle donne non restava che essere sante
o streghe a seconda di quello che era deciso per loro di volta in volta. Non
mancano esempi di leggendaria cavalleria, ma se pensi anche titoli come “La Bisbetica domata” ti vengono i brividi!
Oggi vedo uomini
alla ricerca di una propria identità, spaventati dall’avanzata femminile, ma
liberi di dimostrarsi sensibili e
bisognosi. Direi che siamo a buon punto!
D. E cosa pensi del ruolo femminile nella società attuale, come si è trasformato nel tempo, qual è il nostro posto nel mondo adesso?
Abbiamo ancora molti limiti da superare? Siamo un po' come Siannon o possiamo dire di avercela fatta?
R. Mi piacerebbe
poterlo affermare, ma non è così. Se pensi che il suffragio universale è stato
esteso dalla civilissima Svizzera solo nel 1971, capisci che c’è ancora tanta
strada da fare. I dati sul femminicidio
sono allarmanti, abbiamo bisogno di una giornata contro la violenza sulle donne
che cade ogni 25 novembre. I crimini sessuali non sono puniti a dovere, le
molestie sul lavoro ancora pesanti e per essere a capo di una struttura una
donna non deve solo dimostrare le proprie capacità, ma anche di non essere
andata a letto con qualcuno di potente. Quindi no, ancora non ci siamo.
D. Visto
che hai intenzione di rimanere anonima, a chi hai affidato la diffusione e la distribuzione del
tuo lavoro?
R. Parlo
volentieri del magnifico Team a cui
mi sono affidata: l’Associazione GEArtis, di cui anche tu Giuditta fai parte! Siete
meravigliose nelle vostre diversità, nella vostra voglia di fare, di portare
avanti progetti ed eventi di buon gusto in un momento in cui il dozzinale fa da
padrone in salotti e meeting. Vi leggo perché ognuna ha il suo stile, la sua
personalità, il suo punto di vista e la sua sensibilità, e mi congratulo anche
per il senso pratico che vi contraddistingue. Affidare il proprio lavoro
artistico a voi è una garanzia di risultato, laddove molti si perdono in
chiacchiere, voi segnate punti. Considerando che siete nate da poco come
Associazione, mi domando fin dove riuscirete ad arrivare. La prossima
intervista la farò io a voi!
D. Nel romanzo si parla anche di oracoli, di possibili reincarnazioni, di medium. Ma tu credi a queste cose o sei una donna
diciamo illuminista, che crede solo
nella realtà materiale, in quello che vede,
sente e tocca?
R. Ritengo di
essere un sano mix delle cose. Sono figlia del mio tempo: adoro i progressi
scientifici, sono grata alla tecnologia perché mi sa portare ovunque, anche da
voi GEArtis,
ho fiducia nella ricerca medica, ma d’altra parte non posso ignorare che
abbiamo 85 miliardi di neuroni. Che l’uomo sfrutti solo il 10% delle sue
capacità mentali è stato confutato, ma che molta parte dei meccanismi cerebrali
rimanga misteriosa è un dato di fatto. Dunque perché non ipotizzare che si
possa sviluppare in un futuro doti precognitive? Gli oracoli sono sempre
esistiti, da che mondo è mondo, hanno solo cambiato nome a seconda della
dislocazione geografica e della religione dominante. Perché ignorare il dato
storico? Per me l’anima poi è immortale, ma questo esime da un’analisi
scientifica, posso solo parlarne in senso metafisico.
D. Venendo nuovamente a te, dicci, quando
scrivi? Hai delle precise abitudini nella composizione dei tuoi testi?
R. Amo scrivere nel silenzio di un tramonto. Non
solo perché è il momento della giornata che rimane per me, ma anche per le
atmosfere. In estate rimango fuori a contatto con la natura, la vicinanza degli
alberi per me è curativa. In inverno mi accontento del silenzio di una stanza,
con un calice di vino e quando è possibile un caminetto acceso.
D. Che immagini suggestive evochi! Ma
dimmi, in modo più prosaico, quanto è difficile pubblicare oggi, trovare un editore non a pagamento che creda
in te, che sia disposto a investire su di te?
R. Non è solo
difficile, è snervante, frustrante, talvolta avvilente. Comprendo tutte le
difficoltà del caso: quello italiano è uno strano popolo, scrive ma non legge.
In questo caso l’offerta supera la domanda e per un editore non deve essere
facile sopravvivere o scovare l’ago nel pagliaio. In sostanza scrivere un libro
è solo il primo passo in un lunga strada impervia.
D. Bene. Il tuo romanzo avrà un seguito?
R. Il seguito è
già stato pensato, ma dipende tutto dai risultati commerciali del primo e dalla
bontà degli editori.
D. Ti piacerebbe vederlo al cinema o in TV?
R. Penso che sia
il sogno di ogni autore! Se ci pensi, gli autori traspongono il tema del loro
film mentale su carta. Vederlo animarsi sarebbe il massimo.
D. Chi potrebbe interpretare Elle? Chi vedresti nel ruolo di Siannon?
R. Per Elle ho pensato ad un’altra Elle! Chi meglio di Elle Fanning potrebbe interpretarla? Ho sinceramente apprezzato la
sua interpretazione di Mary Shelley
nel film di Haifaa Al-Mansour. Per Siannon sono indecisa: per carisma Eva Green, per fattezze Jessica Chastian. Ma se posso aggiungere
una curiosità, ho scovato una fotografa lituana che ha immortalato una ragazza dai
capelli rossi nella foresta, praticamente è Siannon!
La fotografa si chiama Svetlana Belyaeva,
è di straordinaria bravura, ha una pagina Facebook
e una Instagram. Vale la pena dare
un’occhiata.
D. Vedrò. Rosa, a cosa stai lavorando adesso? Hai nuovi progetti editoriali
in cantiere? Stai già scrivendo qualcosa di nuovo?
R. Sto
rimettendo mano a nuovi capitoli
di Due volte Elle. Il mio sogno è
ricavarne una saga, in cui ogni
personaggio menzionato nel primo, e tu sai quanti segreti ognuno nasconda, si
guadagna il titolo di protagonista del libro.
Benissimo Rosa, grazie per l’intervista a nome del Team GEArtis!
Ti facciamo i
nostri migliori auguri per il successo della tua opera prima, che possa essere
l’inizio di una luminosa carriera, sperando di leggerti di nuovo molto presto!
Giuditta Di Cristinzi
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