Tra tutti i vari immulogi che hanno sfilato in tv in questi mesi, molti a caccia di visibilità, quello che ho preferito è stato ALBERTO MANTOVANI.
Un professore, un medico, umano, umile, finanche caritatevole, pacato, che ha sempre espresso la propria opinione, intervistato più volte, in maniera competente ma anche garbata.
Di recente ha scritto e pubblicato con MONDADORI IL FUOCO INTERIORE,
un testo scientifico ma di facile comprensione anche per i non addetti ai lavori, dedicato alle infiammazioni che spesso ci affliggono.
L'infiammazione, che può avere varia natura, dalla febbre, al rossore, al dolore, non è altro che la risposta "buona" del nostro organismo, del nostro sistema immunitario alle aggressioni esterne.
Un fuoco che può talvolta dar fastidio di per sè e che non deve dilagare, affinchè la "difesa" non divenga più dannosa dell' "attacco".
Il testo mi sembra interessante e forse lo leggerò (anche il titolo, "Fuoco interiore", suggerisce studi umanistici e romantici) ma la mia riflessione odierna va alla figura del medico, una presenza importante nelle nostre vite, valido se preparato.
Ma speciale se dotato anche di qualità come la bontà, la disponibilità, l'affabilità.
Spesso invece i professoroni sono distanti e cattedratici, a volte vere macchine da soldi, asciutti e troppo veloci.
In questi mesi tanti sono stati i professionisti interpellati ma alcuni erano pieni di spocchia, evidentemente compiuciuti dal protagonismo che improvvisamente li aveva coinvolti (non faccio i nomi, facilmente intuibili).
(L'infiammazione è un meccanismo tipico dell’immunità innata, che si instaura in presenza di agenti patogeni e di un danno tissutale di tipo chimico (veleni), fisico (traumi, radiazioni, alte o basse temperature) o biologico (virus, batteri). L’infiammazione consente di eliminare la causa che ne è alla base, riparare le lesioni ai tessuti e ristabilire la normale funzionalità dell’organismo grazie all’intervento di cellule difensive. L'infiammazione è un meccanismo di difesa che, in caso di infezioni e lesioni, ha l'obiettivo di localizzare ed eliminare l'agente nocivo e rimuovere i componenti danneggiati del tessuto promuovendo la guarigione. La risposta infiammatoria consiste in cambiamenti nel flusso sanguigno, aumento della permeabilità dei vasi sanguigni e la migrazione di fluidi, proteine e globuli bianchi dalla circolazione al sito di danno tissutale. Una risposta infiammatoria che dura solo pochi giorni è chiamata infiammazione acuta, mentre una risposta di durata più lunga viene definita infiammazione cronica. L'infiammazione acuta provoca sintomi come mal di gola o il prurito di una puntura d'insetto, solitamente temporanei, che scompaiono quando la risposta infiammatoria è completata. In alcuni casi però l'infiammazione può causare danni, come la distruzione tissutale o una risposta infiammatoria prolungata e dannosa. Questo si verifica quando i meccanismi di regolazione della risposta infiammatoria sono difettosi o la capacità di eliminare l'agente nocivo è compromessa. Esempio può essere una reazione allergica, in cui un agente normalmente innocuo come il polline stimola l'infiammazione e le reazioni autoimmuni. Le cause che possono stimolare l'infiammazione includono microrganismi, agenti fisici, sostanze chimiche, risposte immunologiche inadeguate e morte dei tessuti. Agenti infettivi come virus e batteri sono alcuni degli stimoli più comuni di infiammazione: i primi agiscono distruggendo le cellule del corpo, i secondi rilasciando sostanze chiamate endotossine. Traumi fisici, ustioni, radiazioni e congelamento sono altre possibili cause di infiammazione, allo stesso modo di sostanze chimiche corrosive come acidi, alcali e agenti ossidanti. L'infiammazione può anche verificarsi in caso di perdita di flusso sanguigno nell'area. I sintomi dell'infiammazione sono generalmente rossore, calore, dolore e gonfiore. Il rossore deriva dalla dilatazione dei piccoli vasi sanguigni nell'area della lesione. Il calore è causato dall'aumento del flusso sanguigno attraverso la zona interessata e viene sperimentato solo nelle parti esterne del corpo (pelle). La febbre è causata da mediatori chimici dell'infiammazione e aiuta l'aumento della temperatura. Il dolore è causato in parte dalla distorsione dei tessuti causata dal gonfiore, ma anche da alcuni mediatori chimici dell'infiammazione, come la bradichinina, la serotonina e le prostaglandine. Il gonfiore, chiamato edema, è causato prevalentemente dall'accumulo di liquidi all'esterno dei vasi sanguigni. Un'altra manifestazione di infiammazione è la perdita di funzione dell'area infiammata, che può derivare dal dolore che inibisce la mobilità o da un gonfiore grave che impedisce il movimento nella zona colpita. Durante il processo di guarigione, le cellule danneggiate in grado di proliferare si rigenerano. Alcune cellule, come quelle epiteliali, si rigenerano facilmente, mentre altre, come nel fegato, non proliferano ma possono farlo solo dopo che si è verificato un danno. Ancora altri tipi di cellule non sono in grado di rigenerarsi. Perché la rigenerazione abbia successo, è necessario che la struttura del tessuto sia abbastanza semplice da ricostruire. La riparazione, che si verifica quando il danno tissutale è sostanziale o la normale architettura del tessuto non può essere rigenerata correttamente, provoca la formazione di una cicatrice fibrosa. La formazione di pus (suppurazione) avviene quando l'agente che ha provocato l'infiammazione è difficile da eliminare. Il pus è un liquido viscoso costituito principalmente dall'infezione con batteri come lo stafilococco e lo streptococco. Una volta che il pus inizia a raccogliersi in un tessuto, viene circondato da una membrana, dando origine a una struttura chiamata ascesso. Poiché un ascesso è praticamente inaccessibile agli anticorpi e agli antibiotici, è molto difficile da trattare. A volte è necessaria un'incisione chirurgica per drenarla ed eliminarla. Alcuni ascessi, come le bolle, possono esplodere spontaneamente. La cavità ascessuale quindi collassa e il tessuto viene sostituito attraverso il processo di riparazione. Se l'agente che causa un'infiammazione non può essere eliminato, o se c'è qualche interferenza con il processo di guarigione, una risposta infiammatoria acuta diventare infiammazione cronica. Anche episodi ripetuti di infiammazione acuta possono provocare infiammazioni croniche. L'estensione fisica, la durata e gli effetti dell'infiammazione cronica variano a seconda della causa della lesione e della capacità dell'organismo di migliorare il danno. L'infiammazione cronica può essere causata da organismi infettivi che sono in grado di resistere alle difese dell'organismo e persistono nei tessuti per un periodo prolungato, come funghi, ma anche materiali come polvere di silice o schegge di metallo o di legno.Fonte Humanitas.it)
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