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domenica 25 ottobre 2020

CI RISIAMO

Purtroppo ci risiamo. Il contagio ha ripreso a crescere in misura preoccupante, quindi  Governo e Regioni, un passetto alla volta, hanno disposto chiusure e nuovi limiti alla nostra vita di relazione. Di pari passo crescono le polemiche che a Napoli e a Roma hanno assunto la forma della protesta più aspra. 

In realtà, dispiace a tutti rinchiudersi di nuovo in casa, rinunciare ad uscire, a fare l'aperitivo e la cenetta, dare l'addio alla palestra da poco ripresa, ma tant'è.  Pazienza per la mondanità e per l'economia. Adesso la priorità è la tutela della salute e non abbiamo altre armi che quella di limitare i contatti. Il vaccino è di là da venire, inutile farsi illusioni. Anche se qualche formulazione verrà depositata a dicembre, solo a primavera saranno somministrate le prime dosi alle categorie più a rischio, a chi opera in  prima linea e ai più deboli. 

Il virus si espande ancora nel resto dell'Europa più che da noi, per fortuna invertendo la tendenza che ci aveva penalizzato in primavera. In Svizzera hanno fatto sapere che, a causa dei ridotto numeri dei posti in  terapia intensiva, le persone anziane non saranno accettate. E' una cosa di una crudeltà inaudita, la nuova barbarie, ma se il posto al respiratore è uno e i malati sono un ventenne e un ottantenne, che si fa?

Forse in alcuni paesi dicono chiaro ciò che altrove si fa in silenzio. 

Per quanto mi riguarda è proprio una seccatura. 

A marzo e aprile abbiamo quasi giocato a fare le casalinghe, le cuoche, le donne antiche e virtuose. Ora invece ho tanta voglia di uscire, di andare a lavoro, di vedere le amiche, di vestirmi e truccarmi, di andare in palestra e a fare yoga, di fare qualche viaggetto. 

Comunque va bene così. Siamo impotenti, verso il viris e verso le decisioni del Governo. Dobbiamo accettare i rischi e il nuovo lockdown, per ora edulcorato, sperando che passi presto e che tanti esercenti non ne abbiano a soffrire in maniera fatale.

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