L’INTERVISTA
di
Giuditta Di Cristinzi
Oggi è nostro gradito ospite Roberto Ippolito, classe “51, scrittore e giornalista, autore di svariati best seller come Evasori e Il Bel Paese maltratto pubblicati da Bompiani seguiti dagli ultimi tre libri con Chiarelettere, nell’ordine Ignoranti, Abusivi e Eurosprechi. In precedenza altri suoi titoli sono usciti con Laterza.
Ma Roberto è anche un attivissimo operatore e organizzatore culturale. Infatti ha ideato e diretto diversi eventi tra cui "Voluminosi" presso i Granai a Roma, festival letterario non stop, Libri al centro a Cinecittà, primo festival svolto in un centro commerciale, "conPasolini" sempre a Roma, Nel baule al Maxxi, A tutto volume a Ragusa e Pagine in cammino a Castellaneta. Inoltre è stato editor del Festival dell'economia di Trento e ha dato vita al Tour del Brutto dell'Appia Antica.
Ha curato a lungo
l’economia per il quotidiano La Stampa ed è stato direttore della comunicazione
di Confindustria e delle relazioni esterne dell'università LUISS di Roma. Ippolito ha
avuto anche un’esperienza come docente di
"Imprese e concorrenza" alla Scuola superiore di
giornalismo della stessa LUISS.
Roberto, professionista della carta stampata dai variegati interessi, è oggi soprattutto scrittore di saggistica: dal2000 ha dato alle stampe otto libri di inchiesta e
approfondimento economico, politico, sociale e di costume.
D. Benvenuto su GEArtis Web Magazine, Roberto. Vorrei sapere innanzitutto qual è stata la tua formazione?
Roberto, professionista della carta stampata dai variegati interessi, è oggi soprattutto scrittore di saggistica: dal
D. Benvenuto su GEArtis Web Magazine, Roberto. Vorrei sapere innanzitutto qual è stata la tua formazione?
R. Metterei in fila il vocabolario e i due volumi di un’enciclopedia che c’erano a casa che mi
attiravano sin da piccolissimo; poi ci sono stati gli studi; poi ancora tanta lettura,
il più possibile, di tutto cioè libri e
giornali; l’edicola che è stata preziosa, consentendo di
spaziare su ogni tema, di confrontare tante voci, di vedere gli approcci più
diversi.
D. Dunque preparazione "enciclopedica", un po'
scolastica, un po' fai da te.
Ma da dove nasce tanto
interesse per certi aspetti del vivere sociale e perché hai lasciato il
giornalismo tout court per dedicarti
alla saggistica e agli approfondimenti che hanno dato vita ai tuoi best seller?
R. Con molta banalità
potrei rispondere che su questo nostro magnifico pianeta viviamo in una
comunità, non essendo soli. Cosa accade intorno a noi è importante, in ogni
istante, e sapendolo può avere rilievo cosa possiamo far accadere. In una
comunità le regole e il rispetto delle regole sono essenziali. Come sarebbe
possibile non occuparsene? E come non pensare agli altri senza ricavarne
infiniti stimoli? Il giornalismo è nel mio DNA. Nel giornalismo ci sono la scoperta degli
avvenimenti e dei comportamenti, la ricerca dei dati dei fatti, la voglia di
scavare nelle cose, i tentativi di comprendere e episodi e fenomeni e racconti.
I tempi incalzanti del giornalismo sono gli stessi del mio modo di essere. Dopo
aver compiuto un lungo percorso stando in prima linea in questo campo, ho
sviluppato la mia attività su una prospettiva più ampia, per ricostruire
dettagliatamente interi scenari. Con l’insaziabile curiosità di sempre!
D. I libri di saggistica
hanno la capacità di ampliare le conoscenze, di illustrare le tendenze di uno
specifico settore, di analizzare i cambiamenti in atto e di guardare le
possibili evoluzioni future. Quale peso hanno oggi?
R. La saggistica di
attualità vive una stagione particolarmente difficile nel mercato editoriale
che in generale non brilla. La disponibilità immediata di tante informazioni on line può dare l’illusione di sapere
tutto con poche cliccate, dimenticando che un serio libro d’inchiesta o di
analisi della realtà è frutto di mesi e mesi e mesi di lavoro. I libri possono
essere l’antidoto ai toni esagerati, agli insulti e all’aggressività che si
sono diffusi troppo. Ma non si vede traccia di una vera politica di sostegno ai
libri, non per aiutare un editore o un autore in particolare ma per favorire la
crescita collettiva.
