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martedì 7 luglio 2020

Doni

Qualche giorno fa la mia amica Amelia mi ha regalato un bel pezzo di carne. 

Mi sembrava un taglio di coperta e non sapevo come cucinarlo. Brodo e ragù li ho subito esclusi data la stagione e il caldo asfissiante. 
Ci ho pensato un po' su senza trovare una soluzione soddisfacente. Poi me ne sono andata a fare udienza in Tribunale a Cassino. 
Durante la pausa pranzo


Calamarata al salmone
al risto-bar Richard
che attualmente va per la maggiore, ho trovato sulle mensole del locale un libro dello chef Antonino Cannavacciuolo.



Perfetto, mi sono detta, nell'attesa cerco qualche buona idea e stasera, ospite mia sorella a cena, faccio una cosa "scientifica". 

E così ho capito che il pezzo che noi volgarmente chiamiamo coperta o copertina, in modo più corretto si chiama REALE o Noce; ho cercato di capire come meglio cucinarlo e ho optato per  uno stracotto, ovvero un brasato al vino. 
Pietro, che è un cultore delle carni e della cucina in genere, non è stato d'accordo e mi ha criticato, ma alla fine si è dovuto ricredere. 
Ho pulito la carne dal grasso, l'ho distesa sul tavolo

l'ho condita a crudo con sale pepe aglio prezzemolo noce moscata e un velo di zenzero. L'ho arrotolata in diagonale perchè era un pezzo grande, lungo e stretto. Ho fatto rosolare un battuto di verdurine e ho messo il rotolo ad abbruscare su tutti i lati, ho aggiustato di sale e ho aggiunto abbondante vino rosso delle ...cantine DI CRISTINZI, ovvero di mio fratello Umberto che porta avanti con amore la tradizione paterna. Ho lasciato cuocere per ore. Al momento di mangiare, ho tagliato fette spesse e ho servito con abbondante fondo di cottura. Una bontà!

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