Anche piccole sfumature rendono grandi i grandi.
Oggi, leggendo un articolo di Leonetta Bentivoglio su Robinson, inserto cultura di Repubblica, Il talento di Mister George Eliot, ho pensato una cosa.
George Eliot era lo pseudonimo maschile della scrittrice inglese di epoca vittoriana Mary Jane Evans (1819-1880). (George Eliot, pseudonimo di Mary Anne (Marian) Evans coniugata Cross (Arbury, 22 novembre 1819 – Londra, 22 dicembre 1880), è stata una scrittrice britannica, una delle più importanti dell'età vittoriana. Mary Anne Evans usò uno pseudonimo maschile a partire dalla sua prima opera narrativa, Scenes of Clerical Life, come era comune a quel tempo per le scrittrici (per esempio, le sorelle Brontë). Lo fece per due ragioni: da un lato, come disse lei stessa, per essere presa sul serio ed evitare che i suoi romanzi fossero letti col preconcetto che si trattasse di sola letteratura "per signore", e quindi minore, non comparabile alla grande letteratura; dall'altro lato desiderava tenere le sue opere al riparo del pregiudizio sociale che la colpiva in quanto compagna di un uomo sposato, il filosofo e critico George Henry Lewes, con il quale visse vent'anni. Fu solo dopo aver raggiunto una certa fama come romanziera che si fece avanti per rivendicare le proprie opere, con lo scandalo di molti lettori; e nonostante il successo, le occorse ancora molto tempo per essere accettata nella buona società. Continuò sempre comunque ad usare lo pseudonimo con cui era diventata celebre. Fonte Wikipedia).
A quei tempi le donne non erano "autorizzate" a scrivere o forse scrivere per una donna era considerata una stranezza. Altro esempio sono le famosissime sorelle Bronte (Per timore che le loro opere fallissero per i pregiudizi che allora esistevano nei confronti delle donne, le tre sorelle si firmarono con uno pseudonimo maschile, che mantenesse però le iniziali dei loro nomi: Charlotte scelse Currer Bell, Emily preferì Ellis Bell, mentre Anne decise per Acton Bell. Fonte Wikipedia) che pubblicarono i primi testi con nom de plume.
Ebbene, ho pensato al titolo di un giallo di Agatha Christie, Perché non l'hanno chiesto a Evans?, ove tutta a narrazione è giocata e risolta con l'enigma-omissione di non aver chiesto notizie essenziali sul dellitto a ... Evans, che in realtà non è un uomo ma una cameriera che sposandosi ha assunto il cognome del marito.
E se la scelta del titolo non fosse stata casuale? Se la nota giallista avesse voluto rendere onore alla grande scrittrice connazionale che l'aveva preceduta e che aveva spianato la strada alle donne scrittrici con una sottile menzione, sottileandone in modo sottile la piena legittimazione?
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