Pietro e io, per vincere gli effetti della forzata lontananza (lui frequenta l'Università a Napoli e vive lì), abbiamo deciso di fare una sorta di scambio: ogni mese lui mi consiglia l'ascolto di un disco di uno dei suoi beniamini, per lo più rapper (il rapper, dall'inglese, è colui che parla in maniera discorsiva velocemente cantando, chi fa una sorta di oratoria musicale, fonte web), e io consiglio a lui la lettura di un libro.
Poi ci confrontiamo, ne parliamo, esprimiamo i nostri pareri sull'uno e sull'altro, che, anche se contrastanti, sono un arricchimento reciproco, un modo per conoscerci meglio, per capirci l'un l'altra, oltre gli schemi parentali, l'affetto e il salto generazionale (quando ho avuto Pietro avevo poco più di 31 anni).
Il primo libro che ho consigliato è stato Il giovane Holden di Salinger (Il giovane Holden (The catcher in the rye nel titolo originale) è il romanzo più celebre di Jerome D. Salinger (1919-2010), uno scrittore americano eccezionalmente schivo (visse infatti buona parte della sua vita completamente ritirato, rifiutando gran parte dei contatti con il mondo), oggi considerato uno dei più importanti autori americani del ventesimo secolo. Il giovane Holden, pubblicato nel 1951 e tradotto in Italia per la prima volta nel 1961, è ormai un “long-seller”, cioè un libro che continua ad avere buone vendite malgrado il passare degli anni, ed è considerato un classico novecentesco della letteratura giovanile. Al suo interno vengano trattati temi come la solitudine, il cinismo, l’ipocrisia e la difficoltà di affrontare il mondo, che fanno ricondurre quest’opera al genere del “romanzo di formazione”. Fonte www.libraryweschool.com), un vero e proprio romanzo di formazione, credo molto adatto alla sua età e al momento che vive. Poi ho suggerito Innamoramento e amore di Francesco Alberoni, un cult ai miei tempi, un saggio di sociologia del 1979, utile all'educazione sentimentale perché parla di innamoramento e amore appunto e spiega che l'innamoramento è uno "stato nascente", che colpisce quando si è pronti a cambiare.
Inoltre gli ho regalato uno dei capolavori di Agatha Christie, la mia giallista preferita, classica, Dieci piccoli indiani, un libro che è una genialata.
Inoltre gli ho regalato uno dei capolavori di Agatha Christie, la mia giallista preferita, classica, Dieci piccoli indiani, un libro che è una genialata.
Lui invece mi ha consigliato per primo Mezzanotte di Ghemon, pseudonimo di Giovanni Luca Picariello, rapper avellinese del 1982, che nel disco affronta il tema della forte depressione che lo ha fatto soffrire per un lungo periodo e che ha vinto grazie a cure e farmaci. Nonostante la serietà del tema e l'empatia verso l'argomento (quale scrittore, anzi poeta non è un po' depresso?), non ne ho amato la sonorità che definirei, da incompetente totale in materia quale sono, un po' acida.
Il secondo compito a casa (ma anche in macchina e a studio) che ho dovuto fare è stato l'ascolto di Io degradabile di Willie Peyote, che affronta il tema del tempo, caro a pensatori, filofofi, poeti, scrittori e del consumismo.
Si tratta di cantanti che io non conoscevo affatto, in quanto estremamente moderni, di rapper italiani, in linea con le nuove tendenze internazionali.
Per me questo tipo di musica è una novità, ma ho cercato di ascoltare più volte, di abituarmi a un tipo di sonorità diversa, ho letto le biografe degli autori e ho studiato i testi.
Insomma una cosa seria.
Per me questo tipo di musica è una novità, ma ho cercato di ascoltare più volte, di abituarmi a un tipo di sonorità diversa, ho letto le biografe degli autori e ho studiato i testi.
Insomma una cosa seria.
Cosa non si fa per i figli!
Nessun commento:
Posta un commento