Dopo le mondanità capresi è tempo di tornare alla normalità, di stare a casa e pensare a mamma e ai ragazzi, di godere del mare tranquillo e familiare di Scauri, di leggere, scrivere, lavorare un po' alla Consolle, senza affanni, di aggiornare il blog e cucinare.
Mi piace impiegare in qualche modo il tempo che trascorro in riva al mare, dove non mi limito a prendere il sole e a passeggiare.
Cerco di leggere, prendo qualche appunto per i miei scritti e... cucio,meditando di passare a breve all'uncinetto, come si faceva una volta.
Nei giorni passati ho accorciato un vestitino da spiaggia e con la stoffa che ho tolto ho fatto una ruche che ho arricciato e fissato all'orlo con "filo tubolare" per farne una sorta di abito a palloncino. Una sciocchezza ma è venuto carino. Ho fatto l'orlo ai pantaloni nuovi di Claudio e Claudio Maria e poi ho recuperato un accappatoio ormai piccolo dei ragazzi di una buona stoffa a nido d'ape giallo sole.
L'ho ridotto in cinque pezzi e ho fatto gli orli a sottopunto. Ne ho ricavato un grembiule, applicando sul pezzo grande del dietro la cintura, due strofinacci da cucina con gancio da appendere (con le asole del vecchio accappatoio) e due guanti da forno (con le maniche).
Non è per la spesa.
Al mercato cose così, tutte insieme non costano molto più di 10 euro, ma mi sembra etico dare una seconda vita alle cose.
Dovremmo farlo sempre, come facevano le nostre mamme e maggiormente le nostre nonne, che riutilizzavano l'acqua della cottura della pasta, ricca di amido, per innaffiare, i fondi del caffè per concimare le piante, l'olio usato per fare il sapone e così via.
Piccoli accorgimenti che giovano all'economia della casa e al benessere del pianeta che abbiamo fin troppo sfruttato.
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