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giovedì 15 novembre 2018

GITA AL FARO di VIRGINIA WOOLF

GITA AL FARO di VIRGINIA WOOLF
Recensione di Giuditta Di Cristinzi

Gita al faro di Virginia Woolf è uno di quei capolavori da leggere almeno una volta nella vita. Confesso di aver impiegato molto tempo per ultimarlo, in realtà non mi ha preso sin dall'inizio.  Si  tratta di un libro complesso, difficile, non sempre scorrevole ma in realtà è un libro poesia, un libro elegia, molto autobiografico,  in cui Virginia Woolf parla dei coniugi Ramsay che  rappresentano i suoi genitori. La signora Ramsay rappresenta la leggiadrìa,  la bellezza disinvolta, la dolcezza e l’indulgenza della madre,  di tutte delle madri. Mentre il signor Ramsay rappresenta l'egoismo maschile,  l’egocentrismo dell'intellettuale o dell'uomo in genere,  la severità dell'autorità, talvolta immotivata.  Fanno da corona ai protagonisti tante altre figure: la numerosa prole della coppia e un folto gruppo di amici e di  artisti come  il vecchio poeta Augustus Carmichael, la pittrice   Lily BriscoeCharles Tansey, Paul Rayley e Minta Doyle.
Il libro è diviso in tre sezioni, La finestra, Il tempo che passa e Il faro.
Nella parte iniziale il figlio più piccolo, James, chiede di fare una gita al faro mentre la famiglia è in vacanza nelle isole Ebridi. La mamma vuole assolutamente accontentarlo invece  il padre dice che non sarà possibile perché l'indomani sarà cattivo tempo. Quindi tutta la prima parte si svolge attorno a quest'unico fatto, mentre i personaggi sono riuniti a cena in casa degli ospiti.
La narrazione va avanti densa e lenta   con i flussi di coscienza dei vari personaggi pennellati  dall’autrice narrati con vera maestrìa.  La seconda parte   è una riflessione sul tempo che passa,  che anzi pare passato repentinamente. La signora Ramsay e due degli otto figli della coppia sono morti prematuramente,   il marito è invecchiato, gli altri figli sono cresciuti ma vivono ancora in famiglia.  Si ha una visione della casa  rovinata dal tempo, come tutto il resto, il giardino curato è divenuto un bosco, la  vecchia abitazione  è praticamente in rovina. Faticosamente  le donne di servizio di dieci anni prima,  ormai vecchie e stanche,  cercano di rimetterla in ordine perché la famiglia vi trascorrerà ancora una volta qualche giorno di vacanza con gli amici di un tempo.
La terza e ultima parte  vede realizzare finalmente il desiderio di James, la volontà di tanti anni prima, di quanto era solo un bambino che voleva solcare il mare per giungere al faro e andare in visita alla famiglia del custode.
La gita finalmente si compie su una barca a vela di pescatori. Il signor Ramsay con la figlia Cam, ovvero Camilla, e il figlio James riescono a giungere  al faro. Egli ha perso la sua asperità, è vecchio, dimesso, divora un libro e alla fine dice “bravo” a James.  Finalmente, la  parola che il  figlio avrebbe sempre voluto sentire.
Intanto dalla riva Lily Briscoe, la  pittrice che non riusciva a compiere la sua opera ovvero il ritratto della signora Ramsay con il piccolo James ai suoi piedi, riesce a tracciare l'ultima linea sulla tela. Si risolve. Questo gesto finale  forse rappresenta la difficoltà di ogni artista,  di Virginia Woolf stessa,  che riesce a compiere l'opera solo dopo aver percorso un lungo cammino, dopo aver maturato, vissuto e sofferto.
Con quest’opera Virginia elabora il lutto della madre patito tanti anni prima. É la prova che  il tempo distrugge, modifica, altera ma nel contempo compie tutto. 
Ho impiegato del tempo a leggere il libro.  GITA AL FARO o semplicemente AL FARO è un testo difficile,  il capolavoro di una donna infelice che chiuderà com’è noto, la sua vita col suicidio.  L’ho letto in un periodo complesso e delicato della mia esistenza, nel momento in cui assisto all’inesorabile  declino di mia madre, la persona che più mi ha amato al mondo e che più amo insieme ai  figli. E mentre penso che quando lei se ne andrà mi sentirò sola al modo come deve essersi sentita l’autrice quando ha perso la sua di mamma,  comprendo appieno che Virginia Woolf è una grande scrittrice  e un esempio da avere sempre a mente se si vogliono  scrivere testi che lascino il segno.
Il libro fu pubblicato per la prima volta in Gran Bretagna nel 1927 e in italiano nel 1934.

GITA AL FARO, genere MODERNISMO, pagg. 226, EAN 9788811360889, Garzanti libri editore, trad. G. Celenza, tascabile. 

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