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giovedì 22 novembre 2018

IL CARDELLINO di DONNA TARTT

IL CARDELLINO di DONNA TARTT
RECENSIONE
di
Giuditta Di Cristinzi
IL CARDELLINO (The Goldfinch) è un libro impegnativo come la sua autrice, Donna Tartt, e non solo per le  900 intense e avvincenti pagine che lo compongono.
La Tartt è una scrittrice statunitense a dir poco interessante. Classe 1963, è nata nel Mississippi e si è laureata in letteratura all’università di Bennington, nel Vermont.
C’è una cosa che finora l’ha caratterizzata: la pubblicazione di un libro ogni dieci anni o quasi. E l’attesa ogni volta è valsa tutta il capolavoro che è stato di volta in volta sfornato. Opera prima IL DIO DELLE ILLUSIONI, a seguire IL PICCOLO AMICO, nel 2013 IL CARDELLINO, meritato premio Pulitzer 2014.
Il romanzo narra le vicende tragiche e avventurose di Theo Decker, dai tredici anni all’età adulta. Potrebbe essere un romanzo di formazione, ma sventuratamente non lo è o, meglio, non lo è per me.
I fatti si svolgono per lo più tra New York, Las Vegas e Amsterdam e prendono il via dal momento in cui il protagonista viene coinvolto con la madre in un attentato terrorista in un museo, il MET, ovvero Metropolitan Museum of New York.
Fragore, detriti, morti, feriti, sirene, Theo riesce a salvarsi e a fuggire via, ma per  l’amatissima mamma non c’è scampo. Mentre cerca di allontanarsi, non visto dalla polizia, gli viene consegnato da un vecchio, vittima dell’esplosione, un quadro singolare, un dipinto del ‘600 di Carel Fabritius,   Il cardellino, che ritrae un uccellino legato da una catenella a un trespolo.
L’icona che dà il titolo all’intera narrazione sarà il leitmotiv della vita del giovane protagonista. Theo lo proteggerà, lo nasconderà, lo guarderà segretamente per ispirarsi, per ritrovare negli anni a venire l’innocenza del tredicenne che in uno sventurato pomeriggio di pioggia battente ha perso la madre per ritrovarsi solo in balia di eventi travolgenti  e in apparenza irrazionali e casuali, che lo porteranno, infine, a vivere anche un pericoloso thriller.
Egli dovrà misurarsi coi capricci del destino e con una giostra di personaggi ben delineati, funzionali alla storia, magistralmente sagomati dalla burattinaia Tartt: l’amico altolocato Andy e la  sua famiglia snob, i Barbour, il portiere, Pippa, il padre sbandato e la compagna Xandra, l’alter ego Boris che lo inizierà a ogni tipo di sballo, il vecchio affidabile dickensiano Hobie.
E poi ci sono i luoghi, che non fungono solo da sfondo ma sono essi stessi protagonisti, portatori inanimati di emozioni. Manhattan, l’Upper Side, il quartiere di Greenwich Village, Las Vegas e il deserto assolato e desolato del Nevada  che fa da sfondo alla perdizione di due adolescenti vittime dell’assenza e dell’inadeguatezza degli adulti, i canali di Amsterdam, le dimore occasionali.
In tutto il racconto il dipinto che dà il nome alla narrazione rappresenta il filo conduttore, il pretesto che tiene insieme gli eventi più disparati, il contrappasso, l’amore per l’arte, la bellezza, l’innocenza, il ricordo, la cattività, l’ossessione, la rassicurazione, il compito da eseguire, la via per la salvezza, la redenzione.
La scrittura è moderna, chiara, molto descrittiva, coinvolgente, dilata il tempo, irretisce, accompagna, affascina strega il lettore, che si trova ad amare il giovane Theo e a sperare fino all’ultimo in una soluzione soddisfacente, in un’inversione di rotta del destino che pare far colare tutto a picco.
IL CARDELLINO insomma è un libro da leggere, in atteggiamento di resa, con accettazione e fiducia, perché tanto, una volta iniziato, la fa da padrone, detta i tempi, sospende il fiato, emoziona, inquieta, pone domande, avvince, suscita rabbia e tenerezza, morde e lascia qualcosa nella mente e nell’animo del lettore come un vecchio  classico dell’Ottocento.
IL CARDELLINO di DONNA TARTT - RIZZOLI EDITORE, pag.893, RCS Libri ISBN 978-88-17-08640-0
                                                                                              

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