Quando ero piccola la televisione era molto diversa; esisteva solo la Rai (Radio Audizioni Italia), Mamma Rai, primo e secondo canale. La tv era in bianco e nero e non trasmetteva certo 24 ore su 24. I programmi iniziavano nel pomeriggio e terminavano alle 23,30. Noi, bambini o ragazzi, dovevamo andare tassativamente a letto dopo il famoso Carosello (la pubblicità dell'epoca) che fu abolito nel 1977. Rai Tre fu introdotta nel "79. I programmi erano molto limitati, controllati, censurati, "politicamente corretti", educativi, informativi.
Negli anni "70-80 cominciarono a trasmettere le tv locali, Canale 5 nel 1980 e a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale, perché in effetti la possibilità di trasmettere e utilizzare le "onde" a livello nazionale è un prerogativa statale che deve essere concessa.
La tv è cambiata completamente, come la società, come noi, nelle forme e nei contenuti. Prima ad esempio il TG1 era di "ispirazione" democristiana, il TG2 di area socialista, il TG3 (che ha iniziato a trasmettere con RAI 3 in seguito) filo-comunista, schemi questi che non mi pare esistano più, forse perchè non esistono più neanche le ideologie.
C'erano telefilm e cartoni animati, diciamo "buonisti" che io guardavo al pomeriggio con mamma, mentre lei ricamava, e dopo aver fatto i compiti: Lassie, Furia, Heidi, Remi, ...
A un certo punto, credo verso la metà degli anni "70, introdussero dei nuovi telefilm americani, alle 19.20: Happy Days con Rickie e Fonzie, Alice, Tre nipoti e un maggiordomo, che narrava le vicende di un bravo zio che aveva a che fare con la crescita e l'educazione di tre nipoti orfani di età ed esigenze diverse, insieme a un corpulento maggiordomo, Giorno per giorno, Vita da Strega, George e Mildred, Amore in soffitta, ...
Cercavo di non mancare mai l'appuntamento e per lo più ci riuscivo. Allora non avevamo granché da fare, poche le attività extrascolastiche: i compiti e qualche mezz'ora di gioco o di confidenze con l'amica del cuore (per me Loredana o Paola). I telefilm erano "corretti", avevano uno sfondo etico, miravano a insegnare sani principi e buoni sentimenti e ogni puntata finiva con "una morale della favola", come le vecchie fiabe di Esopo.
La sera c'erano gli sceneggiati (mamma li chiamava romanzi a puntate e li adorava), quelli che adesso si chiamano con il solito inglesismo (o anglicismo) fiction. Si aspettava la domenica sera con impazienza per vedere il nuovo episodio, senza possibilità di anticipazioni. Ricordo Pinocchio, Sandokan con Kabir Bedi, Gian Burrasca con Rita Pavone, L'amaro caso della baronessa Carini (con Paolo Stoppa), Dov'è Anna?, il celeberrimo Gesù di Nazareth di Zeffirelli, Rosso Veneziano, A come Andromeda, Michele Strogoff e molti molti altri. Programmi che hanno scandito il tempo della mia gioventù, insieme a varietà come Canzonissima, Mille Luci, Portobello con l'indimenticato squisito Enzo Tortora, i quiz di Mike Buongiorno e Domenica in, longevo contenitore domenicale pomeridiano che se non sbaglio fu introdotto nel 1976 con la conduzione di Corrado.
La televisione agli inizi era in bianco e nero. Il colore fu introdotto nel 1977 (e babbo aspettò un bel po' prima di comprare la tv a colori) e non c'era il telecomando. Per cambiare canale bisognava pensarci bene e alzarsi dalla comoda poltrona, andare vicino all'apparecchio e premere il bottone. Spesso toccava a me che ero la piccola di casa. Questo apparente svantaggio aiutava a meditare, gustare, riflettere. Adesso lo zapping è quasi dissennato, eccessivo, maniacale. Non si fa in tempo a capire se il programma ci piace o no che già abbiamo cambiato canale.
Alla fine degli anni "70, arrivarono anche in Italia le soap opera o serie Tv, forse con DALLAS e DYNASTY, cui seguirono con migliaia di puntate CAPITOL, General Hospital, Santa Barbara e via così all'infinito. Nel 1982 sbarcarono in Italia, per la prima volta su un canale nazionale, le telenovelas sud americane (che non mi hanno mai appassionato). ...
C'erano telefilm e cartoni animati, diciamo "buonisti" che io guardavo al pomeriggio con mamma, mentre lei ricamava, e dopo aver fatto i compiti: Lassie, Furia, Heidi, Remi, ...
A un certo punto, credo verso la metà degli anni "70, introdussero dei nuovi telefilm americani, alle 19.20: Happy Days con Rickie e Fonzie, Alice, Tre nipoti e un maggiordomo, che narrava le vicende di un bravo zio che aveva a che fare con la crescita e l'educazione di tre nipoti orfani di età ed esigenze diverse, insieme a un corpulento maggiordomo, Giorno per giorno, Vita da Strega, George e Mildred, Amore in soffitta, ...
Cercavo di non mancare mai l'appuntamento e per lo più ci riuscivo. Allora non avevamo granché da fare, poche le attività extrascolastiche: i compiti e qualche mezz'ora di gioco o di confidenze con l'amica del cuore (per me Loredana o Paola). I telefilm erano "corretti", avevano uno sfondo etico, miravano a insegnare sani principi e buoni sentimenti e ogni puntata finiva con "una morale della favola", come le vecchie fiabe di Esopo.
La sera c'erano gli sceneggiati (mamma li chiamava romanzi a puntate e li adorava), quelli che adesso si chiamano con il solito inglesismo (o anglicismo) fiction. Si aspettava la domenica sera con impazienza per vedere il nuovo episodio, senza possibilità di anticipazioni. Ricordo Pinocchio, Sandokan con Kabir Bedi, Gian Burrasca con Rita Pavone, L'amaro caso della baronessa Carini (con Paolo Stoppa), Dov'è Anna?, il celeberrimo Gesù di Nazareth di Zeffirelli, Rosso Veneziano, A come Andromeda, Michele Strogoff e molti molti altri. Programmi che hanno scandito il tempo della mia gioventù, insieme a varietà come Canzonissima, Mille Luci, Portobello con l'indimenticato squisito Enzo Tortora, i quiz di Mike Buongiorno e Domenica in, longevo contenitore domenicale pomeridiano che se non sbaglio fu introdotto nel 1976 con la conduzione di Corrado.
La televisione agli inizi era in bianco e nero. Il colore fu introdotto nel 1977 (e babbo aspettò un bel po' prima di comprare la tv a colori) e non c'era il telecomando. Per cambiare canale bisognava pensarci bene e alzarsi dalla comoda poltrona, andare vicino all'apparecchio e premere il bottone. Spesso toccava a me che ero la piccola di casa. Questo apparente svantaggio aiutava a meditare, gustare, riflettere. Adesso lo zapping è quasi dissennato, eccessivo, maniacale. Non si fa in tempo a capire se il programma ci piace o no che già abbiamo cambiato canale.
Alla fine degli anni "70, arrivarono anche in Italia le soap opera o serie Tv, forse con DALLAS e DYNASTY, cui seguirono con migliaia di puntate CAPITOL, General Hospital, Santa Barbara e via così all'infinito. Nel 1982 sbarcarono in Italia, per la prima volta su un canale nazionale, le telenovelas sud americane (che non mi hanno mai appassionato). ...
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