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domenica 2 agosto 2020

CAPRI III



La domenica è iniziata con una colazione casalinga preparata da Guglielmo in giardino: un plumcake fatto con le sue mani, latte fresco intero, pane abbrustolito, caffè, thè e marmellata di prugne appena raccolte nel giardino di casa. 
Poi,  con molta calma ci siamo preparati e siamo andati nella piazza principale di Anacapri dove abbiamo preso la seggiovia per Monte Solaro, il punto più alto dell'Isola. L'escursione offre una vista mozzafiato.

LA COCCINELLA GIALLA 



DAL'ALTO

MODA CAPRESE
Sulla  cima del  Monte vi è un american bar dove poter prendere un caffè o un aperitivo e scattare qualche foto dell'Isola e dell'intero panorama nel punto in cui Capri sembra quasi congiungersi con punta Campanella.
Quando siamo scesi dall'altura assolta, dopo essere stata presa d'assalto, piacevolmente, da una simpatica coccinella gialla (che mi ha pizzicata ben bene, ma che non ho scacciato convinta che potesse portarmi fortuna!), era ora di pranzo ovvero  di uno spuntino che è consistito in una caprese e  una birretta.
Quindi abbiamo preso il nostro scarno bagaglio e siamo andati verso il porto dove ci aspettava con la sua barca un certo Enzo della ditta Ricomincio da tre (forse ha tre figli, con lui in foto sul bigliettino da visita) che ci ha portato a fare un giro tutto intorno all'Isola e bagni al largo.


TRA I FARAGLIONI

GROTTA BIANCA 


SIGNORE CON CAPPELLO!

La Costa caprese è meravigliosa: la roccia calcarea a picco sul mare, completamente scoscesa, fa comprendere bene che Capri è nata da un distaccamento dalla terra ferma. 
I Faraglioni sono uno spettacolo meraviglioso, sono un miracolo della natura; i riflessi della luce, del sole e del cielo sull'acqua creano effetti di colore. I più singolari danno vita non solo alla Grotta Azzurra, la più famosa, ma anche alla Grotta Verde, di un color smeraldo mozzafiato, alla Grotta Rosa, così detta  per i fondali completamente ricoperti di corallo, alla Grotta Bianca,  alla Grotta della Madonna, in cui stalattiti e stagmiti, nel corso degli anni, hanno disegnato il profilo dell'immagine sacra.

Ma la barca -per chi non è abituato- stanca e quattro ore sono più che sufficienti per ritenersi soddisfatti del giro, per salutare  e tornare al porto, rinfrescarsi con una spremuta di arancia e di limone e tornare a casa, lasciando l'arrivederci a presto. Tante infatti le altre cose da vedere come la casa di Tiberio, Villa Jovis, i giardini  di Augusto e molto altro. 


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