I luoghi dell'anima
GITA IN UMBRIA
Giuditta
Di Cristinzi
Novembre, un mese un po' triste: metà autunno, giornate
corte, fresche, ventose, a volte
piovose. Ci prende un po' di malinconia. Cosa c'è di meglio da fare, potendo, che interrompere la routine quotidiana con una breve gita
fuori porta, una fuga romantica, una puntatina in un'antica città d'arte
in centro Italia e un breve soggiorno in una Spa?
Quando
mio marito me lo ha proposto, ho colto l'occasione al volo, anche se lascio la
mia piccola tribù, composta da una mamma anziana, tre figli adolescenti, una
vecchia cagnolina e un gatto dispettoso in amore, sempre con un po' di
preoccupazione e rammarico.
Siamo
partiti sabato mattina in auto, con comodo, abbiamo imboccato e seguito l'Autostrada del Sole da San
Vittore fino a Orte, dopo una
statale, con una piccola sosta in un Autogrill per rifocillarci con semplicità,
un panino e una birretta; poi abbiamo
proseguito tra le colline umbre, rapiti dal paesaggio verde, molle, ameno,
fatto di coltivazioni ordinate, uliveti, vigneti in filari educati, allineati come
soldatini disciplinati, borghi puliti, file di cipressi, vialetti, casali,
cortili, facciate di case rivestite di cotto e pietre, sotto un cielo ancora
terso e mite. Intorno alle 14.00 siamo
arrivati alla prima metà, Torgiano, indicato come uno dei borghi più belli d’Italia, per trascorrere una giornata in pieno relax
in una spa, acronimo latino che sta
per salus per
aquam.
La
struttura scelta, BORGO BRUFA, è nuova,
ampia, accogliente.
Immerso
nel verde, composto da diverse costruzioni basse e rustiche ma moderne e funzionali al tempo
stesso, l’elegante resort è l'ideale
per una remise en forme psicofisica,
per chi vuole prendersi cura di sé in prospettiva olistica. Tante le
possibilità e i servizi: piscina estiva, piscina interna, piscina esterna,
idromassaggi, sauna finlandese, bagno turco, docce emozionali, zona relax,
palestra, vasca salina, sala tisane, boxes massaggi, beauty e air. Ce n'è per tutti i gusti!
Nello
stesso blocco, al piano superiore, bar, caminetto, sala lettura, ristorante. I
menù, curati dallo chef e dalla sua brigata affiancano piatti raffinati e delicati a specialità locali.
A fine
cena abbiamo trascorso un bel momento attorno a fuoco acceso, in un grande
camino a centro stanza, mentre un affiatato duo maschile diffondeva note di famosi refrain
e una garbata cameriera serviva coppette
di carta ricolme di caldarroste.
Io ho innaffiato la serata con un buon
bicchiere di Barolo
chinato, un vino speciale,
ottenuto con l'aggiunta di zucchero e spezie, come radice di rabarbaro e genziana a un buon
Barolo piemontese.
Ristorati
dai trattamenti relax e da un buon
sonno, la mattina della domenica abbiamo proseguito il piccolo tour alla volta
di Perugia, splendida città di origine etrusca, capoluogo
della regione Umbria, posta nel cuore del Bel Paese, sintesi di bellezze, armonia , arte e cultura tutte italiane.
Arroccata
a circa 500 metri sul livello del mare, cinta da mura etrusche
e medievali, la città -sede dell’Università
degli Stranieri e di uno degli atenei più antichi d’Italia (1308),
racchiude un borgo ricco di bellezze e non basta certo un giorno per visitarla. Son troppe le cose da
vedere, ma una passeggiata tra
piazzette, stradine, vicoli e scalette
da un'idea dei tesori che custodisce. Un giro veloce è solo la promessa di
tornare, magari per Eurochocolate o
Umbria Jazz,
manifestazioni che la città ospita ogni
anno a ottobre e dicembre, facendo il
pieno di turisti.
Noi
abbiamo parcheggiato in basso, nei pressi della stazione e siamo saliti lungo una
serie di scale mobili che attraversano la Rocca
Papalina, un'opera di ingegneria e architettura che coniuga vecchio e nuovo,
armonia e funzionalità, ove tutto è curato, pulitissimo e allietato estemporaneamente dalla musica lieve
di un bravo artista di strada.
Saliti
in cima, la città, patria di Perugino e di Pinturicchio, si
apre come uno scrigno di cose preziose. L’una dietro l’altra le tante cose da
vedere gironzolando rigorosamente a piedi:
la Fontana maggiore, il Palazzo dei Priori, la Cattedrale, il Pozzo etrusco, la Galleria
Nazionale; meraviglie che trasportano con la fantasia in un tempo lontano; poco
purtroppo il tempo, sempre tiranno.
Arrivata
l'ora di pranzo, abbiamo solo
l'imbarazzo della scelta perché sono molti i ristoranti e le trattorie più o
meno rinomati che si aprono invitanti sulle vie del centro. I menù esposti in
vetrina ammiccano ai passanti: faraona alla leccarda, parmigiana di
Gobbi, torta al testo, specialità al tartufo e ai funghi,
strangozzi, patè, carni e pesce del vicino Lago Trasimeno.
Abbiamo
scelto di pranzare all'Osteria 13, un locale carino e curato, un tagliere
di formaggi locali e salumi come
coppa, prosciutto, salame e soppressata di testa, un Macco
di fave e cicoria con crostino croccante arricchito dall’aroma del pepe
macinato fresco, chianina al sangue con sale rosa e olio locale da crudo, il tutto innaffiato da un gradevole Montepulciano della
casa.
Abbiamo
lasciato un posticino libero per gustare qualche golosità cioccolatosa locale
presso lo store della Perugina, casa leader
nella produzione del cioccolato dove abbiamo trovato non solo i famosi Baci e il nero fondente Luisa, ma
anche praline, cioccolatini alla banana,
cioccolato al latte, blocchi al fondente extra, tablò,
tavolette e nocciolati.
Mancavo
da anni da Perugia, ne avevo un ricordo lontano di visite infantili al Parco di Spagnolia o Città della Domenica, ideato dal figlio della nota imprenditrice Luisa Spagnoli, creatrice del Bacio Perugina, dell'angora
Spagnoli e della nota casa di moda omonima.
Ho
ritrovato il centro migliore di come lo ricordassi, una città bella, accogliente, pulita,
funzionale, tranquilla, concreta, a misura d’uomo.
Ciao
Perugia, tornerò!
Meriti
più di una visita fugace, ma ora mi
aspetta la Venafro, il
piccolo, modesto, autentico luogo della mia anima!
Nessun commento:
Posta un commento