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martedì 21 gennaio 2020

SCRIVERE


Scrivo da sempre. Scrivere mi piace, mi realizza, mi rilassa, mi esprime, mi prende, mi rapisce, mi galvanizza. 
Mi piace narrare, raccontare fatti e sensazioni. Non so se ci riesco bene o male, ma lo faccio, lo devo fare, è un'urgenza, un modo in cui passare il tempo. A volte scrivo in maniera febbrile, a volte a fatica, quando devo calare me stessa in storie altre, inventate. Trovare trame efficaci è complesso, mentre la realtà rapisce. Quando viaggio, cucino, faccio esperienze per me significative, tradurre tutto in scrittura completa, rende, immortala. 
Chissà, lo faccio per lasciare traccia di me, per fuggire il tempo che cancella tutto, lo faccio per farmi capire da chi legge, per cercare attenzione, per dire io ci sono? Non lo so. 
Ognuno ha il suo hobby. Chi ricama, chi cuce, chi legge, chi cucina, chi gioca a carte, chi guarda la tv, chi ascolta musica, chi vede film, ... 
Io faccio tutte queste cose, ovviamente, come tutti, ma scrivere è il mio quid pluris.
Ho cominciato da bambina, a scuola. Era di gran moda, quando facevo le elementari, lo sceneggiato (ora si chiamano fiction) SANDOKAN. Mi ispirò, forse per la prima volta, e cominciai a scrivere, sulla falsa riga della storia di Salgari, LA SAGA DEI GUILLON. Quel piccolo romanzo non l'ho mai terminato (ho un difetto gravissimo, sono un'incostante, ahimè!), ma ho continuato con poesie,  diari,  bei temi d'italiano, lettere d'amore. 
Poi una volta, nel 2002, trovai su REPUBBLICA un'inserzione relativa a un concorso per la pubblicazione di una silloge poetica. Mandai -dubbiosa e insicura- le mie poesie e furono accettate e pubblicate. Nel 2003 arrivarono le copie del mio primo libro  intitolato senza fantasia POESIE. Dopo -preso coraggio- pubblicai anche FIORI DI MAGGIO. Ma ero ancora vergognosa e non dissi a nessuno di questa mia cosa. 
Erano altri tempi. Scrivere poesie da parte di una persona comune sembrava una stravaganza, avevo paura di essere letta, capita, giudicata. Scrivere significa mettersi a nudo, pubblicare appunto il proprio mondo interiore. Tenevo i miei libri in uno scatolone e ne regalavo uno ogni tanto agli amici più intimi e  ai parenti. 
Poi ho preso coraggio. 
Mi sono confrontata col compianto AMERIGO IANNACONE, poeta, scrittore, letterato ed editore locale, e ho pubblicato con la sua casa editrice (EDIZIONI EVA) GENTE DEL SUD  e FILASTROCCHE PER UN ANNO
Era il 2012, erano passati 10 anni dalla prima esperienza. Mi sentivo più sicura, tanto da fare del libro di filastrocche la bomboniera per la prima comunione del mio terzogenito CLAUDIO MARIA. Magari un'altra mamma gli avrebbe fatto i centrini all'uncinetto per i confetti, ma io preferii essere me stessa e intessere le mie trine di parole in rima. 
Lanciata sulla via dell'espressione verbale scritta (sono anche una gran chiacchierona, talvolta prolissa), lessi di un concorso letterario (PREMIO CITTA' DI COLONNA). Volli partecipare con FUOCO, una poesia scritta in onore di D'Annunzio. Credevo fosse una schifezza, perché scritta quasi a comando, su commissione. Invece no. Vinsi il primo premio (una notte in hotel nella bella cittadina di Colonna e 100 euro mai ricevute. Sì, perché nel mondo della letteratura i soldi non girano affatto, anzi bisogna stare attenti perché in molti cercano di fregartene). In quella occasione, sempre accompagnata dal mio fido Claudio (chi lo avrebbe mai detto!? Invece gli piace tutto ciò!), conobbi tanta bella gente e anche l'editore romano Giulio Perrone. L'occasione fu ghiotta per aprirmi a più vasti orizzonti. Giulio mi disse che presso la sua casa editrice omonima, la moglie, l'editor Mariacarmela Leto, teneva corsi di scrittura creativa (perché sì, per scrivere bisogna studiare). Ne parlai con Claudio. I bambini erano ormai abbastanza cresciuti, dunque potevo permetterlo. Mi iscrissi e cominciai ad andare a Roma col pullman quando c'erano le lezioni, di sabato mattina. Non sono mai andata ad una scuola qualsiasi né all'università tanto felice, contenta, curiosa, emozionata. 
Lì conobbi Mariacarmela e tanti altri aspiranti scrittori come me, con i quali sono rimasta in ottimi rapporti (Maggie van der Toorn, Marco detto Dalissimo, Marco Gaetani, Alessandro Piragino, Mariella Tallari, Samantha Terrasi ed altri). Mariacarmela leggeva, spiegava, stimolava, sferzava e ci assegnava compiti, in classe e a casa. Io li facevo con diligenza, sottraendo tempo a tutto il resto. L'anno successivo ho seguito, sempre lì, il corso avanzato e poi ancora i work shop. Ho affinato la mia voce, anzi forse l'ho scoperta. Ho scritto racconti e altre poesie. In quel periodo ho pubblicato SOLO UNA DONNA che contiene in sé i racconti  LA VITA E' CAOS. 
Intanto ho trovato il tempo, la forza e la motivazione  per completare il mio giallo IL CASO DI ROCCAVENTOSA. Scrivere un romanzo non è come scrivere poesie o brevi racconti. C'è necessità di una trama, di tempo, di rilettura, di elaborazione, ma sono stata soddisfatta del risultato. I gialli sono molto di moda e io vorrei continuare con il mio ISPETTORE COSTA e riuscire a scrivere ancora di lui, vorrei fare una serie con le sue avventure investigative, anche per rendere un omaggio alla nostra terra (perché COSTA vive e lavora proprio qui, da Roccaventosa -paesino molisano immaginario- nel frattempo si è trasferito a Venafro).
Nel 2015 vi fu la grossa emergenza degli sbarchi in Sicilia, degli annegamenti di centinaia di immigrati. Ogni mattina aprivo il giornale e apprendevo una luttuosa notizia. Tristemente ispirata, scrissi STRAGE D'ANIME
E poi, e poi...
Ho continuato. Tanti concorsi letterari, il ritiro dei premi in svariati posti d'Italia (sempre accompagnata dal mio fido cavaliere cui dedico molti dei miei scritti), tante poesie, raccolte nella silloge PETALI e zanzare, di prossima uscita. 
Continuo, continuo e continuo. 
Sto già lavorando a un'altra raccolta che si chiamerà MOMENTI D'ESSERE, a un romanzo, a una raccolta di proverbi, a un romanzo epistolare, a dei racconti gialli,... 
E poi scrivo su questo mio blog, creato nel 2013, dopo il primo che si chiamava TIRA E... molla, scrivo lettere a tutti i miei cari, scrivo decine di whatsapp al giorno, mail, recensioni, aforismi, post e purtroppo anche atti giudiziari e sentenze (bisogna pur vivere e la letteratura soldi non ne dà) e... Non dormo più!

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