D. Italiani, un popolo di evasori, geniali, sregolati, abusivi, ignoranti. Questo il ritratto poco entusiasmante che sembra venir fuori dai titoli dei tuoi libri. E’ davvero così o è una favola antica?
D. Italiani, un popolo di evasori, geniali, sregolati, abusivi, ignoranti. Questo il ritratto poco entusiasmante che sembra venir fuori dai titoli dei tuoi libri. E’ davvero così o è una favola antica?
R. L’Italia e gli
italiani, bisogna dirlo, sono una meraviglia. Poi potrei rispondere che non c’è
una favola antica ma una favola attuale, una triste favola contemporanea. Le
persone oneste e le persone preparate sono un’infinità. Ma guardando in faccia
la realtà, cercando di rendersi conto di come stanno davvero le cose, si deve
prendere atto dell’enormità dell’evasione fiscale, dell’abusivismo in
tutti, proprio tutti, i campi di attività, degli ultimi posti occupati
dall’Italia nelle classifiche internazionali relative all’istruzione e alle
competenze. Geni ne abbiamo, geni che hanno studiato e continuano a farlo ogni
giorno. Ma purtroppo i dati documentano le spalle girate alle regole e alla
preparazione. Come autore penso che sapere è importante per contribuire, ognuno
di noi, a migliorare le cose. Nasconderle significa peggiorarle. Chi ama
l’Italia non lo fa.
D. Come siamo veramente
adesso e come sono le nuove generazioni?
R. C’è tanto di bello, di entusiasmante, di scattante nelle nuove generazioni. Alle quali però vengono anche negati strumenti adeguati per l’istruzione, la cultura, la convivenza civile.
R. C’è tanto di bello, di entusiasmante, di scattante nelle nuove generazioni. Alle quali però vengono anche negati strumenti adeguati per l’istruzione, la cultura, la convivenza civile.
D. Possiamo tracciare una
mappa
geografica
sui difetti degni italiani, ci sono ancora grandi differenze tra nord e sud, quanto a evasione
fiscale, abusivismo e ignoranza, o c’è una certa omogeneità nella distribuzione
dei vizi che caratterizzano gli abitanti del Bel Paese?
R. Non si scopre nulla
parlando delle divaricazioni Nord-Sud che purtroppo resistono nel tempo. Ma
bisogna fare attenzione a tutti gli aspetti. Faccio qualche esempio. Il Nord
evade di più e il Sud ha più evasori. Il Sud ha più abusi edilizi e il Nord più
abusivismo nelle professioni. Il Sud ha più dispersione scolastica ma non è
tutto oro per l’istruzione al Nord.
D. Interessante. Tu
hai anche scritto di eurosprechi, ai quali hai dedicato da europeista l’ultimo tuo libro. Dunque
conosci a fondo, per averla studiata, la situazione dell'Unione. A che punto
siamo oggi? Cosa vuole l'Europa da noi e cosa può darci ancora?
R. L’Unione Europea non è un’entità astratta
che incombe su di noi. E’ un’istituzione senza pari nella storia di tutta
l’umanità essendo formata da stati che si sono legati insieme per scelta
democratica, convinta, sostenuta dai trattati e dai parlamenti nazionali.
Capovolgerei perciò la domanda: che cosa possiamo dare all’Europa? Tanto,
tantissimo. Essendo l’Unione il frutto della volontà convergente dei singoli
paesi membri, è indispensabile appunto che i singoli paesi membri si adoperino
per renderla più forte, più bella, più attraente, più efficace sul piano
istituzionale e su quello amministrativo. Che oggi l’Europa funzioni male è un
fatto. Basandomi sugli oltre cento documenti ufficiali che ho utilizzato, nel
mio libro svelo come i soldi si buttano via in misura non accettabile. Le cose
possono cambiare. Se lo vogliamo. L’Europa può riprendere slancio. Se lo
vogliamo. Ma oggi è un’impresa tremendamente difficile. Per me irrinunciabile.
