Sto leggendo da un po' Divenire se stessi, un libro molto interessante di Irvin D. Yalon, uno psichiatra, pensatore, filosofo ebreo contemporaneo, illuminato, americano.
Divenire se stessi è un obbligo per ciascuno ed è necessario per conseguire la felicità.
Ognuno dovrebbe innanzitutto conoscersi e poi cercare di coltivare quelle che sono le proprie intime inclinazioni.
In greco felicità si diceva "eudaumonia" (εὐδαιμονία), nome composto che deriva da eu, bene, e daimon, demone, ovviamente il buon demone, non il 😈.
Se il nostro demone interiore, cioè quello che ci anima, quello che ci alimenta e che ci fa essere noi stessi, quello che ci caratterizza, sta bene noi siamo felici.
Ebbene io, ad esempio, sono felice quando scrivo; a volte mi allontano dal mio demone e mi faccio prendere dalle preoccupazioni della vita quotidiana. Vengo coinvolta, rapita dal vortice degli affetti, delle tante cose da fare, dagli adempimenti materiali, dalla pulizia della casa o da spese, cucina, cura dei figli, attenzione verso i giardini, le proprietà e il lavoro e facilmente entro in un circuito vizioso, credo nevrotico.
La limpidezza fa conoscere il vero Sè |
L'affetto degli animali |
Lo sguardo limpido del mio gatto mi mette in contatto con la mia parte più profonda |
Le manifestazioni culturali |
Mi ricarico con lo yoga nella natura |
Il mare, un grande amore |
La natura meravigliosa e accogliente |
Possiamo evitarli mettendoci in contatto con noi stessi e assecondandoci |
La mia atmosfera virtuosa invece è quella fatta da una dimensione di calma, di meditazione, di saggezza, di osservazione che è l'humus più fertile per la scrittura e quando scrivo mi realizzo.
Quando sono tranquilla mi sento più ispirata, le idee e le parole vengono fuori l'una dopo l'altra, fluiscono. Riesco a mescolarle, a snocciolarle in maniera sapiente.
Ognuno dovrebbe conoscere bene se stesso e il proprio demone, coltivarlo, alimentarlo, dargli nutrimento, dargli tempo e spazio affinché si esprima al meglio.
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