Mary Rock
LIFE STYLE AVVOCATOAMICO BENESSEREBELLESSERE VIAGGI CUCINA SCRITTURA CREATIVA LIBRI MAMMAeFIGLI
Intendo, in particolar modo, le ricorrenze.
C'è chi è compito e ricorda quasi tutto, telefona, pensa, fa regali. C'è chi proprio non riesce, è uno sbadato nato e autentico e chi invece ricorda i fatti propri, si aspetta che gli altri gli tributino un pensiero, ricorda le ricorrenze delle persone che più ama, che hanno, a torto o a ragione, un posto speciale nel suo cuore, un numero ristretto di privilegiati e non ricorda o finge di non ricordare le cose che riguardano alcuni comprimari della vita affettiva, riposti, chissà perché, in un angolino buio 🌑del cuore.
Perché?
Ci penso e interpreto questa trascuratezza affettiva come un limite mnemonico scusabile ovvero come una rimozione inconscia emotivamente inescusabile.
Io ricordo tutto, con l'andare degli anni un po' meno forse, ma sono un 📅calendario.
Comprendo i primi, condanno gli altri soprattutto nella misura in cui non vi è reciprocità ed equità affettiva.
Nascondo le mie idee e le mie segrete aspirazioni di parità in un modo di fare antico, di abitudini, di tradizioni di paese e di famiglia, di antiquato servilismo femminile.
Raccolgo gli sfoghi delle mie amiche che lavorano e guadagnano, ma è scontato che debbano anche fare la spesa, cucinare, rigovernare la cucina, svuotare la lavastoviglie, pensare al bucato, stirare, badare ai figli, alle piante, al cucito se serve; è scontato che non scelgano i programmi tv 📺, a meno di non restare da sole relegate in cucina, come la gatta Cenerentola. Raccolgo sfoghi che mi lasciano perplessa e mi fanno un po' arrabbiare.
Molte hanno la fortuna di avvalersi di un aiuto prezzolato per qualche ora, sicuramente meno ore di quante non ne spendano personalmente per la casa e la famiglia.
In questi contesti domestici i maschioni fanno poco e se fanno qualcosa la fanno notare e pesare come se facessero chissà che, come se facessero una cortesia personale alla moglie, non come se adempissero ad un'incombenza domestica "comune".
Questa nostra cultura, anticultura in vero, è radicata ed è dura a morire. Forse delle lotte femministe si avvarranno appieno le generazioni future. Lo spero.
LE DONNE E IL PECCATO DI EVA CONDANNA AD AETERNUM |
Le nostre nonne, le nostre mamme e molte di noi sono state penalizzate da questa ignoranza atavica che ha portato a credere che avessimo più doveri, meno diritti, più forza, più spirito di sacrificio. Forse scontiamo ancora il furto della mela nel paradiso terreste!
Un tempo gli uomini andavano in guerra e "portavano il pane a casa", c'era una diversa ripartizione di compiti, ma da quando la donna ha iniziato a lavorare gli schemi avrebbero dovuto cadere. Invece no, i maschi al bar e a vedere la partita, le donne a casa a badare ai figli.
Le donne hanno iniziato a lavorare per essere autonome perchè hanno voluto sottrarsi all'egida di cattivi compagni che non le rendevano comprimarie nella gestione del patrimonio familiare. Lavoro come rivalsa e come necessità.
La verità è che nonostante tutti i progressi fatti, le donne lavorano meno, guadagnano meno e ricoprono meno posti di potere. La maternità che è una risorsa dell'umanità è fatta vivere come un peso, penalizzante, solo per la donna. Sono profondamente convinta invece della parità ontologica uomo-donna, anzi basta, donna-uomo.
Basta leggere un po' di numeri, solo italiani, per comprendere la portata di questa discriminazione non solo ingiusta sed etiam illegittima.
3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. (Costituzione italiana, 1948!!!).
Nella nota trimestrale dell’Istat pubblicata a dicembre si legge che il tasso di disoccupazione tra gli uomini, nel terzo trimestre dell’anno, è stato pari all’8,9 per cento (quasi un punto meno del dato nazionale, pari al 9,8 per cento). Tra le donne invece il tasso è stato del 10,9 per cento (un punto abbondante più del dato nazionale). (Fonte www.agi.it).
RAL Media 2018 per settore e genere
Il tempo di lavoro totale quotidiano delle donne è di 9 ore e 10 minuti contro le 8 ore e 10 minuti degli uomini. Il merito (o la colpa) va ovviamente al lavoro casalingo che si aggiunge a quello retribuito e che di solito rimane a carico quasi esclusivo delle donne. Ma non solo. Le donne sono multitasking, cioè riescono a svolgere più compiti contemporaneamente..
Niente di nuovo forse. Ma questa volta a sancire ufficialmente quello che molti (molte) già pensano è l’Istat con uno studio appena presentato dal titolo “La divisione dei ruoli nelle coppie“. Un dato che ribadisce quello già rilevato dalla Camera di Commercio di Milano che parlava di una giornata lavorativa delle donne di 27 ore. Paradosso spiegabile appunto con l’abilità o la necessità femminile di fare più cose insieme: in ufficio ad esempio gestiscono contemporaneamente computer e telefono, in casa cucina e cura dei figli, lavora più facilmente durante gli spostamenti e nei ritagli di tempo.
Tre quarti del lavoro familiare alle donne
“Per analizzare il grado di condivisione dei carichi di lavoro familiare nella coppia – rileva l’Istat – è possibile utilizzare l’indice di asimmetria del lavoro familiare, che misura quanta parte del tempo dedicato da entrambi i partner al lavoro domestico, di cura e di acquisti di beni e servizi è svolto dalle donne. Nel 2008-2009 il 76,2% del lavoro familiare delle coppie è ancora a carico delle donne, valore di poco più basso di quello registrato nel 2002-2003 (77,6%)”.
Sempre forte, dunque, la disuguaglianza di genere nella divisione del lavoro familiare. Una disuguaglianza trasversale a tutto il paese, con livelli più bassi al Nord e in quelle con titolo di studio più elevato.(Quifinanza.it).
E' triste, è dura, è da cambiare.
A volte penso che se fossi stata e fossi padrona del mio tempo come lo sono i maschi sarei stata un avvocato migliore, un magistrato migliore, una scrittrice a tempo pieno. Ma va bene così. Tutto quello che faccio, lo faccio per educazione, abitudine e amore per la famiglia. Resta la convinzione che il comportamento maschilista postula un giudizio di inferiorità della donna che secondo certi uomini deve solo servire, in vario modo.
Mentre i giorni d'autunno si inseguono, io sto. Sto bene, ferma nel mio sole di novembre, a godermi l'amore sempiterno di mio marito...