D. Essendo un europeista
convinto, sei preoccupato per l'attuale situazione economica e politica in
Italia? Quali prospettive intravedi?
R. L’attacco sistematico
e denigratorio all’Unione Europea dipinta anche, addirittura, come la causa di
tutti i nostri mali non ha fondamento. Le regole che dobbiamo rispettare sul
fronte economico sono le regole che abbiamo sottoscritto con i trattati
internazionali e che a nostra volta desideriamo veder rispettate da tutti gli
altri paesi membri. L’Unione Europea è stata ed è importante per la nostra
economia. L’euro
ci ha dato e
ci dà grossi benefici. Lo spaventoso debito pubblico dell’Italia è stato invece
creato in Italia e può fare danni ai partners:
è nostro dovere ridurlo. È evidente che sono più che preoccupato per le nostre
scelte.
D. Condivido appieno. Come si costruisce un libro d’inchiesta come uno dei tuoi, quali sono le fonti, il metodo e quanto tempo ci vuole? Fai tutto da solo o ti avvali di collaboratori?
R. Un libro d’inchiesta si costruisce cercando e poi cercando. E poi cercando. E cercando ancora. Guardando per strada, mettendo le mani nei cassetti, aprendo i siti, chiedendo in giro, leggendo tanto eccetera eccetera. Non c’è limite alle fonti. Il metodo è non darsi mai pace. Il tempo medio per un mio libro è di un anno, con alcuni periodi a tempo pieno ovvero dodici ore o anche più al giorno. Nessun collaboratore: con una battuta posso dire che a stento mi fido di me stesso. E in fondo non è neanche una battuta: mi controllo ogni virgola io stesso mille volte, affiancato dal prezioso lavoro della casa editrice.
D. Condivido appieno. Come si costruisce un libro d’inchiesta come uno dei tuoi, quali sono le fonti, il metodo e quanto tempo ci vuole? Fai tutto da solo o ti avvali di collaboratori?
R. Un libro d’inchiesta si costruisce cercando e poi cercando. E poi cercando. E cercando ancora. Guardando per strada, mettendo le mani nei cassetti, aprendo i siti, chiedendo in giro, leggendo tanto eccetera eccetera. Non c’è limite alle fonti. Il metodo è non darsi mai pace. Il tempo medio per un mio libro è di un anno, con alcuni periodi a tempo pieno ovvero dodici ore o anche più al giorno. Nessun collaboratore: con una battuta posso dire che a stento mi fido di me stesso. E in fondo non è neanche una battuta: mi controllo ogni virgola io stesso mille volte, affiancato dal prezioso lavoro della casa editrice.
D. Scriveresti mai un
romanzo o non è proprio nelle tue corde?
R. Sarebbe bellissimo
farlo. Anche se uso una tecnica narrativa nei miei libri, ho la difficoltà di
essere molto legato alla realtà.
D. Cosa ami leggere e
qual è il tuo libro del cuore, il tuo scrittore preferito? E il giornalista che
ritieni sia stato il tuo maestro?
R. Leggo molta narrativa
per entrare in mondi diversi. Come non parlare di Gabriel Garcia Marquez e dei suoi “Cent’anni di solitudine”, trionfo di
una pazzesca costruzione fantastica? In pratica ho già detto che il mio maestro
è l’edicola: tutta, con tutti coloro che ogni giorno l’abitano, di carta e
digitale.
D. Dacci un'anteprima. A cosa stai lavorando adesso? Su quale argomento si incentrerà il tuo prossimo libro? Ancora un'inchiesta?
D. Dacci un'anteprima. A cosa stai lavorando adesso? Su quale argomento si incentrerà il tuo prossimo libro? Ancora un'inchiesta?
R. Sto compiendo delle
ricerche e io stesso non so cosa accadrà.
D. Quindi ci lasci con
una curiosità inevasa. Comunque, grazie mille Roberto, le donne GEArtis ti augurano buon
lavoro e sperano di leggerti presto.
R. Credo che questo
ringraziamento avrebbe dovuto chiudere l’intervista. Ma sono io a dire grazie a
voi donne GEArtis per avermi fatto
parlare insieme e per la considerazione. Grazie alle donne che si impegnano per
la cultura!
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