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lunedì 25 settembre 2023

DOMENICA

Piatto da re

Ieri ho cercato di godere della domenica come ho potuto. 

Ho fatto colazione con Claudio mio, ho avuto le coccole di cane e gatto, ho studiato, ho scritto e poi sono andata in moto con Claudio a Scauri. 


Sulla Flacca 




Dalla terrazza dell'Arenauta 


Un trionfo della natura

Bontà italiane

Ho salutato le "amiche del mare", abbiamo preso un aperitivo al lido (I Delfini)


e poi abbiamo proseguito per Sperlonga dove abbiamo pranzato wild all'Arenauta, un ristoro lungo la via Flacca, vista mare, da una splendida terrazza, dove fanno poche cose ma eccellenti. 

Abbiamo preso una mozzarella di bufala freschissima, una bella insalatina di pomodori con olive di Gaeta, rectius di Itri, e del prosciutto, il tutto innaffiato da una bella birretta, bionda e fredda. 

Lì qualcuno ha fatto i complimenti per la moto a Claudio, un'Harley fantastica, amica delle nostre trasferte. 


Sulla strada del ritorno abbiamo preso in po' di pioggia che siamo andati ad asciugare, se così si può dire al Gran Caffè Tirreno di Formia, dove Caudio ha preso una zuppa inglese e io una mega granita di caffè con panna, la consumazione preferita di mamma. 


E l'ho celebrata anche così. 

Cerco di farlo in tutto. 

Rientrati a casa, Claudio è uscito per andare a vedere la partita di calcio del Napoli con gli amici, mentre io sono andata per un po' allo studio e per il resto del tempo da mamma

Da mamma si fa per dire perché mamma non c'è più da oltre 100 giorni. 

Mamma santa e adorata. 


Mi sono persa a casa sua, in garage  a toccare, selezionare, pulire, in maniera nervosa, nevrotica, tesa. 

Ho provato sensazioni molto forti, violente. 

Ho aperto vecchi armadi impolverati e ho sfiorato i suoi vestiti dismessi. 

Ho trovato le mie cose, quelle di quando ero giovanissima. 

Ho fatto un viaggio a ritroso nel tempo: una gonna svasata di morbida pelle avion, un tailleur di renna verde penicillina, cose costose di una giovane fortunata da un verso e sfortunata da un altro... (realtà perfettamente integrate oggi, dopo tanto lavoro).

Sto attraversando una strada impervia ma devo farlo. 

Farò tutto da sola. 

Voglio cercare, vedere, toccare, trovare,  annusare, elaborare,  e non finirò mai. Abbandonato giardino e garage, sono andata al piano di sopra e ho cercato di fare ordine tra scarpe e borse

Voglio aprirle, vederle, toccarle e poi cercare di venderle. 

Che per noi non è un'offesa: è dare valore anche venale a  ogni cosa. Commercianti i miei, commerciante nell'animo io. 

E poi credo coi nonni che "Chi n fiammif'r nn prezza, n fiammif'r nn val".

In ogni borsa, carta pesta per dare forma, pettine, ventaglio, una penna, fazzoletto di stoffa, spiccioli, pacchi di fazzoletti di carta, caramelle a menta, interi astucci di caramelle Golia, Polo o gelatine. Non sapevo che mamma fosse così metodica e ordinata. Io trasferisco tutte le cose da una borsa all'altra, quando cambio. Mamma no. Ognuna aveva il su corredo, il suo necessaire. 

Ma io non posso credere che ora non ci sia più, non ci riesco. 

A Scauri ero come sedata, in trance, ero fuggita dal lutto, ecco. 

Ora sono tornata. Non posso più scappare. 

Mamma mi ha abbandona per sempre. 

E' stata dura. Forti emozioni ieri sera. 

Mi sono talmente persa nel gesto, nei gesti, per ore,  che ho fatto tardissimo e sono rientrata a casa dopo Claudio, col quale ho condiviso il resto della serata vedendo un paio di puntate della serie DOMINA su Sky

E anche davanti alla Tv ho avuto attimi di paura, di forte ansia che ho cercato di accogliere e guardare. 


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