RECENSIONE
di
Giuditta Di
Cristinzi
IL CARDELLINO (The Goldfinch) è un
libro impegnativo come la sua autrice, Donna
Tartt, e non solo per le 900 intense
e avvincenti pagine che lo compongono.
C’è una cosa che finora l’ha
caratterizzata: la pubblicazione di un libro ogni dieci anni o quasi. E
l’attesa ogni volta è valsa tutta il capolavoro che è stato di volta in volta
sfornato. Opera prima IL DIO DELLE ILLUSIONI, a seguire IL
PICCOLO AMICO, nel 2013 IL CARDELLINO, meritato premio Pulitzer
2014.
Il romanzo narra le vicende
tragiche e avventurose di Theo Decker,
dai tredici anni all’età adulta. Potrebbe essere un romanzo di formazione, ma sventuratamente non lo è o, meglio,
non lo è per me.
I fatti si svolgono per lo più
tra New York, Las Vegas e Amsterdam e prendono il via dal
momento in cui il protagonista viene coinvolto con la madre in un attentato
terrorista in un museo, il MET, ovvero Metropolitan
Museum of New York.
Fragore, detriti, morti,
feriti, sirene, Theo riesce a salvarsi e a fuggire via, ma per l’amatissima mamma non c’è scampo. Mentre
cerca di allontanarsi, non visto dalla polizia, gli viene consegnato da un
vecchio, vittima dell’esplosione, un quadro singolare, un dipinto del ‘600 di Carel Fabritius, Il cardellino, che ritrae un uccellino
legato da una catenella a un trespolo.
L’icona che dà il titolo all’intera
narrazione sarà il leitmotiv della
vita del giovane protagonista. Theo lo proteggerà, lo nasconderà, lo guarderà
segretamente per ispirarsi, per ritrovare negli anni a venire l’innocenza del
tredicenne che in uno sventurato pomeriggio di pioggia battente ha perso la
madre per ritrovarsi solo in balia di eventi travolgenti e in apparenza irrazionali e casuali, che lo
porteranno, infine, a vivere anche un pericoloso thriller.
Egli dovrà misurarsi coi
capricci del destino e con una giostra
di personaggi ben delineati, funzionali alla storia, magistralmente
sagomati dalla burattinaia Tartt: l’amico altolocato Andy e la sua famiglia snob, i Barbour, il portiere,
Pippa, il padre sbandato e la compagna Xandra, l’alter ego Boris che lo
inizierà a ogni tipo di sballo, il vecchio affidabile dickensiano Hobie.
E poi ci sono i luoghi, che non fungono solo da
sfondo ma sono essi stessi protagonisti, portatori inanimati di emozioni.
Manhattan, l’Upper Side, il quartiere di Greenwich Village, Las Vegas e il deserto
assolato e desolato del Nevada che fa da
sfondo alla perdizione di due adolescenti vittime dell’assenza e
dell’inadeguatezza degli adulti, i canali di Amsterdam, le dimore occasionali.
In tutto il racconto il dipinto
che dà il nome alla narrazione rappresenta il filo conduttore, il pretesto che
tiene insieme gli eventi più disparati, il contrappasso, l’amore per l’arte, la
bellezza, l’innocenza, il ricordo, la cattività, l’ossessione, la
rassicurazione, il compito da eseguire, la via per la salvezza, la redenzione.
La scrittura è moderna, chiara,
molto descrittiva, coinvolgente, dilata il tempo, irretisce, accompagna,
affascina strega il lettore, che si trova ad amare il giovane Theo e a sperare
fino all’ultimo in una soluzione soddisfacente, in un’inversione di rotta del
destino che pare far colare tutto a picco.
IL CARDELLINO
insomma è un libro da leggere, in atteggiamento di resa, con accettazione e
fiducia, perché tanto, una volta iniziato, la fa da padrone, detta i tempi,
sospende il fiato, emoziona, inquieta, pone domande, avvince, suscita rabbia e
tenerezza, morde e lascia qualcosa nella mente e nell’animo del lettore come un
vecchio classico dell’Ottocento.
IL
CARDELLINO di DONNA TARTT - RIZZOLI EDITORE, pag.893, RCS Libri ISBN
978-88-17-08640-0
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