E così è stato consumato anche il rito delle elezioni regionali in EMILIA ROMAGNA e CALABRIA. In Calabria ha vinto JOLE SANTELLI, esponente Forza Italia, che si è attestato primo partito con il 27% dei voti, sostituendo il precedente governo regionale di centrosinistra.
Molto più controverso e complesso il voto in Emilia Romagna, per tradizione "regione rossa", che ha rieletto STEFANO BONACCINI.
Il voto era molto atteso e come sempre era stato caricato di significati da parte dei vari contendenti e leader politici.
La destra aveva il vento in poppa e sperava di "asfaltare" la sinistra su tutti i fronti, con ripercussioni anche sulla tenuta del Governo nazionale, adesso giallo-rosso, in un avvicendarsi di colori vari e disparati abbinamenti.
Invece no.
Gli emiliani e i romagnoli hanno votato, oltre il 51%, il governatore uscente.
A causa delle SARDINE (l'EMILIA NON SI LEGA)?
O forse a causa degli eccessi di Salvini, leader indiscusso della Lega e del Centrodestra (FORZA ITALIA è crollata al 2,6%, mai così male credo)?
Un po' l'una e un po' l'altra cosa, secondo me.
Salvini, al di là del pensiero politico, esagera nei modi. Ostenta sicurezza, va a bussare ai citofoni di normali cittadini alla ricerca di spacciatori (!), personalizza e carica di significato il voto, attacca verbalmente, si mostra in atteggiamenti "sciolti".
E la gente non ci sta, anche gli sfiduciati, chi si sarebbe astenuto, chi non era stato più di tanto contento del governo regionale appena conclusosi, ha deciso di alzarsi, uscire di casa e andare a votare, pur di evitare il trionfo annunciato dell'altra parte politica.
(In questo quadro generale si inserisce la disfatta del MOVIMENTO 5 STELLE, il cui segretario DI MAIO (prevedendo?) si era dimesso 2 minuti prima. Ma questa è un'altra storia...)
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