Ieri sera, in televisione, su RAIUNO, il programma
TECHETECHETE'
è stato dedicato agli sceneggiati televisivi e, precisamente, allo sceneggiato per antonomasia degli anni "70, Sandokan, che io ovviamente, bimbetta delle elementari, ho seguito con grande interesse con la famiglia. (Sandokan è una miniserie televisiva del 1976 diretta da Sergio Sollima, interpretata da Kabir Bedi, Carole André, Philippe Leroy e Adolfo Celi e tratta dai romanzi del ciclo indo-malese di Emilio Salgari. La sceneggiatura si ispira in buona parte ai libri Le Tigri di Mompracem e I pirati della Malesia. Fonte Wikipedia).
Anche se non eravamo ancora nell'epoca conclamata del consumismo, tutto il successo di pubblico fu suggellato dalla diffusione di vari gadget e di un album per figurine che, puntualmente, nonno Camillo e zio Peppino mi compravano numerose.
Arrivata alla fine della raccolta, me ne mancavano davvero poche, pochissime, tra cui una delle più importanti: quella che immortalava la scena in cui Sandokan volava in aria contro la tigre per ammazzarla con un fendente di pugnale nella pancia.
Scena affascinante e ardita, un uomo e una fiera che si sfioravano in aria per uccidersi a vicenda.
Questo gesto doveva essere il pegno di amore della Tigre di Mompracen nei confronti di Lady Marianna, la Perla di Labuan che aveva rifiutato un suo anello in dono, dicendo che il regalo di un anello per noi occidentali ha un significato particolare tra un uomo e una donna.
Sandokan comprese ma non si diede per vinto e disse che avrebbe fatto qualcos'altro per la donna che lo aveva conquistato: avrebbe ucciso la tigre, un gesto che per i malesi, loro malgrado sottoposti al dominio dell'impero britannico, aveva lo stesso significato del dono di un anello per noi occidentali, ovvero una promessa, un pegno d'amore.
Tenne presto fede all'impegno durante una battuta di caccia e vibrando in aria un pugnale spiccò un salto agile e alto andando impavido contro il possente felino che cadde a terra sconfitto.
Un gesto ardito immortalato nella figurina numero 256, lo ricordo ancora, che io non sono mai riuscita ad avere.
Quella casella restò vuota.
Ricordo che facevamo gli scambi dei doppioni coi compagni, anzi con le compagne, perchè i maschietti (Marcello, Bruno, Roberto, Paolo, ...) collezionavano le figurine Panini dei calciatori (Mazzola era il beniamino di Bruno); Paola aveva il doppione della mia ricercata ma non volle mai darmela.
Chissà perchè, forse un dispetto o capriccio infantile.
Il mio album è rimasto incompleto, ma il ricordo vivo e ieri sera, quando davano in tv spezzoni di gradite repliche, ho filmato la mia scena del cuore.
Scena scolpita nella mia mente dai ricordi d'infanzia e ora anche nel mio blog!
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