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lunedì 26 novembre 2018

GITA IN UMBRIA

I luoghi dell'anima
GITA IN UMBRIA
Giuditta Di Cristinzi
Novembre, un mese un po' triste: metà autunno, giornate corte, fresche, ventose,  a volte piovose. Ci prende un po' di malinconia. Cosa c'è di meglio da fare, potendo,  che interrompere la routine quotidiana con una breve gita fuori porta, una fuga romantica, una puntatina in un'antica città d'arte in centro Italia e un breve soggiorno in una Spa?
Quando mio marito me lo ha proposto, ho colto l'occasione al volo, anche se lascio la mia piccola tribù, composta da una mamma anziana, tre figli adolescenti, una vecchia cagnolina e un gatto dispettoso in amore, sempre con un po' di preoccupazione e  rammarico.
Siamo partiti sabato mattina in auto, con comodo,   abbiamo imboccato e seguito l'Autostrada del Sole da San Vittore fino a Orte, dopo una statale, con una piccola sosta in un Autogrill per rifocillarci con semplicità,  un panino e una birretta; poi abbiamo proseguito tra le colline umbre, rapiti dal paesaggio verde, molle, ameno, fatto di coltivazioni ordinate, uliveti, vigneti in filari educati, allineati come soldatini disciplinati, borghi puliti, file di cipressi, vialetti, casali, cortili, facciate di case rivestite di cotto e pietre, sotto un cielo ancora terso e  mite. Intorno alle 14.00 siamo arrivati alla prima metà, Torgiano, indicato come uno dei borghi più belli d’Italia,  per trascorrere una giornata in pieno relax in una spa, acronimo latino che sta per salus per aquam.
La struttura scelta, BORGO BRUFA, è nuova, ampia, accogliente.
Immerso nel verde, composto da diverse costruzioni basse e  rustiche ma moderne e funzionali al tempo stesso, l’elegante resort è l'ideale per una remise en forme psicofisica, per chi vuole prendersi cura di sé in prospettiva olistica. Tante le possibilità e  i servizi:  piscina estiva, piscina interna, piscina esterna, idromassaggi, sauna finlandese, bagno turco, docce emozionali, zona relax, palestra, vasca salina, sala tisane, boxes massaggi, beauty e  air. Ce n'è per tutti i gusti!
Nello stesso blocco, al piano superiore, bar, caminetto, sala lettura, ristorante. I menù, curati dallo chef e dalla sua brigata affiancano piatti raffinati e  delicati a specialità locali.
A fine cena abbiamo trascorso un bel momento attorno a fuoco acceso, in un grande camino a centro stanza, mentre un affiatato duo maschile diffondeva note  di famosi refrain e una garbata  cameriera serviva coppette  di carta ricolme di  caldarroste. Io ho innaffiato  la serata con un buon bicchiere di Barolo chinato,  un vino speciale, ottenuto con l'aggiunta di zucchero e  spezie,  come radice di rabarbaro e genziana a un buon Barolo piemontese.
Ristorati dai trattamenti relax e da un buon sonno, la mattina della domenica abbiamo proseguito il piccolo tour alla volta di Perugia,  splendida città di origine etrusca, capoluogo della regione Umbria, posta nel cuore del Bel Paese, sintesi di bellezze, armonia , arte e  cultura tutte italiane.
Arroccata a circa 500 metri sul livello del mare, cinta da mura  etrusche e medievali, la città -sede dell’Università degli Stranieri e di uno degli atenei più antichi d’Italia (1308), racchiude un borgo ricco di bellezze e non basta certo un  giorno per visitarla. Son troppe le cose da vedere,  ma una passeggiata tra piazzette,  stradine, vicoli e scalette da un'idea dei tesori che custodisce. Un giro veloce è solo la promessa di tornare, magari per Eurochocolate o Umbria Jazz,  manifestazioni che la città ospita ogni anno a ottobre  e dicembre, facendo il pieno di turisti.
Noi abbiamo parcheggiato in basso, nei pressi della stazione e siamo saliti lungo una serie di scale mobili che attraversano la Rocca Papalina, un'opera di ingegneria e architettura che coniuga vecchio e nuovo,  armonia e  funzionalità, ove  tutto è curato,  pulitissimo  e  allietato estemporaneamente dalla musica lieve di un bravo artista di strada.
Saliti in cima, la città,  patria di Perugino e di Pinturicchio, si apre come uno scrigno di cose preziose. L’una dietro l’altra le tante cose da vedere gironzolando rigorosamente a piedi:  la Fontana maggiore, il Palazzo dei Priori, la Cattedrale, il Pozzo etrusco, la Galleria Nazionale; meraviglie che trasportano con la fantasia in un tempo lontano; poco purtroppo il tempo, sempre tiranno.
Arrivata l'ora di pranzo,  abbiamo solo l'imbarazzo della scelta perché sono molti i ristoranti e le trattorie più o meno rinomati che si aprono invitanti sulle vie del centro. I menù esposti in vetrina ammiccano ai passanti:  faraona alla leccarda, parmigiana di Gobbi,  torta al testo,  specialità al tartufo e ai funghi,  strangozzi, patè,  carni e pesce del vicino Lago Trasimeno.
Abbiamo scelto di pranzare all'Osteria 13, un locale carino e curato,  un tagliere di formaggi locali e salumi come  coppa,  prosciutto,  salame e soppressata di testa, un Macco di fave e cicoria con crostino croccante arricchito dall’aroma del pepe macinato fresco, chianina al sangue con sale rosa e olio locale da crudo,  il tutto innaffiato da un gradevole Montepulciano della casa.
Abbiamo lasciato un posticino libero per gustare qualche golosità cioccolatosa locale presso lo store della Perugina, casa leader nella produzione del cioccolato dove abbiamo trovato non solo i famosi Baci e il nero fondente Luisa,  ma anche praline,  cioccolatini alla  banana,  cioccolato al latte, blocchi al fondente extra,  tablò,  tavolette e nocciolati. 
Mancavo da anni da Perugia, ne avevo un ricordo lontano di visite infantili al Parco di Spagnolia o Città della Domenica, ideato dal figlio della nota imprenditrice Luisa Spagnoli, creatrice del Bacio Perugina,  dell'angora Spagnoli e della nota casa di moda omonima.
Ho ritrovato il centro migliore di come lo ricordassi,  una città bella, accogliente, pulita, funzionale, tranquilla, concreta, a  misura d’uomo.
Ciao Perugia,  tornerò!
Meriti più di una visita fugace,  ma ora mi aspetta la Venafro,  il  piccolo,  modesto, autentico  luogo della mia anima!



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